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Australia: giusto negare l’operazione a chi fuma?

No a interventi sui fumatori, dice un gruppo di chirurghi. Il motivo, "razionalizzare servizi che possono essere forniti soltanto in misura limitata". Ed è polemica

di Gabriella Meroni

E’ polemica in Australia, dopo la decisione di un gruppo di medici australiani di negare l’accesso a determinate operazioni chirurgiche a chi fuma. Si è immediatamente aperto un dibattito sull’etica dei medici.
A Melbourne alcuni dottori hanno ammesso di aver chiuso le porte delle sale operatorie ai fumatori. La motivazione della decisione è che è diritto degli operatori sanitari “razionalizzare servizi che possono essere forniti soltanto in misura limitata”.

Queste restrizioni hanno suscitato aspre critiche da diverse associazioni mediche e da gruppi umanitari che hanno definito il provvedimento “irragionevole”. “Non possiamo giudicare in questo modo i nostri pazienti”, ha commentato il dottor Michael Sedgley dell’Australian Medical Association (Ama), spiegando che le decisioni relative alle cure mediche non possono essere dettate da valutazioni morali.
La pensa diversamente il dottor Greg Snell, che ha dichiarato alla radio australiana che la decisione era medica, necessaria e morale.
“Dobbiamo razionalizzare i servizi e il fumo è un modo per distinguere i pazienti – ha detto Snell – Abbiamo regole molto rigide. Chi fuma o chi ha abusato di determinate sostanze negli ultimi sei mesi, non può essere sottoposto al trapianto del polmone. Ci sono poche donazioni di organi e si tratta di un regalo prezioso”.

Il presidente dell’Ama Kerryn Phelps ha detto che i fumatori affrontano molti più rischi durante l’anestesia e che hanno maggiori possibilità di contrarre una polmonite dopo l’operazione. “Le risorse sono razionate – dice Phelps – Ogni giorno bisogna scegliere a che paziente dare un determinato servizio. Si sceglie la persona che affronterà meglio l’intervento”
Lou Irving, professore associato all’Austin and Repatriation Center di Melbourne, ha dichiarato al giornale “Herald Sun” di conoscere diversi medici che, come lui, che rifiutano di operare i fumatori.
“Perché il contribuente deve pagare per questo? – ha spiegato al giornale Irving – Si consumano risorse preziose per qualcuno che contribuisce direttamente alla propria malattia”.
Ma la Commissione per la difesa dei diritti umani e per le pari opportunità ha dichiarato che in base alle leggi australiane il fumatore non può essere sottoposto a discriminazione.
L’esperto di etica medica dell’Università di Melbourne, Lynn Gillam, ha spiegato che se gli ospedali decidono di discriminare i fumatori, dovranno farlo anche con chi beve, chi corre troppo in automobile e chiunque affronti un pericolo.

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