Economia

DONO. Non esiste, se non c’è reciprocità

di Luigino Bruni

Con la parola «Dono» che i lettori trovano questa settimana si conclude l’ABCDEconomia di Luigino Bruni. È stata pensata come una guida alle parole chiave dell’agire economico, dopo la caduta dei miti e lo sgonfiarsi delle bolle. Ecco l’indice delle parole analizzate: Felicità, Profitto, Mercato, Banca, Investimento, Responsabilità, Regole, Interesse, Organizzazione, Reciprocità, Capitale. Questa settimana, la seconda puntata della parola conclusiva «Dono».

Il dono consiste in una modalità di azione ispirata a gratuità, che è mossa cioè dalla ricerca del bene dell’altro, e del bene comune. Un’esperienza a questo riguardo. A Montevideo qualche anno fa alcune donne vivevano chiedendo l’elemosina davanti a dei supermercati. Ad un certo punto arrivò una ong che iniziò un progetto di sviluppo con quelle donne, nacquero così delle cooperative per produrre lavori di artigianato, dei fazzoletti ricamati. Arrivò il giorno che queste donne tornarono, dopo anni, a vendere i fazzoletti, frutto del loro lavoro, proprio di fronte a quei supermercati dove per anni avevano chiesto l’elemosina, doni, alla gente. Nei primi giorni le persone davano ancora l’elemosina, i soldi, ma non volevano il fazzoletto, finché una di quelle donne disse: «Se non vuoi il fazzoletto, noi non vogliamo i soldi». Anche questo è dono, è gratuità, è riconoscimento dell’altro, è reciprocità. Oggi progetti di microcredito nel mondo sono autentiche esperienze di dono e di gratuità pur non essendo regali ma contratti. Dobbiamo abituarci a leggere il dono nelle nostre società complesse non come una “cosa” ma come un “come”, se vogliamo che non sia confinato alla filantropia e all’elemosina, ma sia relazione fondante di reciprocità e di felicità.
Questa complessa grammatica del munus, del dono-che-obbliga, di cui hanno scritto importanti autori come i filosofi Derrida e Marion, e i sociologi Caillé e Goodbout, sarebbe alla base anche dell’ambivalenza della communitas, come ha mostrato Roberto Esposito. La categoria fondativa del circuito del dono non è la gratuità ma la reciprocità, come ci ha mostrato soprattutto Karl Polanyi, un autore che è stato nel Novecento un punto di riferimento per l’antropologia del dono. La reciprocità del dono non è, nella sua struttura relazionale di base, sostanzialmente diversa dal fenomeno dello scambio economico, comparso nelle culture molto più tardi rispetti al dono rituale. Nella storia delle culture tra dono e mercato c’è stata una differenza di gradi (di misura delle equivalenze, della tempistica del dare e del ricevere, delle sanzioni previste) e non di natura.

Con il dono chiudiamo ABCDeconomia. Un grazie a chi mi ha seguito in questa piccola grammatica dell’economia civile.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.