Cultura

Milano, migranti e divorziati: la Chiesa a tutto campo

E poi Rai e Fiat e molto altro nella panoramica sui quotidiani di oggi

di Redazione

Il richiamo di Tettamanzi a Milano, il dibattito lanciato da Martini sui divorziati e il forte richiamo della Cei contro le politiche sull’immigrazione del Governo. Ecco come i giornali di oggi hanno trattato questi temi. Poi spazio a Fiat e Rai.



Dopo aver lanciato il tema dell’incapacità di Milano a coprire il suo ruolo di capitale morale del paese con un’intervista al cardinale Tettamanzi oggi il CORRIERE DELLA SERA con Elisabetta Soglio interpella il sindaco “Moratti: Milano accetta la sfida di Tettamanzi”. Continua la Moratti: «Raccogliamo la sfida del nostro cardinale. Siamo pronti a dare il nostro contributo per fare sistema». Come? «con una raccolta di idee per la città e valorizzando il molto che già esiste». Però «non si può dire che Milano abbia perso la sua anima. Milano ha un’anima molto radicata, ha risorse molto grandi, ha consapevolezza del proprio ruolo e della propria missione». Interrogata su quali siano i protagonisti della Milano di oggi, risponde: «Giuseppe Rotelli, che inventa un’eccellenza come il Policlinico San Donato…Livia Pomodoro che ricorda sua sorella Teresa tenendo vivo un teatro sociale…La Fondazione Trussardi e le mostre che finanzia…la Fornace Curti frequentata da artisti internazionali…La Fondazione Rava che aiuta i bambini».
A fianco all’intervista alla Moratti il richiamo della Cei contro la politica dell’immigrazione del Governo e le proposte dei posti riservati sugli autobus a Milano. Sui respingimenti: la decisione delle «nostre autorità di riportare sulle sponde africane coloro che cercavano di raggiungere il nostro Paese – sostiene monsignor Arrigo Miglio, presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e vescovo di Ivrea – corrisponde a farli tornare indietro su strade di fame e di morte». La proposta leghista invece si qualifica come la «prova di un nuovo apartheid». Il CORRIERE offre al deputato leghista Salvini il diritto di replica: “Ma io pensavo alla sicurezza delle donne”.
Infine il capitolo divorziati. Dopo le anticipazioni dell’ultimo libro di Carlo Maria Martini e don Luigi Verzè in cui l’ex cardinale di Milano ha aperto ai divorziati. Il quotidiano milanese ospita una lettera aperta di Gerry Scotti: “Il mio divorzio come secondo peccato originale: «garantisco che questa sorta di secondo peccato originale che il divorziato deve sentirsi addosso è un peso. E se frequenti una comunità, arrivi a vergognarti nel fare la comunione…l’apertura nei confronti dei divorziati auspicata dal cardinale Martini mi sembra fondamentale…accogliere nella chiesa quanti come me hanno sbagliato è un vero atto di carità cristiana».

LA REPUBBLICA si occupa di immigrazione a pagina 20: “Immigrazione, appello dei vescovi. «No alla cacciata e all’apartheid». Nuovo e severo richiamo dei vescovi, cui fa eco FAMIGLIA CRISTIANA che in un editoriale del numero in edicola oggi critica i provvedimenti legislativi e i respingimenti, lanciando l’allarme di una deriva xenofoba e criticando il Parlamento che ha fatto «del migrante un nemico per un pugno di voti in più» (la conferma, in altra parte del giornale, in un sondaggio commentato da Ilvo Diamanti: due italiani su tre sarebbero d’accordo coi respingimenti, mentre il Pdl sarebbe al 40% e il Pd al 25,7%). «Il reato di clandestinità crea le condizioni perché i migranti vengano messi fuori dal consorzio umano» scrive il settimanale. Analoga preoccupazione l’ha espressa il cardinale Tettamanzi in una trasmissione tv ieri sera: «la politica sugli  immigrati non ceda alla paura».

Su AVVENIRE a pagina 15 i punti principali del discorso di Tettamanzi in Duomo davanti a preti e diaconi a conclusione del Sinodo del clero (“Tettamanzi ai sacerdoti: incontro ai «lontani»”). «Il Vangelo è per tutti, non solo per i “nostri”, per quelli cioè che ci sono più vicini, più affini a noi per tradizione, mentalità, cultura, modo di vivere». È uno dei passaggi più significativi. «Devo confessare che avrei desiderato sentire nelle nostre assemblee più frequente e più intensa questa ansia missionaria verso i “lontani”, verso chi è da poco arrivato nelle nostre terre. In realtà, dei migranti hanno parlato praticamente solo gli “addetti ai lavori”. Eppure sono e saranno una presenza sempre più rilevante nella nostra Chiesa». Secondo l’arcivescovo, la Chiesa di Milano è attenta alle necessità dei poveri, e la modalità con cui sono stati accolti il Fondo famiglia lavoro e la colletta per i terremotati dell’Abruzzo lo dimostrano. Tuttavia è importate crescere su due fronti: l’attenzione ai deboli, quindi agli immigrati, e la comunione/condivisione «tra tutti noi e gli altri», auspicando una collaborazione più stretta coi fedeli laici. Un cenno all’intervista di ieri sera con Fabio Fazio durante la puntata di Che tempo che fa. Nella cronaca milanese un piede ancora dedicato all’invito a una maggiore vicinanza agli stranieri: migranti, tema centrale per il futuro.

Richiamo in prima sul GIORNALE:  “Tettamanzi. L’arcistar che ama la tv e parla poco di Gesù” che torna sulle pagine di ieri del CORRIERE in cui il vescovo di Milano « ha flagellato l sua città. in modo garbato ma energico nella sostanza ha fatto a pezzi  l’anima e la faccia della capitale  morale d’Italia: una città smarrita, frantumata incattivita addirittura.  Tettamanzi vede sì  generosità nell’aiutare, ma si domanda se esista  ancora la borghesia di una volta.  E se c’è ancora una città che sa accogliere, dialogare e integrare. Mascheroni nel fare il ritratto di Tettamanzi  continua «ha ultimamente allungato  la propria mano verso i signori dei salotti buoni. Il mese scorso “l’infedele” di Lerner, ieri  mattina le illuminate stanze del CORRIERE,  e in serata  l’oratorio di Fabio Fazio. Sta camminando su un sentiero  lungo il quale le sue pecorelle fanno fatica a seguirlo. A volte le considerazioni sociali delle alte gerarchie sono troppo lontane dal senso comune della gente.  I soliti maligni fanno notare che tra le 100 righe d’intervista concesse al CORRIERE  e i 25 minuti di chiacchierata con Fazio don Dionigi  ha pronunciato 20 volte  le parole dialogo e solidarietà ma appena due il nome di Gesù».  IL GIORNALE intervista a pag.46 Letizia Moratti, sindaco di Milano  che dice «Le critiche di Tettamanzi? Milano generosa, non ha perso l’anima. Ci sono tanti esempi di solidarietà e la borghesia illuminata c’è ancora».



E inoltre sui giornali di oggi:

FIAT
IL MANIFESTO – A parte la cronistoria dei fatti che porteranno il governo tedesco, i vertici GM e il governo americano in breve tempo a scegliere tra i tre candidati chi dovrà prendere in mano la Opel, è molto interessante il box titolato “Quel che Marchionne non dice agli Italiani”. Si tratta del piano di rilancio del nuovo gruppo, comprensivo di Opel. I piani sono stati pubblicati in Germania ed erano due, due possibili modi di affrontare la situazione. L’unica differenza è la durezza degli interventi. In entrambi i casi caso si prospetterebbe un cospicuo numero di tagli di personale, chiusura di stabilimenti. La verità è che senza tagli, quindi con un abbattimento delle spese, tutto il castello rischia di crollare. Da sottolineare il fatto che i tagli dovranno avvenire in egual misura anche in Italia per scongiurare l’ipotesi che qualcuno si convinca che Fiat voglia ripianare i propri debiti a spese degli altri marchi e quindi paesi.

AVVENIRE – Pag. 25: “Fiat. Ecco l’offerta per Opel e Vauxhall”. All’entusiasmo delle borse, +1,79%, non segue un’uguale euforia fra i sindacati che rimangono preoccupati: Bonanni ha parlato di «urgenza di un confronto», Epifani: «Siamo nell’incertezza più assoluta». Soddisfatto il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola: «È una proposta completa e di prospettiva», «un vanto per l’Italia e un’opportunità per i nostri stabilimenti»

LA STAMPA – “Opel, tre offerte. Fiat è favorita” titola oggi in prima il quotidiano di Torino. E all’interno un servizio dell’inviato a Berlino spiega che ormai il governo tedesco ha “passato la palla” e i destini della casa automobilistica saranno decisi altrove, a Washigton e Detroit. Resta il fatto che il governo guidato da Angela Merkel dovrà immettere nell’operazione importanti risorse economiche: 7 miliardi di euro secondo LA STAMPA. Sul tavolo ci sono tre offerte: Fiat, Maga-Gaz e Ripplewood. Secondo Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat «Con Opel abbiamo oltre il 50% di probabilità di farcela, perché la nostra è l’unica offerta con contenuti e valori industriali. Le altre non hanno consistenza produttiva o sono sostanzialmente finanziarie».


RAI
LA REPUBBLICA – “Rai, scoppia la guerra dei direttori”: nel suo titolo d’apertura il quotidiano diretto da Ezio Mauro collega la questione tv pubblica con il processo Mills, richiamando nel sommario la difesa dei magistrati (basta attacchi) e il giudizio del premier (quel giudice è nemico). I servizi all’interno. “Rai, via alle nomine tra le polemiche Cda diviso, l’opposizione insorge”. Francesco Bei riferisce del clima teso a viale Mazzini: Mazza (ex direttore Tg2) diviene direttore di Rai1, Augusto Minzolini (ex LA STAMPA) dirigerà il Tg1, 4 vicedirettori generali. Il tutto però viene deciso da mezzo Cda: i 3 consiglieri dell’opposizione lasciano il consiglio («contro l’invadenza di un partito impresa sulla Rai», spiega Rizzo Nervo), mentre il presidente Garimberti (espresso dal centro-sinistra) resta e vota a favore. Per Franceschini «non si è mai visto fare nomine alla Rai decise in altro luogo e ratificate a 15 giorni dalle elezioni». Accanto a un divertente ritratto di Minzolini (definito da Guido Quaranta, «l’unico squalo in mezzo a tanti tonni»), il retroscena di Goffredo De Marchis: “I consiglieri Pd e Udc non fanno sconti «Paolo, metti a rischio il ruolo di garante»”. Paolo è ovviamente Garimberti. Solo sulla sua poltrona di presidente Rai, “schiaffeggiato” dal Dg Masi che ha proposto le nomine, abbandonato da Pd e Udc che non capiscono le sue scelte. Il prossimo nodo è il contratto Sky.

IL MANIFESTO– “Ubbidirai” è il titolo sovrastato dal simbolo della televisione pubblica. Con l’editoriale “Schermo sedato” Norma Rangeri spiega come Berlusconi con le nuove nomine Rai stia mettendo le mani definitivamente anche sull’informazione pubblica. Una citazione inequivocabile di Marcello Dell’Utri è riportata dalla giornalista per spiegare cosa vuol fare il Premier: «le notizie bisogna darle, ma c’è modo e modo per comunicarle». Insomma il progetto del presidente del Consiglio, secondo la giornalista, sarebbe quello di timonare l’informazione, sopratutto in un momento delicato per la sua immagine come questo. L’esempio più lampante lo riporta in chiusura raccontando come un giornalista di Studio Aperto parlando del processo abbia detto: «Proprio nel giorno della sentenza Mills, dove Berlusconi fu assolto…».  


PEDOFILIA
LA REPUBBLICA – “La Chiesa irlandese nella bufera  «Abusi sessuali su migliaia di bimbi»”. La Child Abuse Commission presenta un rapporto che fotografa una situazione drammatica. Scoperti 2.500 casi di abusi tra 1940 e 1980. Molti dei protagonisti adulti dell’epoca sono morti. Restano invece le testimonianze dei bimbi di allora. Il cardinale Sean Brady si dichiara «profondamente dispiaciuto». A corredo alcune testimonianze drammatiche delle vittime.


BRUNETTA
LA REPUBBLICA – “Certificati falsi, medici in rivolta”. L’ultima tappa della crociata di Brunetta (che, nel paese in cui il falso in bilancio non è reato penale, vorrebbe mandare in galera chi presenta un certificato medico falso) scatena la rivolta dei medici e dei pubblici dipendenti. Amedeo Bianchi, presidente della Federazione degli ordini dei medici, è convinto si tratti di «una misura muscolare a fini mediatici: il medico deve dare la precedenza a quello che dice il paziente, non può essere un mero guardiano». Nella stessa pagina, una breve dà conto del fatto che, in campagna elettorale, c’è un boom dei deputati in missione (fra loro lo stesso Brunetta). Ieri erano il 13,50% del totale. Essere in congedo per missione salvaguardia la diaria… Complimenti.

PROSTITUZIONE
AVVENIRE – “«Meno lucciole in strada e i trafficanti espatriano»”. Il disegno di legge della Carfagna per la lotta alla prostituzione non è ancora stato approvato, ma i risultati – giura il ministro – già stanno arrivando. Merito delle ordinanze di alcuni sindaci «che hanno ricalcato quasi in toto il ddl». E dell’impiego tenace di chi, come l’Associazione Comunità papa Giovanni XXIII, offre la possibilità di ricostruirsi una vita (4.593 ragazze contattate in 12 mesi). Le forze dell’ordine dicono che il fenomeno su strada si è ridotto del 75%, e che le organizzazioni criminali che lucrano 90 milioni di euro al mese si stanno organizzando per andare all’estero. Seguono le testimonianze di rappresentanti di paesi, come la Svezia e la Norvegia, che hanno avviato da tempo leggi analoghe grazie alle quali hanno ridotto lo sfruttamento delle ragazze.

SUICIDI
AVVENIRE – “Suicidi giovanili, strazio che interroga”. Aumentato del 13% negli ultimi 20 anni il numero degli under 24 che si tolgono la vita (160 ragazzi all’anno): 38 i suicidi a causa di malattie, 40 per motivi affettivi, 3 per motivi economici. Lo spunto sono i due suicidi di ieri: Pransath Folliero, quindicenne indiano, adottato da una famiglia di Potenza, si è dato fuoco forse per una delusione d’amore; e la ragazzina milanese che ieri si è butta sotto al metrò. Sono riusciti a salvarla, ma perderà un braccio. Ci sono due interviste a suor Roberta Vinerba, docente di Teologia morale, e a Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dell’età evolutiva a la Sapienza di Roma.

BIOETICA
AVVENIRE – Inserto “è vita” richiamato in prima con lo strillo: “Il figlio «perfetto», ossessione dilagante”. Il presidente della Società di diagnosi prenatale Giorlandino rompe un tabù e denuncia: una coppia su tre chiede l’analisi genetica, ma i genitori pensano più a se stessi che al figlio che deve nascere e abortiscono anche per lievi anomalie. Dallapiccola: è una presa di coscienza importante. Ora i medici scoraggino i test inutili.

LA STAMPA – “La dolce morte benedetta”. In Svizzera il testamento biologico diventa legge, “E la Chiesa non si oppone” scrive LA STAMPA nel sommario della pagina che riporta la notizia. In Svizzera la norma è contenuta nell’articolo 370 del codice civile appena riformato sotto la dicitura “Direttive anticipate”: «Chi è capace di discernimento, può designare i provvedimenti medici ai quali accetta o rifiuta di essere sottoposto nel caso in cui divenga incapace di discernimento». LA STAMPA intervista il teologo André-Marie Jerumanis, che fa parte della Commissione Bioetica dei vescovi svizzeri e dice: «Non c’è stata una posizione ufficiale sulla legge ma la Chiesa cattolica elvetica non è contraria in linea di principio alle dichiarazioni di fine vita». «Non c’è un diritto alla morte» precisa il teologo «non si può chiedere allo Stato di aiutare a morire». Alla domanda se in determinate situazioni va considerato il caso concreto Jerumanis risponde: «la nostra posizione è quella del dialogo. Ai due estremi ci sono due valori assoluti: l’affermazione dell’autodeterminazione della vita e la vita che va preservata. In Svizzera su questi temi non c’è mai stata la cultura del muro contro muro».


CRISI
ITALIA OGGI – Nella sezione Economia e Politica, il giornale dei professionisti dedica una pagina intera al Barometro della Crisi, la periodica indagine congiunturale che la Cna, (Confederazione Nazionale dell’Artigianato  della Piccola e Media Impresa) effettua su un campione di micro e piccole imprese ( fino a 49 addetti e con un fatturato inferiore ai 10 milioni) associate. Secondo i dati, la crisi si estenderà anche al secondo trimestre dell’anno, ma alcuni segnali, in arrivo soprattutto da occupazione e investimenti, lasciano intendere che la recessione abbia raggiunto il suo culmine. Alcuni dati: gli ordinativi sono in diminuzione del 56%; il 50 % delle imprese ha realizzato investimenti già programmati in passato e un’impresa su 10 ha aumentato gli investimenti anche per rinnovare e ampliare gli impianti; oltre il 60% delle imprese ha sperimentato un calo dell’utile lordo. Per quanto riguarda i settori, regge quello dell’alimentare ma in affanno quello delle costruzioni, della meccanica, del tessile e dell’abbigliamento. L’occupazione sarà stabile. La stretta creditizia  è il tallone d’Achille delle pmi italiane. Secondo l’articolo:«gli imprenditori continuano a segnare difficoltà di accesso al credito e lamentano l’allungamento dei tempi di erogazione e la richiesta di maggiori garanzie da parte degli istituti di credito».


ROM
IL GIORNALE –  pubblica l’intervista a Marco Filippeschi, sindaco di Pisa. «I rom? Io sindaco del Pd, li pago per farli andare via». Il comune pisano dà 500 euro e un biglietto solo andata per la Romania. I primi rom  sono partiti ieri. Fra le risposte di Filippeschi:  «È stato un rimpatrio, non certo una deportazione» e «La sicurezza è un bisogno fondamentale per tutti».


USA
LA STAMPA – “Guantanamo, schiaffo a Obama”. Colpo di scena negli Usa: il senato americano ha bocciato la richiesta di finanziamento per la chiusura del carcere di Guantanamo avanzata da Barack Obama, bloccando così il trasferimento dei suoi detenuti negli Stati Uniti. Democratici e repubblicani hanno votato contro (90 per il no e solo 6 senatori per il sì) chiedendo a Obama un piano chiaro per il trasferimento. In questi giorni il direttore dell’Fbi Robert Mueller si è detto preoccupato che i presunti affiliati di Al Qaeda possano risvegliare cellule terroristiche in letargo negli Usa.

AUNG SAN SUU KYI
CORRIERE DELLA SERA – lettera aperta di Stefania Craxi, sottosegretario agli Esteri “Il governo porterà la questione al vertice Ue-Asean”: «L’Italia proseguirà la sua costante ed intensa azione diplomatica sulle autorità birmane…Proprio il 27 maggio, data di scadenza del regime detentivo di Aung San Suu Kyi, si svolgerà a Phnom Penh il XVII vertice Ue-Asean dei ministri degli Affari Esteri. Al cospetto dei Paesi del Sud-est asiatico , l’Europa solleverà la questione legata ad Aung San Suu Kyi con voce ferma e decisa». In queste ore si registra anche l’appello di 9 premi Nobel, mentre ieri nel corso di un udienza del suo processo la leader dell’opposizione birmana rivolta ai diplomatici e ai giornalisti ha detto: «Grazie per la vostra presenza qui, è molto importante per me. Spero di avere l’occasione di incontrarvi di nuovo in giorni migliori».

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