Sostenibilità

L’animalista di destra che ha sventato il golpe sulla caccia

Parla Basilio Catanoso, dissidente del Pdl

di Redazione

«Hanno cercato di introdurre un emendamento tranello che avrebbe allungato la stagione venatoria. Ma li abbiamo fermati. Ora la battaglia continua sul disegno di legge Orsi. E io sto dalla parte della maggioranza degli italiani, che difendono la fauna al di là della loro posizione politica»
«Penso che allargare le maglie della caccia sarebbe oggi veramente in controtendenza a livello internazionale e contro ogni tipo di logica». Basilio Catanoso è un deputato del Pdl, membro della commissione Agricoltura della Camera. È stato alleato prezioso delle associazioni ambientaliste per scongiurare il tranello che alcuni parlamentari della sua stessa coalizione di centrodestra avevano preparato: un emendamento che avrebbe di fatto permesso alle Regioni di allungare a piacimento il calendario venatorio.
Ecomondo: Ci racconta la vicenda di questo emendamento?
Basilio Catanoso: È stato un po’ offensivo anche il metodo utilizzato, perché è stato il tentativo di mettere su una grossa revisione della legge sulla caccia facendo passare un piccolo emendamento che non sembrava significativo se non lo si fosse visto con attenzione. Un vero e proprio sgambetto. Al Senato è passato, alla Camera siamo riusciti, facendo ragionare un po’ tutti, a ristabilire un criterio di dialettica politica. Nessuno pensa che la legge sia immodificabile, io penso che vada modificata in senso restrittivo, altri pensano a percorsi diversi. Fino ad oggi alla legge 157/92 sulla caccia si deve riconoscere di aver creato un certo equilibrio, delle regole che ci hanno permesso di evitare una caccia indiscriminata, che credo non voglia nessuno.
Ecomondo: Sventato questo pericolo, però ve ne sono altri dietro l’angolo, a cominciare dal ddl Orsi..
Catanoso: Ce ne sono altri e sono più pericolosi nell’obiettivo generale, anche se procedono con una legittimità diversa, perché sono disegni di legge che stanno seguendo il loro iter parlamentare? Io non li condivido ma non sono trabocchetti. Cercheremo di far sì che questo tentativo del senatore Orsi di allargare le maglie della caccia in Italia possa essere bocciato. Abbiamo idea, con altri parlamentari, di mettere su un cartello che ci permetta di venire a capo della vicenda magari con un disegno di legge.
Ecomondo: Non crede che la sensibilità degli italiani in questa materia sia cresciuta e meriti maggiore attenzione da parte del mondo politico?
Catanoso: Il cittadino italiano è sicuramente, rispetto a dieci-venti anni fa, più attento alle tematiche anticaccia, animaliste e protezioniste in generale. Credo che il Parlamento debba tenere conto del fatto che l’attività venatoria non è voluta dalla maggioranza degli italiani, a qualsiasi schieramento politico appartengano.  Già nella scorsa legislatura avevo presentato una proposta di legge per la tutela degli animali, che ho ripresentato nei giorni scorsi e che è assolutamente aperta al contributo di tutte le associazioni che spero di incontrare a breve per vedere come può essere tecnicamente migliorato.
Ecomondo: Come vede il tavolo degli stakeholder, con associazioni ambientaliste, venatorie e agricole che si è costituito per arginare “caccia selvaggia”?
Catanoso: In commissione Agricoltura proprio in questo periodo stiamo facendo le ultime audizioni: credo sia l’approccio corretto perché sentire le varie campane ci mette nella condizione di costruire una legge che possa essere non un golpe rispetto alla stabilità che la 157 ci ha dato ma invece la possibilità di affrontare l’argomento con la sensibilità del giorno d’oggi. Sono convinto, da animalista, che l’attualizzazione di questa problematica, la sensibilità crescente, porterà sempre di più ad una revisione in senso restrittivo del permesso di cacciare. Ma al di là delle considerazioni etiche o morali, non dimentichiamo che in commissione questi temi si affrontano in funzione del problema dei danni della fauna selvatica all’agricoltura. Purtroppo non aver avuto regole per molti anni, e aver introdotto tante specie selvatiche in ecosistemi diversi, ha fatto sfuggire di mano la situazione. Ma sono convinto che, se sapremo accontentarci dei piccoli passi e non avremo fretta di ottenere subito il massimo, avremo sempre più risultati nel corso dei prossimi anni.


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