Volontariato

Il servizio civile nella tenaglia

«Mancano le risorse e le regioni hanno troppo peso», j'accuse di Licio Palazzini, presidente della Consulta nazionale

di Redazione

Tempi duri per il servizio civile. Il presidente di Arci Servizio civile e della Consulta nazionale presso l’Ufficio nazionale, Licio Palazzini questa mattina ha fatto il punto su un sistema che rischia seriamente di finire al tappeto. L’occasione è stata la presentazione del V rapporto annuale di ASC curata dall’Istituto per la ricerca sociale, che potete leggere in allegato insieme alla relazione introduttiva.
 
Palazzini, che voto merita fino ad ora la gestione Giovanardi?

Bisogna dare atto al sottosegretario di aver raggiunto un buon obiettivo liberando risorse attraverso lo stop ai pagamenti dei contributi inps. Risorse che sono state dirottate sul fondo nazionale, che comunque nel 2009 consentirà l’avviamento di 25mila giovani. Nel 2006 erano 50mila.

Quali le ragioni di questo tonfo?
Al primo punto c’è il nodo dei finanziamenti. Questo è un governo che parla di comunità giovanili e di naja breve, ma che risulta totalmente assente sul fronte del servizio civile. Tanto è vero che dopo aver annunciato la riforma nel luglio 2008, oggi sembra che si sia tutto arenato. Poi c’è la questione delle Regioni

Ovvero?
La doppia divisione, albo nazionale- albi regionali con relativi portafogli sta producendo un’eccessiva atomizzazione degli enti. Il risultato è che le associazioni del terzo settore contano sempre meno. Ho il forte sospetto che dietro le quinte Regioni e Governo stiano siglando un accordo. Per farla breve: da una parte Roma taglia i trasferimenti alle Regioni, ma dall’altra lascia mano libera sul servizio civile.

Quali le conseguenze?
I ragazzi e la loro formazione alla cittadinanza attiva e alla pace non sono più il centro del sistema che si sta invece spostando sulle esigenze del welfare locale. Uno stravolgimento inaccettabile.

 

Parola a Giovanardi

Alla presentazione del Rapporto dell’Arci servizio civile, sono intervenuti anche il sottosegretario Carlo Giovanardi e il direttore dell’Ufficio nazionale del servizio civile, Leonzio Borea. Due contributi tesi a valorizzare il ruolo del servizio civile nazionale e a rivendicare i meriti di un impegno che «consentirà di far “partire” nel 2009 circa 40mila giovani». Quanto al futuro, Giovanardi si è detto fiducioso in una riforma condivisa del servizio e ha individuato alcuni nodi da dibattere: il ruolo delle regioni, l’ipotesi di un loro concorso nelle spese, la possibile mobilità dei volontari (per poter seguire la tipologia di progetti che hanno scelto), l’ipotesi della flessibilità (attualmente c’è una sola opzione pari a 30 ore settimanali; perché non diversificare tempi e rimborsi?), l’opportunità di coordinare le esperienze all’estero, la necessità di garantire un flusso finanziario costante in modo da consentire agli enti una più puntuale programmazione.

Sull’aspetto finanziario ha insistito anche Borea, rivelando che all’inizio del suo mandato, le casse dell’Ufficio nazionale segnavano un rosso di 90 milioni di euro. Un disavanzo pareggiato grazie al risparmio del versamento Inps (che pesava per il 25,4%) e ad altri accorgimenti. «Per il futuro», ha detto Borea, «stiamo valutando l’ipotesi di eliminare l’Irap con un risparmio dell’8,50%».

ha collaborato Maurizio Regosa

 

 


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