Sostenibilità

Biodiversità, la Rete 2000 in Italia ha troppi buchi

di Redazione

È una fotografia dai contorni preoccupanti per le aree di tutela della biodiversità quella che emerge dal dossier «Europa- Italia, lo stato della Rete Natura 2000» presentato  da WWF, Lipu BirdLife, con il contributo dei Verdi al Parlamento europeo. Il documento mette in luce le molte infrazioni di direttive europee e convenzioni internazionali che avvengono in Italia nei territori protetti da Rete Natura 2000. Lo studio analizza caso per caso le violazioni individuando nel Mose di Venezia e nel Ponte sullo Stretto i due casi “simbolo”.
«Per il Mose», spiega Patrizia Fantilli del WWF, «la Commissione europea, con una lettera del 10 febbraio scorso, comunicava la sua intenzione di chiudere la procedura di infrazione alla luce delle misure di mitigazione e compensazione promesse dal governo italiano. Nonostante ciò i servizi della commissione continuano a ritenere che questo progetto lede il diritto ambientale comunitario».
Per quanto riguarda il Ponte sullo Stretto, WWF e Lipu sono in attesa di conoscere, dopo il suo reinserimento nell’elenco delle grandi opere, se la Ue intenda riaprire la procedura di infrazione sospesa nei mesi scorsi. «Basta fornire un dato», dice Giorgia Gaibani della Lipu: «in meno di un mese, dai dati del radar della società Ponte risulta che oltre 4,5 milioni di uccelli sono passati di notte sullo Stretto: se quest’opera dovesse essere realizzata, che fine farebbero questi animali? Come faranno ad evitare i cavi innalzati in quest’area?». Con i suoi 2.283 Sic (Siti di interesse comunitario) e 589 Zps (Zone di protezione speciale), l’istituzione della Rete Natura 2000 in Italia è giunta ormai alla sua fase di completamento. Nel suo insieme le aree coprono circa il 19% del territorio nazionale.
Il dossier completo è scaricabile da


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA