Politica

La vera posta in gioco del caso Noemi

di Redazione

Casoria e dintorni.La battuta migliore è quella di un prelato, l’arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, che chiede ai cronisti: «Noemi chi? Noemi la suocera di Ruth, Noemi della Bibbia?». Il riferimento è alla neo diciottenne Noemi Letizia. E in effetti l’imbarazzo comincia nel dover distinguere tra nome e cognome. La cosa appare quasi surreale. Una festa di compleanno a Casoria (quartiere non proprio bellissimo nella cintura di Napoli) di una diciottenne diventa il caso politico di una campagna elettorale per le votazioni europee. Tutto inizia con il comunicato di Veronica Lario alle agenzie di stampa, in cui annuncia l’intenzione di divorziare da Silvio Berlusconi.
Fra i motivi della decisione, la moglie del premier cita la partecipazione alla festa dei diciotto anni di questa ragazza, che dunque prima era minorenne. In una intervista al Corriere poi, sempre la Lario risponde ad una domanda sul soprannome dato a Berlusconi da Noemi, «papi». Le chiedono: lei pensa sia il padre? «Magari», risponde insinuante. Battaglia pesante, spietata, guerra dei Roses per di più condotta in pubblico, non solo per avvocati, ma fra giornali. Col gruppo Repubblica-L’Espresso in prima fila nella battaglia a fianco di Veronica, cosa che ha finito per trascinare il segretario del Partito democratico, Dario Franceschini nella lotta.
Certo, i comportamenti privati di un uomo politico da sempre non sono secondari. E non è neanche da sottovalutare la contraddizione fra i principi espressi pubblicamente (pensate al cattolico ma divorziato Casini) e la prassi, si diceva una volta, quotidiana. Ma qui la vera battaglia riguarda una famiglia che è proprietaria di un grande gruppo televisivo, che per la sua posizione è considerato strategico anche nella vita pubblica e quindi nella vita politica italiana. Questa guerra dei Roses ricorda molto da vicino un’altra guerra, quella che fu chiamata «la guerra delle due rose», per la proprietà della Mondadori. Ad un certo punto per risolvere la vicenda spuntò una mediazione, quella di Ciarrapico-Andreotti. Allo stato invece non si vede all’orizzonte qualcuno che possa parlare alle due parti in lotta. Certo che se lo scontro elettorale ad un certo punto, l’8 giugno, finirà, è invece difficile immaginare che quest’altra contesa finisca in fretta e facilmente. Il caso Noemi magari sarà archiviato dopo un ulteriore chiarimento e anche per evitare ad una semplice famiglia di Napoli questo chiasso mediatico, ma il nodo del divorzio e della contesa familiare rischia di rimanere legato per altro tempo.


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