Economia
CONFCOOP. Basso il ricorso agli ammortizzatori sociali
Su 506.000 persone occupate meno dell'1% ha fatto ricorso agli ammortizzator
di Redazione
Le cooperative ricorrono molto poco agli ammortizzatori sociali. Lo ha sottolineato il presidente di Confcooperative Luigi Marino nel corso dell’assemblea annuale,
sottolineando che su 506.000 persone occupate meno dell’1% ha fatto ricorso agli ammortizzatori. “La cooperazione -ha spiegato- si ripropone come utile strumento di politica industriale: alternativa possibile di rilancio produttivo, anzichè di gestione assistenziale delle difficoltà aziendali. L’auspicio è che si trasformino in una
comprensione rispettosa e realistica della funzione sociale ed economica da esse svolta”.
Marino si è poi soffermato sul lavoro degli immigrati. “Del lavoro degli immigrati -ha spieagto- l’Italia ha bisogno e non dobbiamo avere paura di ciò di cui abbiamo bisogno. Nelle nostrecooperative e nella cooperazione in genere, i lavoratori immigrati trovano occupazione stabile e regolare (il 18% degli addetti), diventano soci, diventano amministratori, hanno cominciato a diventare dirigenti del movimento cooperativo”.
Quanto alla riforma del sistema contrattuale Marino ha detto che si tratta di “un passo importante, al quale abbiamo contribuito con convinzione. È un passo nella sussidiarietà economica, che aumenta l’adattabilità delle imprese e del lavoro. Tuttavia, di fronte alle diseguaglianze, sindacati e imprenditori invocano politiche redistributive maggiori, investimenti in formazione e in ricerca, nell’istruzione e nella innovazione, e la riduzione della pressione fiscale. In questa strettoia, nella morsa di aspettative a volte contrastanti, l’Italia è zavorrata dal suo immane debito pubblico”
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.