Sostenibilità

Ecolabel, il marchio verde made in Europe prova a prendere il volo

Qui Bruxelles

di Redazione

La certificazione della Ue si allarga a un maggior numero di prodotti e servizi, cibi biologici compresi. Snellimento delle pratiche burocratiche, senza però diminuire i controlli. Ecco come la Comunità europea investe su un’economia a basso impatto ambientale come risposta alla crisiPer rilanciare l’economia interna e aumentare la tutela dell’ambiente, l’Unione Europea punta sull’Ecolabel. Si tratta di un marchio europeo di certificazione ambientale per prodotti e servizi realizzati secondo criteri di rispetto dell’ambiente durante tutto il loro ciclo di vita. È rappresentato da un fiore con le stelle della bandiera Ue al posto dei petali. Realizzato su iniziativa dell’Unione Europea nel 1992, viene dato a quei prodotti che soddisfano, sia nella loro fase produttiva che in quella finale, determinati requisiti riguardanti: il consumo di energia, l’inquinamento delle acque e dell’aria, la produzione di rifiuti, il risparmio di risorse naturali, la sicurezza ambientale e la protezione dei suoli.
Ad esempio, una lavatrice Ecolabel consuma circa il 50% di energia e il 40% di acqua in meno, garantisce prestazioni di alto livello, produce poco rumore, contiene meno sostanze pericolose per l’ambiente e la salute, è facilmente smontabile e riciclabile ed è ritirata gratuitamente dal costruttore quando va buttata via.
L’assegnazione del marchio avviene su consultazione del Cueme – Comitato dell’Unione europea per il marchio di qualità ecologica, composto da organismi competenti degli Stati membri, da rappresentanti delle ong ambientaliste, da associazioni dei consumatori e dell’industria, da sindacati e da rappresentanti del mondo del commercio. Lo scopo, allora come adesso, è di offrire al consumatore la possibilità di acquistare un prodotto realizzato nel rispetto dell’ambiente, e al produttore di differenziarsi virtuosamente dai concorrenti.

Maglie più larghe
Un intento che finora non ha avuto un grande successo sul mercato europeo, viste le sole 500 aziende certificate e le 26 categorie di prodotti compresi nel paniere Ecolabel. Per questo il Parlamento europeo ha recentemente approvato una modifica al regolamento di assegnazione del marchio, nella speranza di incentivarne l’uso e aumentarne il mercato. Come? Sostanzialmente allargando le maglie dell’Ecolabel a un maggior numero di prodotti e servizi, finora limitati a prodotti casalinghi, calzaturieri, elettronici e ad alcune attività di ricezione turistica. Bruxelles rassicura che i criteri di assegnazione rimarranno severi, per non permettere l’intrusione nel paniere di prodotti non realizzati nel rispetto dell’ambiente. A questo proposito sono rimasti esclusi i medicinali (anche ad uso veterinario) e tutti quei prodotti con sostanze classificate come tossiche, pericolose per l’ambiente, cancerogene o mutagene. Alt anche a quei prodotti realizzati con l’ausilio di test sugli animali. La vera novità è comunque costituita dalla parziale apertura ai cibi biologici, finora tenuti al di fuori dalla portata Ecolabel. Per l’ok definitivo si attendono i risultati di uno studio della Commissione Europea.Gli altri interventi mirano a snellire la pratica burocratica necessaria per l’attribuzione del marchio, visto che gli operatori del settore e le ong ambientaliste lamentano anche la lunghezza eccessiva per l’approvazione dei criteri dei prodotti proposti.
Per far sì che allargare le maglie dell’Ecolabel non significhi alleggerirne i criteri di ammissione, da Bruxelles si annunciano maggiori controlli, effettuati a cadenza regolare o a campione. Inoltre, nel nuovo regolamento si legge: «È vietata qualsiasi forma di pubblicità falsa o ingannevole, o l’uso di etichette o simboli atti ad ingenerare confusione con il marchio comunitario».
Infine un occhio di riguardo è riservato alle piccole e medie imprese, affinché anche queste possano beneficiare del marchio.
ec.europa.eu/environment/ecolabel


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