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Vi spiego i miei villaggi della gioventù

«Le Comunità saranno gestite da associazioni di ragazzi con meno di 30 anni», spiega il ministro Giorgia Meloni

di Daniele Biella

Veri e propri villaggi per i giovani, “con campi sportivi, sale per fare musica, biblioteche, computer”. Luoghi in cui alcol e droghe saranno del tutto off limits, naturalmente. Ecco la ricetta del ministro delle Gioventù Giorgia Meloni, 32 anni, per “offrire alle giovani generazioni degli spazi che rappresentino un’alternativa alla noia e al disimpegno, che spesso sono alla base di fenomeni di disagio”.

Nell’illustrare il suo progetto, che si è concretizzato venerdì scorso nel disegno di legge sulle ‘comunità giovanili‘ approvato dal Consiglio dei ministri, il ministro ha fatto sapere di puntare soprattutto alle periferie urbane, creando “oasi per combattere il degrado”. Uno su tutti l’esempio che ha convinto Meloni a presentare la proposta: “L’esperienza del centro di Pino Maddaloni a Scampia, ovvero una struttura sportiva dove si fa judo, frequentata da migliaia di ragazzi”, in una delle zone più difficili di Napoli, visitata dallo stesso ministro poco più di un mese fa.

Ma come saranno questi nuovi luoghi di aggregazione giovanile, che si aggiungeranno alle realtà già esistenti da anni come le centinaia di Cag (Centri di aggregazione giovanile, appunto) promossi da terzo settore ed enti locali e sparsi a macchia di leopardo in tutta Italia? Proprio come questi ultimi, “saranno spazi nei quali organizzare convegni, corsi, laboratori e dove maturare relazioni, attitudini personali e vocazioni”, spiega Meloni, senza comunque citare l’esperienza dei Cag.”Le Comunità saranno gestite da associazioni di ragazzi con meno di 30 anni e avranno pochi vincoli statutari: assenza di fini di lucro, democraticità dell’accesso alle cariche, elettività delle cariche tra i soci in regola con l’iscrizione, trasparenza di bilancio, assenza di qualunque tipo di discriminazione, indicazione delle finalità della comunità”.

Il fondo messo a disposizione per i ‘villaggi della gioventù’ è di 5 milioni di euro all’anno per almeno un biennio, e sorgeranno soprattutto ai margini delle città, sia grandi che piccole: “ho in mente zone di Roma, Milano, Palermo, dove costruire luoghi che possano ospitare centinaia di persone”, ha spiegato il ministro. Presumibilmente, uno dei primi a vedere la luce sorgerà a L’Aquila, alla fine della raccolta fondi che il ministero e l’emittente giovanile Mtv hanno da poco lanciato per i terremotati.

“Il ddl prevede anche la nascita dell’Osservatorio nazionale sulle Comunità giovanili, istituito presso la presidenza del Consiglio, che ha il compito di promuovere e valorizzare il ruolo di sviluppo e integrazione sociale svolto dalle stesse comunità”, aggiunge Meloni. L’Osservatorio avrà 16 membri, tra cui quattro nominati da ministeri: due da quello della Gioventù, uno dall’Istruzione, uno dal Lavoro, settore Solidarietà sociale.

Subito dopo l’approvazione del disegno di legge, sono seguite le prime reazioni all’azione del ministro della Gioventù. Reazioni senza dubbio contrastanti, arrivate dalle rappresentanze giovanili delle sigle politiche e dai centri sociali, che potrebbero essere interessati al provvedimento in quanto il budget è a disposizione anche di centri già esistenti, ‘se rispondono ai requisiti’. “Anzichè distribuire briciole, diano quei soldi a chi già lavora con i giovani”, argomenta Daniele Farina, leader del centro sociale Leoncavallo di Milano. Del parere opposto Gianluca Iannone, uomo di punta della destra giovanile romana e  presidente del centro sociale Casa Pound Italia; “è un’iniziativa meritevole contro il degrado: finalmente lo Stato sta tornando a fare lo Stato”.

Dubbi sono arrivati, invece, dalla Fgci, Federazione giovanile dei Comunisti italiani. “I Villaggi della gioventù? Non sarà mica l’ennesima regalia di Giorgia Meloni ad Azione Giovani (il gruppo giovanile legato ad Alleanza nazionale, ndr), di cui lei è ancora presidente?”, ha chiesto Flavio Arzarello, che fa parte dell’esecutivo nazionale della Fgci, “vorremmo sapere il criterio per la concessione degli spazi e delle autorizzazioni ad utilizzarli, per evitare che questi villaggi diventassero palestre di odio e di intolleranza”.

Infine, plaude all’iniziativa del ministro Meloni, il movimento Res, Roma europa sociale: “È un ddl che va nella giusta via in grado di proporre alternative aggregative per combattere il disagio giovanile”, dichiara Giovanni Picone, portavoce del Res, “soprattutto dopo gli ultimi spiacevoli episodi di violenza giovanile accaduti a Roma”.

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