Non profit

Guzzetti: ci vuole uno statuto europeo

L’intervento di Giuseppe Guzzetti all’Assemblea annuale dell’European Foundation Centre

di Redazione

Si è chiusa stamane la XX edizione dell’Assemblea annuale dell’European Foundation Centre affronterà che si è aperta a Roma lo scorso 14 maggio sul tema “Combattere la povertà  e creare opportunità”.
Questa mattina l’intervento di Giuseppe Guzzetti, presidente Fondazione Cariplo e di Acri che ha voluto sottolineare come: «La rinascita delle fondazioni private, in Italia, è sicuramente un dato positivo in sé, poiché aumenta il pluralismo delle istituzioni del nostro Paese e contribuisce a rendere più robusta e articolata la nostra società civile, che è vivace ma spesso assai dipendente dal finanziamento pubblico. Di contro, le fondazioni private – quando sono autenticamente tali – rappresentano la fondamentale infrastruttura sociale di una società pluralista e democratica.
Le fondazioni private – ha proseguito Guzzetti – possono dunque esercitare un ruolo fondamentale nel sostegno e nella tutela della democrazia e, pertanto, la loro esistenza va opportunamente difesa. Da questo punto di vista, va assolutamente promosso lo sviluppo di un contesto normativo favorevole alla nascita e alla crescita dell’iniziativa privata di interesse pubblico attraverso lo strumento della fondazione, in Italia come in tutti i paesi europei».
L’intervento di Guzzetti ha rilanciato anche la proposta di dell’European Foundation Centre di uno “Statuto europeo delle Fondazioni”: «Uno strumento utile a tal fine potrà essere lo “statuto europeo delle fondazioni”, al quale Efc sta lavorando e per il quale l’Acri e le Fondazioni italiane stanno dando tutto il loro partecipe contributo. Questo strumento non potrà esimersi dal sottolineare con forza come alle fondazioni debba essere riconosciuta la massima autonomia e il massimo sostegno – nella fase della nascita e della creazione, come pure in quella successiva dell’azione – senza assoggettarne l’attività a controlli e/o permessi di natura amministrativa e di fonte pubblica, pena il venir meno del loro ruolo di protezione e custodia del pluralismo e della democrazia».

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