Non profit
DOPO DI NOI. Reggio Emilia, nasce una Fondazione
Il nuov organismo ha sede a Correggio e vede collaborare diverse realtà non profit
di Redazione
«Una sfida impegnativa che richiede rinnovate competenze sociali, ma anche fantasia e volontà per realizzare nuove collaborazioni tra le famiglie, le istituzioni pubbliche e gli enti privati, affinché sia possibile sin da oggi dare certezza al futuro di una persona con disabilità». Nasce così lo scorso dicembre a Correggio la Fondazione “Dopo di Noi”: Anffas, Sostegno e Zucchero, Associazione Traumi Cranici, la Fondazione Manodori e i Consorzi delle Cooperative sociali Oscar Romero e Quarantacinque, ma anche gli Enti Locali, per offrire ai cittadini disabili servizi residenziali sostitutivi della famiglia, là dove la famiglia non esista più o non sia più in grado di dare assistenza.
La Fondazione, in collaborazione con le Assistenti sociali dell’Unione dei Comuni del distretto di Correggio, gli operatori della ASL e dei Consorzi delle Cooperative Sociali, vuole sviluppare una rete di strutture residenziali che rispondano alle esigenze di assistenza quotidiana e che si integrino con i programmi di assistenza sanitaria, sociale, educativa già assicurati obbligatoriamente dagli altri enti. Tra le priorità di “Dopo di noi” c’è la volontà di «essere la nuova “famiglia” per i disabili che non ce l’avranno più o diventi la famiglia allargata per quelli che ancora ce l’hanno ma hanno bisogno di appoggio, individuando soluzioni assistenziali e abitative molto flessibili, che vadano cioè dall’assistenza del disabile al proprio domicilio o in appartamenti protetti con 2 o 3 disabili fino a soluzioni per piccole comunità che possano accedere a spazi comuni di socializzazione, sport, educazione e svago».
Questo è possibile perché tra i compiti che la Fondazione porterà avanti ci sarà la lettura attenta dei i bisogni attuali e futuri delle famiglie dei disabili del nostro territorio per predisporre concrete possibilità di vita autonoma e dignitosa per coloro che sono o resteranno privi di una rete familiare adeguata o vogliano sperimentare occasioni di distacco dal contesto familiare; ma anche lo studio di modalità organizzative e spazi fisici abitativi che tengano conto sia dei bisogni dei ragazzi sia delle risorse economiche della Fondazione. I soggetti promotori credono infatti che «solo mediante un intervento che affianchi e sostenga la famiglia, prima che si verifichi l’inevitabile esaurimento delle energie familiari e predisponga le fondamenta della futura situazione, possa evitare non solo dolorosi e bruschi traumi, ma anche, come spesso avviene, l’invecchiamento precoce della persona disabile parallelamente a quello dei genitori». Le attività di “Dopo di noi” saranno finanziate dalle risorse della Fondazione stessa, ma soprattutto da donazioni sia delle famiglie dei disabili sia degli altri cittadini, da interessi su capitale e da ricavi da iniziative promosse sul territorio.
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