Volontariato

Abruzzo, il servizio civile scende in campo

Presidenza del Consiglio e Regioni pronte a lanciare un bando speciale

di Stefano Arduini

Il governo attingerà al fondo nazionale. Mentre gli enti locali pensano a una riserva del 2% del loro budget da destinare ai progetti post sisma
Un bando speciale di servizio civile per l’Abruzzo. L’idea lanciata dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso è stata subito raccolta dal sottosegretario Carlo Giovanardi che, interpellato da Vita, ha confermato l’indiscrezione: «È un’ipotesi realistica a cui stiamo pensando. I dettagli li metteremo a punto in questi giorni». Per ora la certezza è che i finanziamenti saranno attinti dalla quota del Fondo nazionale gestita dall’Unsc – Ufficio nazionale del servizio civile, «in mancanza di altro, non potrà che essere così», ammette Giovanardi. Staremo a vedere.
Intanto però a Bertolaso e Giovanardi arriva il via libera della Cnesc – Conferenza nazionale enti di servizio civile, il network più rappresentativo degli enti nazionali. «Certamente daremo il nostro contributo, l’idea di un progetto speciale è buona», non si tira indietro il presidente Davide Drei, anche se precisa: «Occorre però tenere presente che il servizio civile vive un momento di grande difficoltà economica». E col bando 2009 per i progetti regionali, l’Abruzzo avrà comunque a disposizione 263 posizioni finanziate.
Sul post terremoto l’iniziativa governativa non rimarrà comunque isolata.
«Anche noi siamo pronti a rimboccarci le maniche», annuncia Angelo Bergamaschi, portavoce, nelle vesti di dirigente dell’Emilia Romagna, delle Regioni in materia di servizio civile. In questo caso l’accordo è gia stato raggiunto: «Le Regioni riserveranno il 2% delle posizioni che ci competono per inviare volontari nelle aree colpite dal sisma». In totale 226 giovani «selezionati con un bando ad hoc in modo che siano attivi all’inizio dell’anno prossimo, credo a partire dal mese di febbraio». «Con questa tempistica», ragiona Bergamaschi, «daremo un contributo alla ricostruzione sociale delle comunità terremotate, senza però essere d’intralcio alla fase post emergenziale a cui fra l’altro stanno già contribuendo ragazzi in servizio civile esperti di protezione civile». In effetti sono otto gli enti che in queste ore stanno operando in provincia di L’Aquila. Prime fra tutte le Misericordie, che su 1.151 ragazzi in servizio ne ha “dislocati” una quarantina («esperti in protezione civile») in Abruzzo, e Anpas, che ne conta 66 impegnati nell’emergenza a fronte di un contingente totale di 1.600 giovani. Arci servizio civile, Cri, Unitalsi, Dipartimento di protezione civile, Avis e Caritas italiana sono invece gli altri enti di servizio civile già abilitati a lavorare nel post emergenza.


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