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Armi: Legge 185 ed Europa

Nei giorni in cui se ne discute in Senato, il coordinamento in difesa della Legge 185, lancia una campagna e un network europei: "Sorvegliamo le vendite di armi: salviamo delle vite!"

di Redazione

Campagna euroepea per una regolamentazione efficacie dei trasferimenti di armi I trasferimenti di armi ed i loro effetti L?Unione Europea (UE) assicura un quarto delle esportazioni mondiali di armi. Alcuni Stati sono particolarmente coinvolti: la Francia e la Gran Bretagna si disputano da anni la terza posizione a livello mondiale dietro la Russia e gli Stati Uniti; altri paesi, tra cui la Germania, la Spagna e l?Italia occupano a loro volta una collocazione rilevante in questo commercio. I membri dell?Unione Europea giustificano questa attività con il diritto di ogni Stato a provvedere alla propria difesa. Essi affermano, inoltre, di rispettare regolamenti rigorosi oltre ai criteri sanciti nel Codice di Condotta Europeo. Come spiegare, quindi, che i nostri Stati continuano a rifornire di armi numerosi Paesi che non rispettano i diritti umani? Tutto questo a dispetto delle conseguenze che ciò comporta per le popolazioni civili! Gli effetti dei trasferimenti di armi leggere o di piccolo calibro sono particolarmente terribili. Nel mondo ne circolano oltre 639 milioni, con le conseguenze che si conoscono. Perché questa campagna? Milioni di armi circolano nel mondo. A partire dalla Seconda Guerra mondiale, queste hanno alimentato i conflitti, moltiplicando il numero delle vittime, particolarmente donne e bambini. Ancor oggi, esse continuano ad animare una ventina di conflitti. Sia che queste armi siano ufficialmente esportate da paesi produttori, sia che seguano percorsi indiretti attraverso gli intermediari, esse sono sottoposte a controlli insufficienti a causa del sussistere di legislazioni nazionali ancora troppo poco severe. Durante l?ultimo decennio, le campagne cittadine contro la proliferazione delle armi hanno permesso una certa sensibilizzazione e ottenuto discreti risultati. Nel quadro delle Nazioni Unite e dell?Unione Europea sono state assunte in questo senso alcune iniziative politiche. Ciononostante, queste misure restano limitate e soprattutto sono giuridicamente non vincolanti. Al giorno d?oggi, una nuova tappa deve essere raggiunta. L?Unione Europea deve dotarsi di strumenti giuridicamente vincolanti volti a porre termine alle forniture d?armi a quei paesi in cui esse rischiano di contribuire a violazioni dei diritti umani o del diritto umanitario internazionale (ovvero del diritto che governa i conflitti armati). Questi strumenti rappresenteranno un primo passo verso la messa in atto di una regolamentazione internazionale indispensabile per produrre un rafforzamento del controllo sui trasferimenti di armi. I responsabili dei nostri paesi e dell?Unione Europea si ritengono in prima linea nella lotta contro la proliferazione delle armi. E? tempo che le loro dichiarazioni vengano messe in atto! I cittadini dei diversi paesi europei vogliono mobilitarsi per richiedere che la trasparenza e i mezzi di controllo siano rafforzati: é questa la ragion d?essere della campagna europea per il controllo efficace dei trasferimenti di armi. Qualche parola sui trasferimenti d?armi I trasferimenti d?armi non si limitano alle vendite d?armi; bisogna aggiungere le cessioni gratuite (donazioni), gli accordi di cooperazione ed assistenza in materia d?equipaggiamento, di personale, di formazione e di tecnologia oltre al sostegno logistico e finanziario necessario ai trasferimenti stessi. Questi concernono l?insieme delle armi leggere e di piccolo calibro (dalle pistole ai lanciamissili portatili e relative munizioni), le armi pesanti (carri, aerei da combattimento, navi da guerra) oltre ai materiali di sicurezza e di polizia (armi da elettrochoc, flash-balls, etc.) Regolamentare efficacemente le attività degli intermediari Chi sono gli intermediari?

  • i corrieri
  • i trafficanti
  • i trasportatori
  • le banche, etc. Sebbene alcuni Stati europei abbiano messo in atto una regolamentazione relativa all?attività degli intermediari, questi testi devono essere rinforzati. In effetti, il principio di territorialità che deriva dalla sovranità degli Stati implica che la legislazione italiana si applichi solo agli intermediari residenti in Italia quando le armi transitino attraverso l?Italia. Così uno straniero che compia integralmente all?estero la cessione delle armi non è punibile per la legislazione italiana. Questa costituisce la prima lacuna della regolamentazione attuale. D?altro canto, il principio di extraterritorialità consentirebbe l?applicazione della regolamentazione italiana relativa alle attività degli intermediari anche nel caso in cui queste abbiano luogo fuori dal territorio italiano. E? per questo che noi richiediamo all?Unione Europea di adottare un testo sulla questione degli intermediari d?armi che includa la nozione di extraterritorialità; questo condurrebbe tutti gli Stati europei a regolamentare l?attività degli intermediari in maniera armonizzata. L?Unione Europea si troverebbe, di conseguenza, in una posizione più avanzata per promuovere l?adozione di una convenzione internazionale. Obiettivi della campagna Questa campagna intende porre un termine ai trasferimenti di armi qualora esista il rischio che le armi in questione contribuiscano a violazioni dei diritti umani o del diritto umanitario internazionale. A tal fine, noi richiediamo: Al presidente del Consiglio dell?Unione Europea ed all?Alto Rappresentante della PESC (Politica Estera e di Sicurezza Comune) di promuovere un?azione europea in vista di una convenzione internazionale sugli intermediari; di rafforzare i criteri del Codice di Condotta Europeo sulle esportazioni di armi e di renderlo giuridicamente vincolante. Al Presidente del Consiglio di far adottare una legislazione interna sulle attività degli intermediari e di agire per l?adozione di una convenzione internazionale sugli intermediari; di prendere tutte le iniziative necessarie per rendere il Codice di Condotta Europeo giuridicamente vincolante. Maggiori informazioni:
  • Campagna per la difesa della Legge 185
  • Nessuno ti regala niente, noi sì

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