Cultura

Sindaci europei contro la guerra

Il testo dell'appello firmato dai primi cittadini di Roma, Berlino, Londra, Mosca e altre capitali continentali

di Redazione

APPELLO DI SINDACI EUROPEI CONTRO LA GUERRA IN IRAQ Mentre il vento di una nuova guerra torna a soffiare sul Medio Oriente, noi, Sindaci di grandi capitali dell?Europa, affermiamo con forza che un nuovo conflitto in Iraq può e deve essere evitato. Deve essere evitato perché, all?alba di questo XXI secolo, la guerra non può tornare ad essere lo strumento ?normale? per risolvere i problemi. La guerra contro l?Iraq rischia di provocare molti più problemi di quanti l?unilateralismo militare pretende di risolvere. Rischia di allontanare ancora di più la possibilità di costruire la pace in Medio Oriente, di causare nuove vittime innocenti, alimentando sofferenza e disperazione, e di bloccare ogni possibile evoluzione democratica in tutta la regione. Rischia di allargare il fossato che separa occidente e mondo islamico e di esporre il mondo ad una nuova escalation terroristica. Rischierebbe, infine, di indebolire pericolosamente il ruolo degli organismi internazionali ed in particolare dell?ONU, che va invece rafforzata. Il terrorismo internazionale, ogni terrorismo politico e religioso, va condannato in modo fermo, irremovibile, assoluto. Nei suoi confronti, e nei confronti di chi vorrebbe imporre un solo pensiero, una sola fede, un solo modo di vivere e comportarsi, l?azione della comunità internazionale deve essere determinata. Una risposta efficace deve coniugare le ragioni della fermezza con quelle della pace, tenendo in conto le complessità politiche, sociali e culturali del nostro tempo. La speranza per il nostro futuro sta nella capacità di disinnescare i fondamentalismi agendo sulle ragioni prime che li alimentano, equilibrando le differenze economiche, cooperando allo sviluppo dei paesi più poveri, incentivando le attività di conoscenza e tolleranza reciproche. Il regime di Saddam Hussein ? come tutti quelli responsabili di violazioni di diritti umani e del diritto internazionale ? può e deve essere contrastato dalle Nazioni Unite e dalla comunità internazionale con i numerosi strumenti offerti dal diritto, dalla legalità e dalla giustizia penale internazionale. L?Iraq dovrà adempiere a tutte le Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e cooperare pienamente con gli ispettori. Il ricorso all?uso della forza, che non può che essere sancito dall?ONU, deve costituire solo un?eventualità estrema. L?Europa, che ha conosciuto la tragedia della guerra che ha segnato il Novecento, deve coltivare le sue ?missioni? profonde: diritti dell?uomo, libertà, democrazia, lotta alla povertà e alla fame nel mondo. E siamo convinti che è di un?Europa forte che ha bisogno la nostra speranza di un mondo più giusto e capace di coltivare con pazienza e tenacia il dialogo, la convivenza fra i popoli ed il bene più prezioso che abbiamo: la pace. Le città hanno un ruolo fondamentale da svolgere, come centri di sviluppo culturale, di economia sostenibile, di inclusione sociale, come base stessa della democrazia. Ogni volta che il discorso della pace si volge alla ricerca delle soluzioni, entra in gioco il ruolo delle città, dei poteri locali che sono e saranno sempre più chiamati a rispondere alla domanda di una vita pacifica, di giustizia e di sicurezza che proviene dai propri cittadini. E? per questo che lanciamo il nostro appello affinché sia evitata la tragedia di una nuova guerra e si costruisca invece una strada che porti alla sicurezza e alla pace per tutti i popoli del Medio Oriente. Sindaco di Berlino, KLAUS WOWEREIT Sindaco di Bruxelles, FREDDY THIELEMANS Sindaco di Londra, KEN LIVINGSTONE Sindaco di Mosca, YURI M. LOUZHKOV (sottoscrive l?appello salvo il sesto paragrafo) Sindaco di Parigi, BERTRAND DELANOË Sindaco di Roma, WALTER VELTRONI Sindaco di Vienna, MICHAEL HÄUPL


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