Volontariato

L’euroburocrazia ruba l’autoambulanza

Una storia emblematica: Bruxelles contro il volontariato

di Redazione

Una sentenza del 2007 poteva mettere ko il sistema delle convenzioni dirette della Regione Toscana con Anpas, Misericordie e Croce Rossa. Che ribattono: «Metterci sullo stesso piano del profit è un controsenso»Se c’è un caso emblematico del tentativo dell’euroburocrazia di togliere ossigeno al privato sociale, anche quando questo è radicato e, almeno per i cittadini, conveniente è quello che ha messo di fronte la Corte di giustizia europea e la Regione Toscana.
La vicenda è nota: una sentenza dei giudici di Lussemburgo del 29 settembre 2007, chiamati in causa dal ricorso di un’azienda italiana di trasporti, ha stabilito l’obbligatorietà dell’assegnazione per bando dei servizi di trasporto sanitario e di emergenza e non.
Oggi, ma in Toscana è così “da sempre”, al contrario questa attività è affidata dalla Regione attraverso una convenzione diretta del valore di circa 70 milioni di euro a Croce Rossa, Anpas e Misericordie. Il tribunale continentale ha quindi messo sullo stesso piano enti di volontariato e realtà for profit. E questo esclusivamente per salvaguardare il principio della libera concorrenza, senza in alcun modo però tenere in conto la qualità e l’economicità del servizio offerto.
Un’equazione che, per prima, non è andata giù alla stessa Toscana, che infatti alla fine dello scorso anno ha deciso di prorogare la convenzione con i tre enti per tutto il 2009, mettendo di fatto in ghiacciaia il pronunciamento del tribunale europeo.
Sulla carta però la spada di Damocle della Ue continua a pendere sulla testa dei cittadini e del volontariato toscano. Che proprio in queste ore sta mettendo a punto una strategia difensiva che promette di avere esiti favorevoli.
«I nostri tecnici sono al lavoro», conferma il presidente delle Misericordie, Gabriele Brunini. Sono due le frecce al loro arco. La prima è la direttiva Ue del 12 dicembre 2006 che indica agli Stati membri la linea da tenere per la libera circolazione dei servizi. Un provvedimento che il Parlamento italiano dovrà recepire entro il 28 dicembre e che «esplicitamente indica le ambulanze fra i mezzi di trasporto dichiarati esclusi dalla sfere di applicazione della direttiva», nota Brunini.
Poi c’è la risoluzione del Parlamento europeo datata 22 aprile 2008, che – ricorda sempre il numero uno delle Misericordie – ribadisce come «il volontariato possa consentire risparmi significativi per i servizi pubblici e che in tale contesto è importante garantire che l’attività di volontariato vada ad aggiungersi ai servizi pubblici e non serva a sostituirli».
«Tanto è vero», continua, «che nelle nostre sedi dove si trova il punto di emergenza territoriale in cui staziona il medico del servizio pubblico, si è dato vita a punti di primo soccorso che evitano accessi impropri agli ospedali e danno risposte alle emergenze sociali».
A conti fatti, il combinato disposto di queste due norme dovrebbe dunque prevalere sulla sentenza della Corte europea. E in effetti l’umore di Brunini negli ultimi tempi è decisamente migliorato: «Devo dire che oggi la sentenza di Lussemburgo non è più in cima alle mie preoccupazioni: credo che la via d’uscita che stiamo individuando poggi su solide basi».


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