Economia

CRISI. Confcooperative: peggiora l’accesso al credito

di Redazione

«Al Sud le banche chiedono rientro a un cooperatore su 4. A livello nazionale un cooperatore su 3 denuncia aumento tassi applicati e allungamento tempi di concessione». La denuncia è di Luigi Marino, presidente di Confcooperative
Conferma il segretario generale Vincenzo Mannino «Il sistema tiene, ma è sotto stress per calo export e consumi, per i ritardati pagamenti e la rigidità nel credito». «Gli investimenti rappresentano una delle componenti deboli della domanda, soprattutto a causa delle peggiorate condizioni di accesso al credito bancario. Sui finanziamenti in essere», aggiunge Luigi Marino, «il 42% delle cooperative denuncia richieste di rientro nel Mezzogiorno, dove il 25% delle cooperative si è vista respingere la domanda di credito e il 16,7% ha avuto un importo inferiore a quello richiesto. Rispetto ai tempi medi di attesa, il 32,3%, a livello nazionale, denuncia un allungamento dei tempi di concessione. Il 29%, sempre a livello nazionale ha lamentato un aumento dei tassi d’interesse applicati».
 
«Il Sistema Confcooperative tiene, ma è sottoposto a forte stress.  Contrazione delle attività, rallentamento dell’export, del fatturato e della dinamica occupazionale, frenata dei consumi e irrigidimento del credito sono gli elementi che contraddistinguono il primo quadrimestre del 2009». Lo dice Vincenzo Mannino commentando la nota congiunturale del I quadrimestre 2009 realizzata da Elabora, centro studi di Confcooperative
 
«Tra segnali di debolezza, rischi e incertezza si intravedono segnali di stabilizzazione – continua Mannino – migliora il sentiment dei nostri cooperatori rispetto all’andamento dell’economia nazionale nei prossimi mesi, anche se un operatore su tre si aspetta ancora un deterioramento del quadro macroeconomico del Sistema Italia».
 
«I cooperatori intervistati – dichiara Mannino – invocano maggiore semplificazione burocratica, minori costi per l’energia e i trasporti, infrastrutture più efficienti. Due gli aspetti di maggiore criticità: la gestione della tesoreria e gli investimenti. Sulla prima  pesano non solo la fase recessiva, ma soprattutto i ritardi dei pagamenti della Pa.
 
«L’occupazione tiene bene nella cooperazione sociale. Si registrano problemi in alcuni comparti del settore della produzione e lavoro – afferma il segretario generale di Confcooperative – dove prevalgono indicazioni di flessione della manodopera occupata rispetto ad indicazioni di aumento.
 
«Si accentua la concorrenza sleale. Alcuni cooperatori del mondo agricolo hanno segnalato fenomeni di dumping sulle vendite e l’applicazione di “prezzi predatori”. Si segnala anche un malessere diffuso tra gli operatori della pesca che lamentano, come distorsive dell’economia di mercato e del libero scambio, le restrizioni e i divieti imposti all’attività del settore. La frenata dei consumi – conclude Mannino – condiziona i settori consumo e distribuzione e la cooperazione agroalimentare, nonostante il 25% degli operatori abbia rivisto verso il basso i prezzi di vendita».


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