«Occorre fare presto. La crisi economica rischia di allargare la forbice fra i cittadini e penalizzare ulteriormente i disabili». L’allarme è stato lanciato dall’Anmic – Associazione nazionale mutilati e invalidi civili in occasione del proprio convegno di formazione Il quadro sociopolitico e il ruolo istituzionale dell’Anmic, prospettive e strategie future, svoltosi a Roma sino al 23 aprile, nel corso del quale si è discusso degli strumenti più avanzati di tutela delle persone con disabilità, compresi quelli di tipo economico.
Due le indicazioni principali emerse: «Occorre rilanciare le politiche per la disabilità intese come politiche per la persona», afferma il presidente nazionale Anmic, Giovanni Pagano, «poi bisogna utilizzare subito il sistema di classificazione Icf dell’Oms, strumento chiave per la definizione di tutti i progetti: nella scuola, nel lavoro, nella ricerca e nell’assistenza». «Solo adottando criteri che focalizzano le capacità della persona disabile nel suo contesto di vita», spiega Pagano, «potremo programmare efficaci strategie di integrazione». Una risposta è arrivata poi al convegno: «L’onorevole Baccini, presidente del Comitato nazionale per il microcredito, ci ha lanciato una proposta che è stata ben accolta», riferisce Pagano. «Realizzare un progetto in cui tre, quattro persone disabili si mettono insieme per realizzare un’impresa e accedere così al microcredito. Nelle prossime settimane ci incontreremo per definire la proposta, che al momento è per così dire “futurista”, ma non trascuriamo nessuna strada». «Tra i problemi», conclude il presidente dell’Anmic, «citerei il decreto Brunetta sui “falsi invalidi”: noi non ci opponiamo, ma sarebbe giusto che dall’esame delle commissioni siano escluse le patologie gravi e irreversibili. A noi come Anmic non interessano i falsi invalidi, che andrebbero denunciati alla magistratura, ma non vorremmo che i più deboli dovessero pagare al posto di chi ha creato il problema».
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