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Immigrati, l’Onu striglia l’Italia

Durissime critiche delle Nazioni unite alla politica dei repingimenti e agli accordi sottoscritti con la Libia

di Franco Bomprezzi

Italia e Onu ai ferri corti sulla questione dei respingimenti. Le Nazioni unite: «Riammettete i respinti». Roma: «Avanti così». E intanto scoppia la polemica sull’adottabilità dei figli dei clandestini.



“Crisi con l’Onu sugli immigrati” titola il CORRIERE DELLA SERA. Le Nazioni unite sostengono che il trattato sottoscritto fa italia e Libia leda il diritto di chi chiede asilo: «Riammettete i respinti». Fredda la replica di Berlusconi: «Maroni attua gli accordi firmati da me». Intanto alla Camera si voto con la fiducia il ddl sulla sicurezza. L’ultima polemica a riguardo è esplosa sul destino dei figli dei clandestini. I servizi alle pagine 2,3 e 5. L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati esprime «grave preoccupazione» per il rinvio dei migranti e auspica  che vengano «riammesse quelle persone rinviate dall’Italia  ed identificati quali individui cercano protezione internazionale» a meno di non voler violare «il principio fondamentale di non respingimento previsto dalla Convenzione del 1951». Parole che raccolgono il pieno appoggio del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon. Secco Maroni: «la Libia è nell’Onu e L’Unhcr può fare lì le verifiche sul diritto d’asilo». Il 5 giugno intanto il commissario Ue alla Giustizia Jacques Barrot  discuterà dei rientri forzati con i ministri degli interni e della Giustizia. Il CORRIERE fornisce anche i numeri del caso: 240mila sono i richiedenti asilo nell’Ue nel 2008. 31.097 le domande presentate in Italia. 10.849 le persone che hanno ricevuto una forma di protezione (49%). 6.324 le domande presentate per ora in Italia nel 2009.
Capitolo ddl sicurezza. Oggi voto blindato dalla fiducia alla Camera. Il provvedimento rende reato la clandestinità, introduce le ronde, prolunga da due a sei mesi la permanenza degli irregolari nei centri di identificazione ed espulsione e inasprisce il carcere duro ai boss. Alcune associazioni e il Pd però accusano il provvedimento di rendere adottabili i figli dei clandestini. Questione di interpretazione del testo. Il governo comunque smentisce. Spiegano Maroni e la senatrice Santelli: «È falso che nel ddl ci sia una norma per cui i bambini clandestini potrebbero essere immediatamente adottabili. La legge Bossi-Fini prevede la concessione automatica del permesso di soggiorno di sei mesi dalla nascita del bambino sia per il figlio, sia per i genitori. A quel punto entrambi possono iscriverlo all’anagrafe».


Nel giorno del voto sul ddl sulla sicurezza (quasi un anno dopo la sua presentazione, nel primo Consiglio dei ministri a Napoli), LA REPUBBLICA alza i toni: “Immigrati, scontro Italia-Onu”. La cronaca racconta di come Ban Ki-Moon, segretario generale dell’Onu, abbia dato ieri il suo «pieno appoggio» all’Alto commissariato per i rifugiati, che si è detto «gravemente preoccupato» per il respingimento il Libia dei migranti e ha chiesto all’Italia «riammettere quelle persone identificate dall’Unhcr quali individui che cercano protezione internazionale». La discesa in campo dei vertici dell’Onu (Maroni aveva detto l’altro giorno che le critiche di rappresentanti dell’Onu che non sono l’Onu gli entravano da un orecchio e uscivano dall’altro, ndr) scatena la reazione del Ministro: «La Libia fa parte dell’Onu, è anche stata presidente della commissione per i diritti umani», dice. Gli accertamenti sul diritto d’asilo l’Unhcr li può fare in Libia, protesta Maroni e se ce ne sono, precisa, «se ne deve far carico tutta l’Unione europea, non vedo perché chi ha diritto all’asilo debba essere mandato in Italia». Maroni chiede anche le dimissioni di Thomas Hammarberger, commissario ai diritti umani del Consiglio d’Europa. «Una posizione durissima», chiosa Claudio Tito, avallata anche da Berlusconi: «Gli accordi con la Libia li ho sottoscritti io», precisa da Sharm el Sheik, «Maroni esegue gli accordi» e parla degli immigrati come di persone «scientificamente reclutate da organizzazioni criminali», che «hanno pagato un biglietto», «non sono persone spinte da una loro speciale situazione all’interno di paesi dove sarebbero vittime di ingiustizia». Di spalla, a smentire il premier, la testimonianza di un giovane nigeriano, figlio di un leader politico ammazzato dagli avversari e scappato lui stesso insieme ai fratelli. E pure un dossier di numeri sulle richieste asilo: 31mila nel 2008, +122% sul 2007. Il 70% degli immigrati giunti via mare ha fatto domanda d’asilo, dicono i dati Unhcr e Cir, e il 50% delle domande era fondata, tant’è che ha avuto una qualche forma di protezione. La pagina politica invece racconta l’allarme dell’opposizione sul ddl, che si vota oggi alla Camera: per i contenuti («si rischia una società parallela di immigrati irregolari e invisibili») e per via della fiducia. In un box, l’intervista a Agazio Loiero, presidente della regione Calabria, la cui giunta ha appena varato una “legge dell’accoglienza” che prevede benefici per gli immigrati che aprono esercizi commerciali e per l’assegnazione di case popolari. Controtendenza pura, rispetto al partito. E Loiero spiega: «Da noi hanno popolato centri disabitati e rianimato l’economia». Berlusconi? «Non vuole cedere lo scettro della battaglia perla sicurezza alla Lega, questioni tattiche per conquistare voti al Nord, dopo le elezioni cambierà idea». In prima LA REPUBBLICA ospita anche un interessante commento di Roberto Saviano, che ricorda come le due uniche rivolte spontanee contro la mafia, negli ultimi dieci anni, siano partite proprio da immigrati africani. Così facendo «difendono la cittadinanza per tutti i calabresi». L’allarme che lancia Saviano è questo: se si criminalizza l’immigrato, se lo si costringe a rivolgersi alle mafie per avere documenti, case, assistenza, allora si fa un favore alle mafie.


Maroni attacca sulla questione immigrati e il SOLE24ORE gli dà il titolo “«Sui barconi nessun rifugiato»”, col virgolettato. Di spalla, intervista a Roberto Calderoli della Lega che attacca anche lui, ma questa volta Pisanu, ministero dell’Interno del precedente governo Berlusconi intervistato a sua volta ieri sempre dal SOLE. «Lo stesso Pisanu in un decreto ministeriale del 2002, da un lato, parlava di fermo delle navi dei clandestini e di un loro rinvio nei Paesi di origine e, dall’altro, immaginava anche l’uso della forza sebbene proporzionata all’offesa…» dice Calderoli, che nota come «i respingimenti sono una delle misure, non l’unica. E hanno un forte significato preventivo» cioè scoraggerebbero altri a intraprendere il viaggio. «Dico di uscire dal buonismo che ha prodotto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti», aggiunge. «Rifugiato non è chi cerca di entrare illegalmente nel nostro Paese ma chi si presenta alle frontiere e fa regolare domanda. Diversamente l’asilo diventa uno strumento per soggiornare senza averne i requisiti. Del resto i veri rifugiati sono solo il 6-7% delle richieste. E comunque il nostro Paese non può farsi carico dell’intera povertà del mondo».

LA STAMPA apre sulla questione respingimenti: “Immigrati, l’Onu contro l’Italia”, è il titolo in prima. Guido Ruotolo, nel taglio basso a pagina 2, racconta di come gli scafisti stiano studiando contromosse dopo i respingimenti, cercando «nuove rotte e approdi. Gli immigrati sanno che è un azzardo, che rischiano il naufragio e di morire annegati, che sono costretti a pagare un biglietto carissimo per la traversata, che una volta sbarcati possono anche essere presi in ostaggio da carcerieri aguzzini che vantano crediti per il viaggio, che vogliono altri soldi per portarli al Nord o per raggiungere altri Paesi d’Europa. Dietro ai flussi migratori c’è il mercato dei trafficanti, delle organizzazioni criminali internazionali». Sottolinea poi Ruotolo: «Noi li chiamiamo clandestini, quelli che arrivavano a Lampedusa dalla Libia o dalla Grecia via Malta, come per esempio gli indopakistani. In realtà, non si nascondevano, arrivavano di giorno e di notte per essere assistiti, per finire nei vari Centri di accoglienza da dove, poi, cercavano di evadere, per chiedere la protezione umanitaria (come gli immigrati dei paesi del Corno d’Africa). I veri clandestini, quelli che si nascondono nei tir, che esibiscono documenti contraffatti, continuano ad entrare dai porti dell’Adriatico, dalle frontiere che tali non sono di Schengen».

Apertura (“Sanzioni unite”), foto ed editoriale del MANIFESTO dedicate alla questione immigrati. Il commento è di Marco Revelli, dal titolo “Retoriche disumane”: «C’è dentro ognuno di noi, e nella coscienza collettiva, un confine impalpabile ma fondamentale, che distingue il modo di guardare l’Altro come “uno di noi” (diverso ma, almeno in qualcosa simile), o come una “natura estranea”. Appartenente a un altro “regno”: “animale”, “vegetale”, “minerale”. O semplicemente al Nulla. Le “retoriche del disumano” lavorano su quella linea di confine. La spostano “in qua”, riducendo l’area degli inclusi nella dimensione di “uomini” e allargando l’esercito dei “non-uomini”. Dei non-riconosciuti. Non degli “invisibili”, si badi. Bensì di coloro che si vedono ma non hanno importanza. Possono essere indifferentemente usati o abbandonati a se stessi. Accolti (se, e fin quando, servono) o respinti (come cose inutili o dannose). “Salvati” o “sommersi”, a seconda dell’interesse del momento. Questo sta facendo il ministro dell’interno Maroni. Con la rozzezza che lo distingue».

Sulla questione sicurezza-immigrati, ITALIA OGGI dedica un editoriale scritto da Pierluigi Mantini della sua rubrica EO-DEM. «Tra il tradizionale buonismo della sinistra e il cattivismo di Maroni, ci vuole una terza via» scrive Mantini. «Una politica più equilibrata, qualcuno direbbe moderata, in grado di coniugare l’uso della forza con il rispetto dei diritti secondo una nozione, quella di comprehensive security, figlia del trattato di Helsinky, secondo cui non c’è una vera e duratura sicurezza che sia basata sull’ingiustizia. Non si possono equiparare persone perbene ma disperate, che fuggono dagli orrori delle guerre, delle persecuzioni razziali o religiose e dalla fame, a criminali e clandestini». Mantini non risparmia nessuno. «Il governo ha sbagliato,nella rettifica dell’accordo con la Libia, nell’esaltare le virtù democratiche del regime democratico di Gheddafi. Il partito democratico sbagliò nel votare acriticamente quella ratifica». Ma la steccata finale è soprattutto per il centro destra: «C’è un filo rosso che lega la politica sull’immigrazione, le dichiarazioni da Ku Klux Klan di Salvini e le ronde. È una visone intollerante e demagogica, tipica della destra reazionaria che non migliora i risultati per i cittadini ma aumenta l’insicurezza e l’offerta parolaia di protezione e dunque i voti».
Nella sezione GIUSTIZA e SOCIETA’, il quotidiano dei professionisti pubblica una lista sugli emendamenti del governo al ddl che la camera si appresta a votare tra oggi e domani. All’ordine del giorno ci sono: tassa di soggiorno, norme sulla permanenza nei Cei ( centri di identificazione e di espulsione), carcere per chi affitta ai clandestini,postini spia, norme anti-writers, decoro delle strade, ronde di cittadini, 41-bis per citarne alcuni.

IL GIORNALE: La testata della famiglia Berlusconi difende l’operato politico del patron e attacca il Pd e i detrattori del «sistema» Maroni.  Maria Grazia Maglie risponde nel suo articolo a tutti coloro che si sono pronunciati contro i rimpatri: Pd, Chiesa e Ue. La Maglie ricorda come con Prodi al governo la sinistra si fece promotrice di rimpatri fino alla tragedia del canale d’Otranto che causo 108 vittime, sottolinea che quella del rimaptrio sia una pratica largamente usata in Europa e uno dei maggiori sponsor di questa strategia sia addirittura Zapatero. Insomma gli attacchi sono assolutamente pretestuosi e ideologici. In un box inoltre viene sottolineato come su L’Unità venga fatto dire a Ilkka Laitinen direttore di Frontex qualcosa che l’intervistato non ha mai dichiarato per cercare di affiancarlo alla posizione di Thomas Hammarberg, commisssario per i diritti umani, posizione tra l’altro non appoggiata dal Consiglio d’Europa che la classifica come dichiarazione espressa a titolo personale.
Un aspetto diverso, ma pur sempre d’immigrazione, viene invece colto da un articolo di cronaca di Enrico Lagattolla, da cui traspare tutta la problematicità della Chinatown milanese. Una difficoltà d’integrazione dovuta alla mafia cinese, alla violenza al traffico di droga che non si verifica solo a Milano.   


E inoltre sui giornali di oggi:


ABRUZZO
SOLE24ORE – Rallenta la corsa del decreto Abruzzo al Senato: rinviato l’esame del provvedimento in aula. Intanto Bertolaso ha firmato l’identificazione di 20 aree destinati all’insediamento dei moduli abitativi e delle relative opere di urbanizzazione. Circola anche l’ipotesi della fiducia sul decretone, contro cui insorge l’opposizione, la quale invece caldeggia emendamenti che alzano il tetto dei 150mila euro per la ricostruzione totale delle case private.

BBC
CORRIERE DELLA SERA – Il boss della televisione pubblica inglese Bbc, Mark Thompson sceglie un musulmano, il giornalista Aaquil Ahmed, per dirigere i programmi religiosi della tv. Ahmed, che viene da Channel 4 e in passato ha provocato scandalo promuovendo trasmissioni di studio sul Corano o documentari sul Culto degli attentatori suicidi, portando in prima serata approfondimenti e dibattiti sull’islam.  

POLITICA
LA STAMPA – A pag. 12 spazio alle posizioni sempre più “smarcate” di Gianfranco Fini, soprattutto su immigrazione e fronte etico. Amedeo La Mattina registra i movimenti in questo senso: «I finiani Silvano Moffa e Fabio Granata presenteranno presto una proposta di legge per il riconoscimento della cittadinanza agli immigrati che vivono regolarmente in Italia da cinque anni». Poi, sulle coppie di fatto: «È considerato Fini lo sponsor di un’altra proposta di legge, sostenuta dai ministri Brunetta e Rotondi e sottoscritta da sessanta deputati sempre del Pdl, che disciplina «i diritti e i doveri di reciprocità dei conviventi». Sono i cosiddetti «Didore» che per il momento giacciono in commissione Affari sociali, ma che dopo le elezioni amministrative ed europee verranno scongelati». Infine il testamento biologico «la rigorosa legge approvata dal Senato sull’onda emotiva del caso Englaro è ora arenata alla Camera. “Ma ci sono almeno cinquanta deputati del Pdl – spiega Benedetto Della Vedova, Radicale del Pdl considerato un neo-finiano – che non sono disposti a votarla nella versione di Palazzo Madama”».

BICICLETTA
LA REPUBBLICA– Grande successo degli ecoincentivi per la bicicletta. In tre settimane si registrano 40mila pezzi in più sulle strade. Il sito internet del ministero per l’ambiente, dove i commercianti registrano la pratica per avere il contributo, è andato in tilt. Ma – nota l’articolo – nonostante il black out e l’impossibilità di registrare nuove vendite, i soldi disponibili continuano a diminuire al ritmo di 24mila euro l’ora…

PAPA
IL GIORNALE. Il Papa, nel suo viaggio in Terra Santa, arriva al muro del pianto e, seguendo l’esempio di Giovanni Paolo II, lascia un messaggio di pace tra le sue pietre. Il GIORNALE evidenzia come il viaggio e la sua importanza siano al centro del dibattito internazionale. C’è chi o considera un momento storico e chi invece ritiene sia un flop. In ogni caso il viaggio un obbiettivo l’ha centrato: rinsaldare i rapporti con il mondo ebraico e riportare il dialogo tra le due religioni dopo le difficoltà causate dai lefevbriani e dalla presenza vaticana a Durban II.      


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