Economia

Superati i 61 miliardi di fatturato

I dati resi noti oggi da Luigi Marino nel corso dell'assemblea nazionale

di Redazione

Confcooperative cresce: nel 2008 il numero delle cooperative associate supera le 20mila per un numero di cooperatori che si avvicina ai 3 milioni (2.964.752 per
l’esattezza e un fatturato che ha superato i 61 miliardi di euro. A fornire i dati di Confcooperative è il presidente Luigi Marino nel corso dell’assemblea annuale. In crescita anche gli occupati (in maggioranza donne 57,9% e con una forte presenza giovanile) che per la prima volta superano il mezzo milione (506.542). Le microimprese, che erano il 77% della base sociale dieci anni fa, sono ora il 57,3%.
Aumentano le grandi imprese (1,8%). Il sistema, dunque, gode di buona salute come dimostra anche l’andamento delle banche cooperatuive che nel 2008 hanno registyrato una raccolta diretta di oltre 136 miliardi di euro, impieghi per 118 miliardi di euro.
«La grande avanzata delle cooperative italiane in questo decennio», ha detto Marino, «è accreditata solitamente al carattere anticiclico dell’economia cooperativa». Il lungo ciclo di crescita che ha riguardato in particolare i servizi alle imprese tipici delle aree urbane, i nuovi mestieri intellettuali e nei servizi alla persona e alla famiglia, ha un carattere strutturali. «Tutta la cooperazione», ha spiegato Marino, «è cresciuta, ma la crescita è stata impetuosa nella cooperazione di lavoro e in quella sociale. Oggi la stragrande maggioranza degli occupati nelle cooperative italiane sono soci lavoratori. Le cooperative agricole (che per il 14% sono abituali
esportatrici) conquistano sbocchi commerciali inaccessibili ai singoli produttori. Nel credito funziona efficacemente il legame forte e concreto con le economie e le comunità locali. Le cooperative di abitazione raccolgono la nuova domanda del risparmio energetico, della casa ecologica, di gruppi sociali più deboli».
Soffermandosi sugli effetti della crisi nel mondo della cooperazione marino ha osservato che l’avanzata cooperativa«aveva già registrato un rallentamento nel corso del 2008. Nel primo quadrimestre del 2009 il sistema cooperativo tiene, ma è sottoposto a pressioni pesanti. In modo variegato nei settori e nei territori,
irrompono contrazione di attività, rallentamento dei fatturati, criticità per l’occupazione. Le imprese più robuste e dinamiche reagiscono – specialmente nel campo agroalimentare – proiettandosi verso nuovi investimenti».
«Nell’insieme però», ha sottolineato, «la domanda di credito è rallentata. È molto diffusa, anche se non generalizzata, la denuncia di irrigidimenti dell’offerta. Al Sud abbiamo registrato i primi episodi di cedimento dell’occupazione. La crisi morde a partire dai punti deboli: per la cooperazione sono le situazioni più gravi di sottocapitalizzazione, l’inserimento in indotti industriali deboli (se cala la produzione industriale rallenta la logistica), i ritardi di pagamento della Pa».


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