Famiglia

Studio legale Arena, il diritto non è mai minore

Anche gli avvocati in campo. Un'esperienza a Foggia

di Sara De Carli

Si è specializzato nella difesa dei diritti di quelli che la parola avvocato neanche la pronunciano. Difensore dei minori maltrattati; o di genitori decaduti ingiustamente dalla potestà genitoriale. E per far capire quanto fa sul serio, pubblica anche una rivista…
I suoi eroi sono, nell’ordine, sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Robin Hood e Francesco Totti. Sant’Alfonso per lo stile del vero avvocato (tra cui un «Non si deve aggravare il cliente di spese indoverose, altrimenti l’avvocato ha l’obbligo della restituzione»); Robin Hood per le tariffe e Totti perché «la Roma è l’unica cosa che mi mette ko».
Massimiliano Arena ha 37 anni e fa l’avvocato a Foggia. Il suo studio è specializzato nella difesa dei diritti di quelli che la parola avvocato neanche la pronunciano, che chissà quanto costa. Minori, immigrati, richiedenti asilo, senza fissa dimora, per esempio. Ma anche associazioni o comunità per minori. «Scopo principale non è il guadagno a tutti i costi, bensì la cura di quelle fasce di popolazione che hanno meno accesso alla Giustizia, considerati gli elevati costi che questo comporta», recita la sua home page. Alcune cause Massimiliano le segue gratuitamente, presso lo sportello degli “Avvocati di strada” di Foggia. Per molti sarebbe abbastanza: il lavoro da un lato, il volontariato dall’altro. Lui invece ha voluto confondere i piani, «il lavoro diventa la tua vita, mi piace così, non saprei essere diversamente»: due anni di pratica forense e poi, nel 2004, uno studio tutto suo, specializzato in diritto minorile e dell’immigrazione.
Guardandosi indietro, c’è un po’ del sacro fuoco delle conversioni giovanili: «Dopo la maturità sono andato a Roma all’università. Me la sono goduta: feste, donne e viaggi. Poi una crisi esistenziale. Sono risalito facendo volontariato in una casa per bambini senza famiglia. Ho deciso che tutto quello che studiavo doveva servire per aiutare altre persone. Anche un avvocato può salvare vite», dice.

Il volontariato non basta
Le pie intenzioni del novello san Francesco han trovato gambe grazie a due certezze: «Ho la fortuna di un cugino commercialista che mi ospita nel suo studio, non ho affitto da pagare. E un’entrata fissa che mi tiene tranquillo: dirigo una comunità per adolescenti a rischio, a Bari».
Così lo Studio legale Arena parte con la sua scommessa imprenditoriale. Piano piano l’avvocato diventa un punto di riferimento per le cause che vedono coinvolti minori abusati o maltrattati. Difensore del minore contro i genitori o di genitori decaduti ingiustamente dalla potestà genitoriale, «perché si tolgono facilmente i bambini a genitori in situazione di indigenza, parlando di stato di abbandono». Le comunità si rivolgono a lui per gestire le cause dei loro “ragazzi difficili”, studiare le strategie difensive o per cause che riguardano la gestione della comunità stessa, a partire dal recupero crediti nei confronti degli enti locali: Foggia, per dire, non paga da un anno e mezzo. Sull’altro fonte le associazioni per gli immigrati stipulano con lo studio convenzioni con un forfait per curare tra le 100 e le 300 pratiche: richieste d’asilo, ricorsi per i rifugiati.
Come Robin Hood
«Molte delle pratiche che seguo sono di gratuito patrocinio: dovrei ricevere circa 400 euro a causa, ma dal 2007 ad oggi non ho ancora visto un euro», spiega Arena. «Per il resto si gioca un po’ a fare il Robin Hood, fissando una tariffa diversa a seconda della persona che ho davanti. Vengono da me anche benestanti, imprenditori che si stanno separando o non riescono a vedere i figli: in questi casi sono molto esigente perché mi ritengo bravo e la specialità va pagata. Magari a beneficio di una persona meno abbiente». In soldoni, significa che chi può lascia all’avvocato Arena dai mille euro in su («in nessuno studio legale si lasciano mai meno di mille euro, che poi può essere da mille a “più infinito”»); per gli altri bastano 100/200 euro, «giusto i soldi per rifarmi delle spese per il telefono e la benzina».
Abbastanza per reggere la concorrenza spietata degli avvocati, pronti ora a scendere in campo persino dentro i supermercati? «Non posso lamentarmi. Certo, io ora non ho figli, quando arriveranno forse sarà un problema, ma non voglio fare scelte di vita in funzione del mutuo di casa». Per il momento Arena ha conquistato altri colleghi e con loro ha messo su una redazione che edita la Rivista di diritto minorile: «Volontari innamorati (aborriamo il termine esperti)» dei diritti delle future generazioni. Sono al numero 3, e hanno tutte le intenzioni di diventare grandi.


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