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TURCHIA. Pamuk: corte suprema ordina nuovo processo
Il premio Nobel per la letteratura Orham Pamuk dovrà ancora difendersi dall'accusa "di offesa dell'identità turca"
di Redazione
Lo scrittore turco Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura nel 2006, dovrà comparire nuovamente di fronte ai giudici per difendersi dall’accusa di “offesa dell’identità turca” per le sue dichiarazioni sul genocidio degli armeni avvenuto all’inizio del secolo scorso e mai riconosciuto da Ankara. E’ quanto riferisce oggi il sito del quotidiano ‘Hurriyet’, spiegando che la Corte Suprema turca ha respinto ieri il giudizio del tribunale di primo grado di Istanbul, che aveva giudicato infondate le accuse rivolte a Pamuk, assolvendolo. La dichiarazione incriminate sono quelle rilasciate a un settimanale svizzero: “Noi turchi abbiamo ucciso 30mila curdi e un milione di armeni e nessuno, tranne me, in Turchia osa parlarne”, aveva detto Pamuk, insignito pochi giorni fa della laurea honoris causa dall’Università di Firenze. Le frasi gli costarono le accuse dalla Procura generale di Istanbul sulla base del controverso articolo 301 del Codice Penale, che ha portato in tribunale molti intellettuali per offesa all’identità nazionale ed è stato sottoposto lo scorso anno a una revisione. Il processo si concluse con un nulla di fatto perché il ministero degli Interni decise di non concedere la sua autorizzazione a procedere, prevista dall’articolo 301. Pamuk era poi stato oggetto di sei altre denunce, tra cui quelle dell’Associazione di sostegno e solidarietà alle madri dei martiri (le vittime degli attacchi degli indipendentisti curdi del Pkk) e dall’avvocato nazionalista Kemal Kerinsiz. Anche per questi casi il giudice decise di assolvere Pamuk perché le sue frasi non danneggiavano direttamente i soggetti che avevano sporto denuncia.
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