Economia

Comuni spreconi, diamoci un taglio

Uno studio Audit Gis e Fondazione Cariplo valuta in 120 mlioni di euro la spesa per abbattere le emissioni di anidride carbonica

di Lorenzo Alvaro

Circa 110 -120 milioni di euro, questo il fabbisogno per abbattere in modo significativo gli sprechi e le emissioni di anidride carbonica dagli edifici di proprietà comunale. Per farlo occorrerebbe intervenire sugli involucri degli edifici, sistemando tetti, cappotti e serramenti, sostituire vecchie caldaie con impianti a condensazione e installare pannelli fotovoltaici. Il progetto Audit Gis di Fondazione Cariplo è stato presentato a Milano mettendo a disposizione una ricca banca dati con i risultati su 2.400 immobili raccolti grazie agli audit energetici finanziati dal Bando nel periodo 2006-2008 (pubblicati qui a fianco troverete le slide di presentazione). Il bando ha coinvolto 650 Comuni al di sotto dei 30 mila abitanti delle province lombarde e di Novara e Verbania, ovvero oltre un terzo dei Comuni piccoli e medi del territorio.

Quadro Critico
Quali sono le prestazioni energetiche degli edifici di proprietà dei Comuni in Lombardia e nelle province di Novara e Verbania?
Il quadro è piuttosto critico. Gli immobili nella maggior parte dei casi non sono edifici moderni, né progettati per minimizzare gli sprechi energetici o ridurre le emissioni di CO2. C’è molto da fare, ma l’interesse per il problema è sicuramente vivo: sono infatti numerosissimi i Comuni che hanno partecipato al bando «Audit energetico per gli edifici dei Comuni piccoli e medi» promosso da Fondazione Cariplo e che aveva come obiettivo la diffusione di comportamenti energetici virtuosi nelle amministrazioni pubbliche. Prima di ogni cosa occorreva conoscere lo stato dell’arte in questo ambito. I Comuni sono infatti spesso alle prese con una situazione particolare: posseggono un patrimonio edilizio consistente e sono al tempo stesso soggetti normatori nel settore edilizio. Un loro impegno per il risparmio energetico potrebbe dunque avviare una piccola rivoluzione.

Come?
Ci sono due problemi da risolvere: primo, raccogliere informazioni sulle condizioni degli immobili; secondo, trovare le risorse necessarie per realizzare gli interventi di adeguamento e sensibilizzare i cittadini. Mettendo a disposizione risorse per oltre 8 milioni di euro, Fondazione Cariplo ha pertanto voluto fare un primo passo, finanziando il censimento energetico degli edifici, l’identificazione degli interventi, nonché iniziative di formazione dei dipendenti comunali e di sensibilizzazione dei cittadini. La banca dati, attualmente dispone di informazioni sui consumi relativi a circa 2.400 edifici e di un approfondimento sugli interventi (oltre 2.300) di efficienza energetica suggeriti per 700 edifici. Per valorizzare questo prezioso patrimonio di conoscenza derivante dalle informazioni raccolte attraverso gli audit realizzati nel periodo 2006-2008, è stata sviluppata una piattaforma web chiamata Audit Gis, consultabile on line.
La banca dati utilizza un applicativo Gis che consente anche di localizzare e visualizzare gli edifici sul territorio. Il risultato di questo lavoro è stato presentato nel corso del convegno «Edifici pubblici ed energia: Comuni spreconi o parsimoniosi?» a Milano. Coerentemente con la tematica trattata, per annullare l’impatto che l’evento produrrà, Fondazione Cariplo ha scelto Impatto Zero: una modalità che consente di compensare 4.285 kg di CO2 prodotta attraverso la creazione e mantenimento di 1.373 mq di foreste in Costa Rica.
Per compiere il secondo passo servirebbero invece, secondo le stime, 110-120 milioni di euro: un investimento che pare davvero necessario per produrre effetti concreti e che consentirebbe di eliminare l’equivalente delle emissioni di un esercito di 12 mila utilitarie che viaggiano per 12 mila km/anno.
L’Italia è uno dei Paesi europei ad avere recepito la Direttiva europea 2002/91/CE sul rendimento energetico degli edifici, finalizzato al risparmio di risorse e alla riduzione delle emissioni; la Direttiva afferma che gli edifici occupati dalle pubbliche
amministrazioni dovrebbero costituire esempio per l’intera comunità proprio come
modello di risparmio, capaci di una gestione energetica virtuosa.

Gli sprechi
E’ davvero così in Lombardia e nelle province di Verbania e Novara? Quali sono i dati più significativi che emergono dall’analisi?
La situazione attuale degli edifici pubblici è sicuramente critica. Difficoltoso è stato già il reperimento delle informazioni sui consumi che, in alcuni casi, non erano monitorati in alcun modo. I consumi sono decisamente elevati: circa 230 kWh/mq.
La tipologia di impianti maggiormente impiegati per il riscaldamento sono le caldaie
standard (71%), mentre ancora molto poco diffuse sono le caldaie a condensazione(7%). Il combustibile di gran lunga più utilizzato è il metano, in oltre il 94% dei casi. Per quanto riguarda la destinazione d’uso degli edifici monitorati, e per i quali sono stati identificati interventi di efficienza energetica, nel 62% dei casi si tratta di scuole e asili (circa 1500 dei 2500); il 21% degli interventi sarebbe invece destinato a municipi e uffici, l’8% a palestre e impianti sportivi, il 2% rispettivamente a centri ricreativi e residenze sanitarie e assistenziali, il restante 5% a edifici destinati ad altri utilizzi.

Gli interventi: cosa si può fare per migliorare
Obiettivo degli audit è non solo fare il punto sulla situazione dei consumi ma anche
stimare i possibili benefici che deriverebbero dall’adozione di interventi di efficienza
energetica e i relativi costi. Si è potuto così valutare:
il potenziale apporto in termini di riduzioni dei consumi e di emissioni di CO2
da parte degli edifici pubblici;
l’entità del fabbisogno finanziario dei comuni, la tipologia degli interventi più
necessari e i tempi di rientro degli investimenti.

Se si potessero realizzare tutti gli interventi di miglioramento si potrebbero infatti ridurre i consumi di oltre il 40% di kWh e abbattere quindi le emissioni di CO2 di circa 25 mila tonnellate/anno. Dall’analisi degli interventi suggeriti per risparmiare energia emerge che, per migliorare sostanzialmente la situazione, occorrerebbero nel 47% dei casi interventi sull’involucro dell’edificio (rifacimento tetti o cappotto, coibentazioni, finestre, serramenti). Seguono gli interventi sugli impianti di riscaldamento (sostituzioni caldaie) e quelli sulle utenze elettriche, pari rispettivamente al 26% e al 24% ciascuna, mentre quasi trascurabili appaiono gli interventi sugli impianti di produzione di acqua calda (3%). Il costo per realizzarli è stimato in 110-120 milioni di euro, con tempi di rientro medi di circa 17 anni, un valore abbastanza elevato e spiegabile con l’elevata percentuale di interventi sull’involucro dell’edificio, particolarmente costosi.
«Per incidere veramente su questo problema, non basta effettuare interventi strutturali», spiega Marco Frey, consigliere d’amministrazione di Fondazione Cariplo, «occorre parallelamente promuovere una nuova mentalità a livello locale,
soprattutto nelle giovani generazioni; è fondamentale formare le persone sui modi con cui è possibile realizzare risparmi energetici; per questo il bando di Fondazione Cariplo ha finanziato, oltre al censimento, anche la formazione del personale tecnico comunale che imparerà come far risparmiare l’ente pubblico e a trasmettere questa sensibilità alla comunità locale. Soprattutto in quei luoghi frequentati dai bambini e dai ragazzi, come scuole e palestre, che, guardacaso, sono tra gli edifici più rilevanti identificati dalla ricerca per abbattere gli sprechi». Come dire che i comuni devono essere messi in grado di dare il buon esempio.

I sistemi di monitoraggio
Nell’ultima edizione 2008 del bando, si è voluto inserire un ulteriore elemento di
innovazione tecnologica, offrendo ai Comuni la possibilità di installare un sistema di
monitoraggio dei parametri della temperatura interna ed esterna ad un edificio
comunale, nonché i livelli di umidità. Queste informazioni consentiranno di contestualizzare i livelli di consumo dei Comuni rispetto alle condizioni climatiche
esterne, permettendo di verificare se i risparmi conseguiti sono imputabili ad effettivi miglioramenti impiantistici o gestionali o semplicemente alla presenza di una stagione invernale particolarmente mite. Anche queste informazioni saranno inserite nella banca dati Audit Gis.


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