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COLOMBIA. 380mila nuovi sfollati in un anno

Con un incremento del 25% rispetto all'anno precedente, nel 2008 aumenta il numero dei civili costretti ad abbandonare le case per lo scontro tra esercito e guerriglieri. Oltre 5,5 milioni i rifugiati dal 1984, inizio della guerra civile

di Redazione

Sono almeno 380mila i civili colombiani che sono stati obbligati a lasciare le loro case nel 2008, su minaccia dei gruppi armati. Quasi il 25% in più rispetto all’anno precedente, secondo dati della Codhes ‘Consultoría para los derechos humanos y el desplazamiento’, una delle principali organizzazioni non governative colombiane.Lo riporta l’agenzia Misna.

Si tratta di 76.172 famiglie “costrette ad abbandonare i loro luoghi di residenza o di lavoro per aggiungersi all’universo delle vittime di questo crimine di lesa umanità”; il tasso di ‘desplazamiento’ (spostamento forzato) è passato da 713 persone ogni 100mila abitanti a 888, un aumento che si registra costantemente dal 2006 e che riflette “il consolidamento dell’egemonia armata illegale, seguito a cruenti scontri in cui la popolazione contadina è diventata un obiettivo militare e le sue terre e beni un bottino di guerra”. Secondo il Codhes, tra il 1985 e il 2004 i desplazados (sfollati) sono stati oltre quattro milioni e mezzo in tutto il paese; negli ultimi cinque anni si è aggiunto quasi un altro milione di persone. La grande maggioranza dei ‘desplazados’ vive “in condizioni critiche di povertà” prevalentemente nelle periferie dei centri urbani; alcuni sono fuggiti dal paese temendo per le loro vite, altri, ma non esiste un numero, sarebbero morti perlopiù di stenti.

Le cifre ufficiali del governo, secondo Codhes, sono sottostimate: l’esecutivo calcola quasi tre milioni di ‘desplazados’ tra il 1997 e il 2008. Altra ‘vittima’ dello spostamento forzato è la terra: dal 2000, almeno cinque milioni e mezzo di ettari (pari al 10,8% delle terre fertili e destinate anche all’allevamento di tutto il paese) sono passati nelle mani dei gruppi armati.

Gli stessi gruppi armati che solo due settimane fa avevano ucciso Ana Isabel Gomez Pérez, dirigente di un movimento della società civile impegnato nel recupero delle terre usurpate dai paramilitari di estrema destra della Auc, Autodifese unite della Colombia. Mentre viaggiava a bordo della sua motocicletta insieme a sua figlia adolescente nelle campagne di Los Córdobas, nel dipartimento settentrionale di Cordoba, Gomez, 49 anni, esponente del Comfavic, ‘Comité de Familiares Víctimas de la Violencia en Córdoba’, è stata raggiunta da colpi d’arma da fuoco esplosi da sconosciuti, che si sono poi allontanati. La ragazza è rimasta illesa.

Secondo fonti della stampa colombiana, parlando ai delegati della ‘Commissione nazionale di riparazione e riconciliazione’ la dirigente sociale aveva denunciato all’inizio del mese di essere stata minacciata di morte: ignoti l’avevano diffidata dal proseguire il suo lavoro accanto a 4000 civili desplazados che reclamano dal governo la restituzione delle loroterre occupate dagli squadroni della morte delle Auc.

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