Mondo

Ho un’idea, i ragazzi ricostruiscono e si ricostruiscono

Giorgia Meloni: «Per i giovani è una grande opportunità»

di Stefano Arduini

«Vorrei che il post terremoto fosse vissuto come una grande occasione per la nostra generazione, un po’ come avvenne per l’alluvione di Firenze nel 1966». Una scommessa su cui il ministero ha puntato 3 milioni La telefonata le è arrivata lunedì mattina. Dall’altra parte della cornetta Pierluigi Biondi, sindaco di montagna di Villa Sant’Angelo, 35 anni, uno dei più giovani amministratori abruzzesi: «Qua è un disastro». «Non ho capito che cosa intendeva finché non ho visto coi miei occhi», ricorda a quasi due mesi di distanza il ministro della Gioventù, classe 1977, Giorgia Meloni. Il terremoto a Villa Sant’Angelo non ha fatto sconti: 17 morti su una popolazione di 450 persone. «Mi sono fiondata in macchina e sono partita senza dire nulla a nessuno, portando con me solo l’acqua caricata al volo in auto», ricorda la Meloni. Risultato? «Mi sono sentita impotente: tranne portare la mia solidarietà non ho potuto far nulla». In Abruzzo poi il ministro è tornato altre due volte, a Pasqua e in occasione del Consiglio dei ministri che il premier Berlusconi ha voluto convocare a L’Aquila.

Vita: Quali sono oggi le priorità?
Meloni: La prima ovviamente è dare un tetto a tutte le famiglie sfollate. È una corsa contro il tempo: laggiù l’inverno arriva presto e i lavori sono tantissimi. Ma è anche molto importante fare in modo che L’Aquila non perda la sua caratteristica di città universitaria piena di giovani. Subito dopo l’emergenza abitativa occorrerà lavorare sugli incentivi necessari per far tornare i ragazzi.
Vita: Cosa c’entra il ministero della Gioventù con il terremoto?
Meloni: Forse c’entra poco con il terremoto, ma c’entra moltissimo con la ricostruzione. Io vorrei davvero che quella che comincia ora in Abruzzo diventasse e fosse vissuta come la “ricostruzione dei ragazzi”. Un po’ come avvenne nel 1966, a Firenze, in occasione della terribile alluvione. Ragazzi da tutta Italia arrivarono in Toscana per aiutare: passarono alla storia come gli “angeli del fango”. Anche questa volta, per l’Abruzzo, l’idea è venuta in realtà dai ragazzi stessi: subito dopo il terremoto, al ministero siamo stati inondati di telefonate e di mail di ragazzi che volevano fare qualcosa. Ma erano i primi momenti dell’emergenza e la Protezione civile era stata chiarissima: non aveva tempo da dedicare ad addestrare neofiti. Allora abbiamo pensato di metterci a disposizione come “reclutatori”: abbiamo pubblicato un modulo simile a quello utilizzato dalle associazioni di volontariato, abbiamo proposto ai ragazzi di riempirlo, spiegando che li avremmo chiamati quando – finita l’emergenza – sarebbe iniziata la fase della ricostruzione. Abbiamo spiegato che li avremmo messi in contatto con le associazioni di volontariato aderenti al Forum nazionale dei giovani, quando queste avessero avuto bisogno di nuove reclute. Il primo giorno c’erano già più di duemila adesioni. Ora sono quasi 5mila e cominciano a partire per l’Abruzzo.
Vita: Cos’hanno da imparare i giovani che partecipano alla ricostruzione?
Meloni: Quello che hanno imparato da esperienze simili le generazioni che li hanno preceduti. Se vi è capitato in questi giorni di sentire i racconti di chi è stato volontario in Irpinia o in Friuli, non vi sarà sfuggita l’enfasi e la passione con cui quei ricordi vengono raccontati. Tutti – nessuno escluso – parla delle esperienze di volontariato come di momenti di grandissimo arricchimento personale. Ma io vorrei che anche gli adulti imparassero qualcosa da questa massiccia partecipazione giovanile. Che imparassero cioè a giudicare con occhi diversi questa generazione che i media dipingono come fatta solo di bulli e veline, priva di qualsiasi valore morale o tensione civile. Questa generazione è ben altro ed è in occasioni estreme come quella abruzzese che sa dare il meglio di sé.
Vita: Si può dire che questa tragedia segna una svolta nella politiche giovanili del governo?
Meloni: Non si tratta di una svolta. Si tratta di un impegno nuovo, concreto, per la ricostruzione dell’Abruzzo.
Vita: In caso di altre catastrofi di questo tipo, promuoverete altre mobilitazioni giovanili?
Meloni: Speriamo non si debbano fronteggiare altre tragedie del genere.
Vita: Quanto avete investito del vostro budget sui progetti per l’Abruzzo?
Meloni: Nel corso del Consiglio dei ministri che si è tenuto a L’Aquila è stata introdotta nel decreto legge del governo una norma del ministro della Gioventù che ha sbloccato le risorse stanziate a favore dell’Abruzzo in materia giovanile, ma non ancora utilizzate, riguardanti le annualità 2008 e 2009. Sono 3 milioni di euro e verranno immediatamente impiegati per iniziative di sostegno alle giovani generazioni colpite dall’evento sismico. L’assessorato alle Politiche giovanili della Regione trasmetterà poi con cadenza semestrale una relazione sull’attuazione dei progetti intrapresi ai fini del monitoraggio da parte del ministro della Gioventù. Ma si tratta solo del primo stanziamento. In questi giorni è già attiva la raccolta fondi “Giovani per l’Abruzzo”, in collaborazione con MTV Italia.


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