Mondo

Scandalo degli aiuti Intrigo a Bruxelles

Un solo funzionario indagato, un ammanco che la stampa belga e tedesca gonfia a cifre assurde e che risale a prima dell’arrivo della commissaria italiana.

di Pasquale Coccia

Sarà per un pugno di ecu che l?Europa rifiuterà prossimamente di salvare mlioni di vite appese a un filo nelle aree di crisi del mondo? Al Parlamento europeo, in sede di Commissione bilancio, con il sostegno anche di un parlamentare verde, le forze politiche di centrodestra hanno votato la ?messa in riserva? (in pratica l?accantonamento e il congelamento dei fondi) per il 1999 destinati all?Ufficio umanitario della comunità europea (Echo) a causa dell?ammanco di alcune fatture relative a programmi di emergenza realizzati fra il ?93 e il ?94 durante la drammatica crisi dei Grandi Laghi e la guerra nella ex-Jugoslavia. Le spese sostenute anni fa da alcune organizzazioni umanitarie, sembra quattro, finanziate da Echo e prive di ?pezze d?appoggio? ammontano, al massimo, a 600 mila Ecu, ossia circa un miliardo e 170 milioni di lire. C?è anche un funzionario Echo indagato per corruzione (ma che da mesi è sospeso e indagato), sui 108 che operano attualmente per tale struttura. Tuttavia, mille potrebbero essere i motivi per minare il grande lavoro umanitario che Echo ha sin qui svolto e per intaccare la reputazione del suo scomodo commissario italiano, Emma Bonino: troppo ?decise? le sue posizioni sulle crisi di Bosnia, Afghanistan e, oggi, del Kosovo. Echo, nei suoi sei anni e mezzo di vita, ha finanziato migliaia di interventi umanitari, affidandoli ad agenzie dell?Onu, quali l?Alto commissariato per i rifugiati, la Croce Rossa internazionale, organizzazioni internazionali specializzate nell?aiuto di emergenza e alle ong. «Uno scandalo di basso profilo non deve compromettere lo sforzo poderoso fatto finora da questa struttura. Perché questo significherebbe tenere in ostaggio i popoli del Sud del mondo». È questo il primo commento del presidente del Coordinamento delle ong per la cooperazione allo sviluppo (Cocis), Raffaele Salinari. Che, sul singolo caso di corruzione, aggiunge: «È un segnale comunque da non sottovalutare, i controlli vanno sempre migliorati». Tuttavia, secondo Salinari, come per altri rappresentanti di ong italiane, Echo dovrebbe occuparsi, oltre che di emergenza, anche della programmazione di azioni di sviluppo. E questo è un tasto su cui le ong stanno insistendo con forza da oltre due anni. Echo è dunque perfettibile. Ma che venga presentato come struttura infarcita di corrotti, proprio non va giù ai volontari. E il coro riattacca. Così Maurizio Carrara, vicepresidente del consorzio Una e presidente del Cesvi: «Accusare Echo di amministrazione e contabilità ?allegre? non ha senso. I controlli dei suoi funzionari sulle ong sono realmente seri, almeno per nostra diretta esperienza. Purtroppo questo falso scandalo sta producendo ingenti danni nei confronti dell?aiuto umanitario dell?Ue». Tocca poi a Sergio Marelli, direttore generale di Volontari del mondo Focsiv: «Congelare i fondi destinati ad Echo per il 1999», dice, «è pura follia, che ricadrebbe sui milioni di indigenti . Accusare di superficialità le procedure di Echo nella gestione degli interventi è altrettanto assurdo: sulle emergenze, anche poche ore possono fare la differenza fra salvare vite umane o non salvarle». Da Bruxelles, Guido Barbera, delegato delle ong italiane presso l?Ue, rilancia la tesi della macchinazione contro Echo e la Bonino. «Infatti», sostiene, «il problema del difficile controllo finanziario di Echo è molto, troppo limitato». Perché allora, alcune testate belghe e tedesche fanno circolare la spaventosa cifra di 2 mila miliardi di lire italiane?«In realtà», conclude Barbera, «si tratta di un problema politico di conflittualità fra Commissioni. Ma il clima di caccia alle streghe non serve a nessuno. Echo e il suo commissario possono essere oggetto di gelosie, ma non essere additati per scarsa trasparenza. Secondo le nostre ricerche, un intervento finanziato da Echo supera ben 400 controlli». Echo,l’Europa in prima linea Echo, l?Ufficio umanitario della Comunità europea, nasce nel 1992. È la struttura, oggi alle dirette dipendenze della commissaria Emma Bonino, creata dall?Ue per portare aiuto umanitario alle popolazioni dei Paesi vittime di guerre e calamità naturali. Realizzando e gestendo strutture di prima accoglienza, fornendo un contributo agli sfollati per il loro reinsediamento e aiuti alimentari agli indigenti minacciati da carestie. Con Echo, l?Ue ha aumentato di sette volte i suoi interventi di aiuto umanitario. Delle 130 ong italiane che hanno aderito alla piattaforma dell?Unione europea, almeno metà collaborano con Echo. Echo ha stipulato accordi di ?partenariato? con alcune agenzie delle Nazioni unite a vocazione umanitaria, fra cui l?Acnur, con le maggiori organizzazioni internazionali specializzate in interventi di emergenza e con le ong, sia del Nord che del Sud del pianeta. Il budget complessivo di Echo, dal 1992 ad oggi, ammonta a circa 3.910 milioni di ecu, pari a 7.625 miliardi di lire. Nel so1o1994, in pieno conflitto nella ex-Jugoslavia, furono spesi 764 milioni di ecu. L?Ufficio umanitario della Comunità europea ha fatto e fa sentire il suo peso soprattutto nell?Europa dell?Est, in particolar modo nei Balcani e poi in Africa, soprattutto a partire dalla crisi della regione dei Grandi Laghi. Ma Echo opera anche in America centrale e meridionale e in Asia.


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