Non profit
Rifiuti, si apre il fronte Palermo
Nel capoluogo siciliano da dieci giorni l'immondizia si accumula per le strade. All'origine, i problemi finanziari dell'Amia, la municipalizzata locale. Si va verso un'altra emergenza?
di Redazione

La situazione dei rifiuti a Palermo comincia ad attrarre l’attenzione dei media nazionali. Una notizia ancora da pagine interne, che però inizia ad accendere anche il dibattito politico a Roma, con Dario Franceschini che denuncia «una congiura del silenzio» sulla questione.
- Oggi la rassegna stampa si occupa anche di:
- PIANO CASA
- NON PROFIT
- ABRUZZO
- CHIESA
- BERLUSCONEIDE
- IMMIGRAZIONE
- TIEN ANMEN
«Immondizia elettorale», dice Berlusconi di quella rispuntata per le vie di Napoli. Non parla, invece, di quella di Palermo, e anche il CORRIERE DELLA SERA la notizia la dà solo a pagina 18, nelle cronache (l’apertura è sull’incontro Berlusconi-Obama). A Palermo, come già a Napoli, i rifiuti da dieci giorni si accumulano per le strade e le piazze della città, sotto gli occhi inorriditi dei primi turisti: ieri i cittadini hanno dato alle fiamme i sacchetti e 400 manifestanti hanno protestato davanti al Municipio, con la Polizia in tenuta antisommossa. La colpa, questa volta, non è degli inceneritori mancanti, ma della voragine finanziaria dell’Amia, l’azienda municipalizzata, che ha raggiunto un buco da 150 milioni di euro. I 200 dipendenti, preoccupati per il loro futuro, stanno protestando rallentando la raccolta e bloccando gli straordinari. Il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, ieri ha cercato di salvare la situazione proponendo un aumento del 35% della tassa sui rifiuti: il Consiglio comunale l’ha bocciato, sommerso dai 1.200 emendamenti presentati dall’opposizione. Il Pd locale denuncia il fatto che siccome l’amministrazione è di destra, «le tv qui non fanno vedere nulla», e chiede le dimissione di un sindaco «che voleva far pagare ai cittadini una gestione dell’Amia fatta di spesa pazze per alberghi e cene di lusso». La voragine finanziaria dell’Amia infatti è causata, spiega Felice Cavallaro, da «aragoste e viaggi a Dubai»: un articolo punteggiato di aggettivi pesantissimi contro la gestione di Vincenzo Galioto, ex presidente di Amia, oggi senatore Pdl, che ha speso 3 milioni di euro in 22 missioni a Dubai («ennesima impostura» di una «spensierata task force siciliana» che ha trovato «una via di fuga con le elezioni e un salvacondotto in Diego Cammarata»). Ma per Cavallaro i problemi vengono da ben più lontano: «nell’assunzione clientenlari effettuate per stabilizzare 921 lavoratori cossidetti socialmente utili, con una spesa di 23 milioni di euro, seguiti da altri 400 reclutamenti: 400 col medioevale sistema della successione padre-figlio, 100 sotto elezioni». Renato Schifani, per salvare l’Amia, ha già ottenuto un decreto da 80 milioni di euro: 30 sono già stati ingoiati in spese correnti. La Confindustria di Palermo è amareggiata: «Un privato sarebbe già fallito». Tutti vedono una sola soluzione, l’ingresso di un privato nel carrozzone: «ma sappiamo che il lassismo qui determina la paura dei privati».
LA REPUBBLICA che apre con l’attacco a Veronica (Lario, ex Berlusconi), dedica all’emergenza siciliana una foto notizia: “Caos a Palermo, invasa dai rifiuti”. Due pagine all’interno, la 10 e la 11. “Palermo sommersa dai rifiuti «Intervenga la Protezione civile»”. Barbara Saporiti descrive la montagna di immondizia agli angoli della città, i 200 cassonetti bruciati dalla popolazione, il municipio presidiato dai 400 lavoratori che assediano il municipio (all’interno la maggioranza di centro destra ha appena «perso l’ultima occasione», scrive la cronista, «per varare un aumento della tassa dei rifiuti»). Franceschini denuncia la congiura del silenzio (la città, come la Regione, sono in mano alla destra: «dunque le tv non fanno vedere niente»). I rifiuti intanto si accumulano a causa di una astensione dagli straordinari e dal rifiuto a salire su mezzi non sicuri. Salvo Palazzolo approfondisce: “Duecento cassonetti bruciati esplode la rabbia della città”. L’azienda cittadini in profondo rosso (anche per le «spese folli» per 22 missioni del management negli Emirati arabi, hotel esclusivi di Dubai, pranzi alla grande talvolta rimborsati due volte: «dalle ricevute risulta che 5 funzionari avrebbero soggiornato contemporaneamente in due alberghi di due città diverse»). Grande disagio anche per i turisti. Maggioranza imbarazzata. Nel frattempo la Procura sta mandando a giudizio per falso in bilancio di 61 milioni di euro gli ex amministratori Amia.
IL GIORNALE alla vicenda dei rifiuti a Palermo dedica una foto notizia a pag. 10. L’immagine di cassonetti strapieni di immondizia sfiora due passanti. La dida spiega «A causa dello stato di agitazione dei netturbini dell’Amia, la raccolta è ferma ormai da una settimana. Gli operatori, che presidiano il municipio, protestano perché sono a rischio gli stipendi. In città la situazione è quasi invivibile. E rischia di aggravarsi ulteriormente visto che in Consiglio comunale, per l’ostruzionismo del centrosinistra che ha presentato oltre mille emendamenti, è tramontata la possibilità di aumentare del 35% la tarsu. In aula ieri, ci sono stati momenti di tensione ed è stata sfiorata la rissa». Questa fotonotizia è incasellata nel pezzo che tratta il “caso Sicilia”. Il primo articolo riguarda gli amministratori del Pdl e titola ” I ribelli di Micicchè sfidano il partito: si sospendono in 140″. Nella cronaca di questa vicenda definita «ammutinamento» e «guerra senza esclusioni di colpi», si riportano le parole di Berlusconi «è un caso locale» e di La Russa «mi offro come mediatore».
“Palermo soffoca tra i rifiuti e le polemiche” titola LA STAMPA a pagina 12. Sullo scontro in comune per l’aumento della Tarsu nessun commento, solo un pezzo di cronaca che riporta la vicenda dando qualche numero: 2.700 gli operatori ecologici alle dipendenze del comune, un buco da 150 milioni di euro nel bilancio Amia, la società comunale incaricata della raccolta rifiuti. Nel braccio di ferro sulla delibera proposta dalla giunta Cammarata per alzare la tassa del 35% , vince la linea dell’opposizione: «I debiti dell’azienda devono essere ripianati da chi l’ha mal amministrata», ossia dall’entourage dell’ex presidente Vincenzo Galioto, «”promosso” con un posto al senato offertogli da Forza Italia». Secondo il sindaco, astenendosi dal lavoro, sindacato e lavoratori assumono una posizione di «grave irresponsabilità», mentre le opposizioni «strumentalizzano una crisi economica e gestionale di Amia». Nessuno sciopero né blocco agli straordinari, replicano quelli: «solo il rispetto rigoroso delle norme di sicurezza», che, dicono i sindacati, l’azienda non è in gradi di garantire.
E inoltre sui giornali di oggi:
PIANO CASA
LA REPUBBLICA – “Piano casa, Regioni in campo sì agli ampliamenti del 20%”. Un puzzle di iniziative intraprese dalle amministrazioni regionali partendo dal piano casa messo a punto dal governo ormai più di 3 mesi fa. La situazione però è estremamente complicata: ogni Regione ha interpretato le direttive. Il risultato è che in ciascuna sono possibili cose diverse. In Val d’Aosta ad esempio alberghi e ristoranti possono ingrandirsi del 40%. In Lombardia i comuni avranno la facoltà di raddoppiare l’aumento. In Sicilia ci sono due disegni di legge per aumentare le cubature in deroga ai piani regolatori…
NON PROFIT
ITALIA OGGI – “Volontariato, è l’ora del check up” è il titolo di copertina di ITALIA OGGI che dedica un ampio servizio agli obblighi dell’articolo 30 del decreto anticrisi, quello per intenderci che ha previsto l’obbligo per le onlus di diritto di inviare al fisco «i dati e le notizie rilevanti ai fini fiscali» ma soprattutto «limitare la propria attività commerciale all’esercizio delle attività marginali». Il provvedimento, secondo il quotidiano, stimola la creazione di «altri e diversi soggetti giuridici» per la gestione appunto delle attività commerciali, decisione che è da valutare attentamente soprattutto sotto l’aspetto dell’eventuale controllo da parte della onlus della destinazione dei proventi che la società dovesse conseguire. Di spalla, un’intervista a Stefano Zamagni che in qualità di presidente dell’Agenzia per le onlus assicura che le sanzioni saranno «solo per i soggetti in malafede» e giura che già il 90% delle onlus è in regola con le norme dell’articolo 30. In un box si affronta la questione inadempienti: chi non ottempera sarà cancellato da registro onlus o perderà al qualifica di onlus di diritto? Sì, mantenendo però la qualifica “altra” derivante dalla forma giuridica scelta. Per esempio, una organizzazione di volontariato ex legge 266 sarà sempre tale, non sarà però più onlus.
IL SOLE 24 ORE – La pagina del SOLE24 ORE dedicata al volontariato pubblica un’analisi sullo studio di Auser “Enti Locali e Terzo Settore”sul rapporto tra la Pa e il mondo non profit. In base all’articolo gli enti pubblici coinvolgono il Terzo settore ma non privilegiano la qualità. Nel 2008 il 47% della spesa è stato destinato a servizi gestiti dal non profit, quasi un punto e mezzo in più dell’anno precedente. «Così», cita il vicedirettore della Caritas Francesco Marsico interpellato dal Sole24 «in alcune realtà si riesce ad offrire servizi di qualità, incrociando livelli di spesa contenuti e prestazioni accettabili. Si ottengono i migliori risultati laddove la rete dei servizi pubblici ha un’architettura riconoscibile e definita, come in alcune zone del contro nord. Dove invece i servizi non fanno sistema, come spesso succede nel Sud, c’è un maggior rischio di delega».Il Sole interpella anche Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore che dice:«Sono gli enti che scelgono spesso penalizzando i migliori. Abbiamo visto situazioni in cui l’amministratore creava un’associazione ad hoc per gestire i fondi. Il punto allora è: il Terzo settore si limita a eseguire o può co-progettare?». Secondo il rapporto, sono ancora troppi gli affidamenti diretti e sono troppe le gare al ribasso. Spesso poi, risultano troppo brevi i periodi i periodi per cui i servizi vengono assegnati. Il rapporto prosegue con l’analisi delle insidie nei bandi, nella formazione dei volontari e il rischio dei legami clientelari.
ABRUZZO
CORRIERE DELLA SERA – Nasce un tavolo per gestire le offerte di vacanze che arrivano da tutta Italia alle famiglie abruzzesi. Sanremo, Ostuni, Folgaria. Alberghi che mettono a disposizione parte delle loro camere, scuole che offrono le loro strutture, persino corsi di lingua francese in Borgogna. E così i volontari della Protezione civile si trasformano in tour operator. Giovedì ultima riunione tecnica e poi si parte con gli abbinamenti.
CHIESA
CORRIERE DELLA SERA – Da giugno e per un anno, ogni ultima domenica del mese, il Cardinal Carlo Maria Martini avrà una pagina sul Corriere. Risponderà alle lettere dei lettori.
LA STAMPA – Il quotidiano dedica i primi piani di pagina 2 e 3 alla beatificazione di Karol Wojtyla e alla polemica sulla corrispondenza inedita con Wanda Poltawska. «La signora Poltawska pretende una unicità di rapporto e un slegame speciale che non sussistono nella realtà», dice il cardinale Stanislao Dziwisz. «Questo era il suo segreto», dice il cardinale parlando di Giovanni Paolo II, «far sentire i tanti che lo avvicinavano come depositari di un rapporto speciale con lui. È un sentimento generale diffuso tra chi lo frequentava, ma qui la differenza è che la signora Poltawska esagera in questo atteggiamento e le espressioni e manifestazioni del suo modo di fare risultano inappropriate, fuori luogo, sopra le righe».
BERLUSCONEIDE
LA STAMPA – “Berlusconi: toccato il fondo” è l’apertura de La Stampa, dopo l’affondo della Santanché, definita dal quotidiano «la regina del gossip». Dichiarazioni che sono praticamente un boomerang. Alle dieci di sera, «Luigino, il più giovane dei figli nati da veronica, si ribella. Fa circolar una dichiarazione sdegnata contro “la Dama Nera”. Io a spada tratta dalla parte di mio padre contro mia madre? Ma neanche per sogno. “Non voglio prendere né le parti dell’uno né dell’altra, chiedo di non essere strumentalizzato». Il pemier corre ai ripari con una nota stampa in cui dichiara: «constato con amarezza che la mia vita privata viene continuamente utilizzata mediaticamente a fini politici…I miei tre figli più giovani ninb hanno ina lcun modo preso posizione rispetto alla separazione, e d’altronde non desidero che lo facciano…»
IMMIGRAZIONE
IL GIORNALE – “Respingere i clandestini? È legittimo e corretto” è il titolo dell’intervista a Claudio Baglioni. Un richiamo in prima e poi pagina 14 si può leggere un dialogo del cantautore con Giancarlo Perna. Baglioni dal 2003 è in prima fila nell’impegno per l’integrazione degli immigrati. A Lampedusa dirige il festival “O’ scià” che a fine settembre raduna nell’isola il meglio della musica internazionale. Alla domanda cosa pensa dei respingimenti? Baglioni risponde «Talvolta sono migliori le pratiche delle parole. Chiamiamoli accompagnamenti. Che sono legittimi e corretti. Bisogna mettere punto e capo. Ma non deve diventare compiacimento. Necessario è colpire tutta la filiera dell’illegalità. Abbiamo 500 mila irregolari che lavorano in nero. Tanti italiani sono coinvolti. Va fatta pulizia».
IL SOLE 24ORE – Ausiliari del traffico, controllori, capitreno, autisti di mezzi pubblici, comandanti di nave possono denunciare gli immigrati clandestini. In qualità di pubblico ufficiale o di incaricati di pubblico servizio si troverebbero nella situazione di dover denunciare un clandestino. Non è ancora una legge dello Stato, ma il testo che ha ricevuto il via libera alla Camera è ora tornato al Senato, che lo aveva approvato in prima lettura. Nella stessa pagina, il Sole dedica un’analisi intitolata “Quando l’immigrato invecchierà” sullo scenario demografico in Italia in base alla diminuzione del tasso di nascita tra gli immigrati. Scrive il Sole24 Ore:«I dati più recenti segnalano che anche gli immigrati si allineano a clima e condizioni che spiegano la bassa fecondità degli italiani. Non è un caso che il numero medio di figli per donna sua rapidamente sceso tra e immigrate: da 2,50 nel 2006 a 2,40 nel 2007 e ancora 2,12 nel 2008».
TIEN ANMEN
IL GIORNALE – Il quoditiano diretto da Mario Giordano dedica al ventesimo anniversario le due pagine di esteri. “Quell’omino senza nome che fermò i tank del regime”. I titolo si riferisce al mistero che circonda la sorte del giovane immortalato nella foto diventata simbolo di una rivoluzione finita in strage. Gian Micalessin riporta la notizia pubblicata da Los Angeles Times secondo cui «Gli studenti di oggi ignorano cosa sia successo vent’anni prima perché il regime ha cancellato ogni traccia dell’evento».
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