Formazione

Il manifesto Educa 2009

La manifestazione si terrà dal 25 al 27 settembre e vedrà la partecipazioni di 70 organizzazioni nazionali e locali tra cui: Save The Children, Unicef, WWF, Acli, Slow food

di Lorenzo Alvaro

Tornerà a settembre Educa, la manifestazione nazionale che vuole rimettere l’educazione al centro della riflessione e dell’agire. Ci saranno pedagogisti e filosofi, accademici e scrittori, uomini e donne della chiesa, della cultura, dello spettacolo, dell’informazione e dello sport. Una manifestazione dedicata a bambini e ragazzi, genitori, insegnanti ed educatori, che prenderà forme e linguaggi diversi: seminari, dialoghi, testimonianze, giochi, laboratori creativi, spettacoli, musica e cinema.
Il successo del primo anno, testimoniato dalle 11 mila presenze e dai 2500 bambini, ha trovato conferma nelle molte proposte per la definizione del programma giunte al comitato promotore da più di 70 organizzazioni nazionali e locali: tra le quali Save The Children, Unicef, WWF, Acli, Slow food.

Il tema 2009: «Diritti e rovesci. Le responsabilità in gioco»
Il 2009 è il ventennale della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, approvata dall’Assemblea generale dell’ONU il 20 novembre 1989. Si tratta del documento internazionale più ratificato del pianeta ma anche, quasi paradossalmente, di uno dei documenti più ignorati e sconosciuti e, in quanto tale, poco valorizzato nelle sue potenzialità. Il perno della Convenzione, un documento di nuova generazione in quanto prevede la possibilità di essere integrato da protocolli aggiuntivi ratificabili dai singoli Paesi, sta nella scelta di cambiare paradigma nell’approccio ai minori, che non vengono più considerati «oggetto di tutela», quanto piuttosto «soggetto di diritti». Una sfida di altissimo livello, poiché impone fra l’altro un ripensamento sul piano pedagogico, su quello sociale e su quello legislativo. Una sorta di «rovesciamento» del punto di vista, del pensiero e dell’azione. I principi fondamentali contenuti nella Convenzione (principio di non discriminazione, principio di superiore interesse del bambino, diritto alla vita, sopravvivenza e sviluppo, ascolto delle opinioni del bambino) dovrebbero essere assunti da ogni comunità quali criteri di riferimento al fine di assicurare ad ogni bambina e bambino, ragazza e ragazzo il diritto di sviluppare appieno le proprie potenzialità.
Nella seconda edizione, Educa intende rimettere al centro la prospettiva che la Convenzione suggerisce, per tornare a riflettere non solo sui diritti fondamentali dei minori, ma anche sulla loro negazione e sui doveri necessari a garantire una convivenza umana compiuta. I diritti non sono un dato statico ed acquisito. Richiedono capacità di movimento costante per cambiare e rovesciare il punto d’osservazione abitudinario, per verificare la nostra capacità come adulti e società di permettere ai bambini e adolescenti di riscrivere il futuro, loro e nostro come protagonisti. Manca ancora oggi una coscienza piena dei diritti. In questo senso la proposta della manifestazione è quella di assumere, come adulti e come cittadini competenti e attivi, la responsabilità di pronunciare una denuncia decisa sui diritti violati, nel nostro Paese e nel mondo, e di suggerire piste di approfondimento e di confronto sulla relazione che intercorre fra l’affermazione di un diritto e il dovere di riconoscerlo e tutelarlo, giuridacamente, culturalmente, con scelte di politica attiva e di pedagogia di qualità.


Il nuovo Manifesto sull’educazione e alcuni degli ospiti di Educa 2009, sono stati presentati in anteprima oggi, venerdì 22 maggio a Trento.

Erano presenti: Lorenzo Dellai, presidente della Provincia Autonoma di Trento, Michele Odorizzi presidente Con.Solida e coordinatore del gruppo promotore, Davide Bassi rettore dell’Università degli Studi di Trento e Guglielmo Valduga sindaco Rovereto.

L’evento si terrà dal 25 al 27 settembre 2009 a Rovereto.

L’iniziativa è promossa dal consorzio delle cooperative sociali trentine Con.Solida., Provincia autonoma di Trento, Università degli Studi di Trento, Edizioni Centro Studi Erickson, Comune di Rovereto, Gruppo Cooperativo Cgm – Welfare Italia con la sua società Luoghi per crescere, Vita Nonprofit, il settimanale del terzo settore e la rivista specializzata Animazione sociale.

Cos’è Educa
E’ nato nel 2008 come incontro-evento per rilanciare la riflessione sui temi educativi e si rivolge in particolare a tutti coloro che non vogliono aderire passivamente al coro delle lamentele sulla crisi dell’educazione, sulla delegittimazione della scuola, sull’incapacità dei genitori di svolgere il proprio ruolo, sull’ingovernabilità dei bambini e degli adolescenti e sulla loro strutturale superficialità e irresponsabilità. Tutto nasce dalla consapevolezza che sia tempo di porre al centro dell’attenzione sociale e politica la questione educativa, in termini forti e propositivi. Dar vita ad Educa ha dunque significato, per gli enti promotori e per tutti coloro che vi hanno aderito e vi aderiranno, assumere pubblicamente un impegno continuativo perché alla crescente richiesta sociale di una «buona educazione» non si risponda con soluzioni contingenti e interventi estemporanei.
Perciò il manifesto, che contiene i cardini di questo comune intento per e dentro l’universo educativo sarà in movimento: non un pamphlet fisso e statico, ma un documento aperto alle nuove sfumature che ogni anno Educa farà emergere dalle sensibilità dei protagonisti che le daranno vita e anima.

Il Manifesto
All’origine di Educa c’è la consapevolezza che l’educazione sia una «questione seria» che richiede approcci rigorosi e rifugge ogni frettolosa improvvisazione o rassicurante abitudine. Al tempo stesso la manifestazione non vuole commettere l’errore di fare dei temi educativi materia per specialisti: l’educazione investe tutti e per questo può e deve essere trattata con toni e modi accessibili. Vogliamo quindi evitare lo scivolamento nei linguaggi accademici, senza mancare di scientificità; nei tecnicismi didattici, senza trascurare le esplicitazioni di metodo; nelle riflessioni organizzative o in circoscritte istanze politiche, senza omettere i diversi punti d’osservazione. Un’occasione per parlare di educazione nelle sue plurali manifestazioni e nel suo realizzarsi all’interno di tutti quegli ambiti, profondamente differenti, che hanno messo al centro della riflessione e della prassi la questione educativa.

Il Metodo
Educa è improntato alla partecipazione allargata in ogni suo momento: dall’ideazione, alla progettazione, alla realizzazione. Si tratta di un evento che si articola, con modalità differenti, attorno ad alcuni snodi fondamentali:
1. Dire: promuovere riflessioni attraverso seminari con esperti che offrono occasioni di pensiero sui grandi temi dell’educare da differenti prospettive; organizzare incontri con addetti ai lavori per riflessioni fortemente orientate alla pratica.
2. Fare: valorizzare le buone pratiche attraverso i laboratori quali luoghi di operatività dove si realizza la sintesi fra gli insegnamenti teorici e lo sviluppo di funzioni operative. Poiché la dimensione pratica si rivela come una componente essenziale e irrinunciabile del sapere sull’educazione, i laboratori non rappresentano soltanto momenti ludici e di svago, ma importanti appuntamenti che completano la riflessione sull’educazione.
3. Appassionare: riconquistare l’educazione come passione gioiosa, anche divertente. Spettacolo, musica, teatro, animazione, gioco legati ai temi educativi.
4. Mostrare: creare reti sempre più ampie fra gli enti promotori e le numerose altre organizzazioni che partecipano al dibattito. EDUCA darà spazio alle realtà che hanno buone pratiche, esperienze significative, metodi educativi innovativi da condividere.
5. Partecipare: vivere in prima persona le esperienze, animare gli spazi assieme agli altri, mettersi in gioco, assumersi personali responsabilità, abitare e animare la propria realtà e il proprio territorio.

Gli intenti
L’educazione è un nutrimento per tutti, non un privilegio di qualcuno. Educa è una un’occasione di «soglia» tra i propri quotidiani impegni per riflettere e confrontarsi sulle sfide educative. E’ ricerca di linguaggi diversi e di molteplici forme di espressione per parlare di educazione, mostrando modalità nuove e «leggere» per farsene carico responsabilmente. Sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei responsabili politici affinché la sfida educativa non rimanga un compito per addetti ai lavori e sia nel nostro Paese un ambito di investimento e non un costo da tagliare. Dialogo e confronto fra le istituzioni – a partire da quelle scolastiche – e le varie voci del Terzo Settore e della società civile per sollecitare tutti e ciascuno, organizzazioni e persone, ad approfondire sempre, criticamente e costruttivamente, il proprio ruolo nei processi educativi.


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