Economia

Patti Chiari, atto secondo

30 nuovi "impegni per la qualità" per ridare fiducia ai consumatori, dopo la bufera su Lehman Brothers e la defezione di una cinquantina di istituti bancari. Ecco tutte le novità

di Gabriella Meroni

È stata presentata oggi a Milano la “fase due” del progetto Patti chiari, il consorzio di banche nato nel 2003 per promuovere l’efficienza del mercato e l’educazione finanziaria nel Paese. Il progetto prova a ripartire dopo una serie di incidenti di percorso, dalla segnalazione sul proprio sito dei titoli Lehman Brothers definiti «a basso rischio» alla defezione di una cinquantina di istituti di credito, sfilatisi dal progetto prima che iniziasse il nuovo corso, deciso nell’estate del 2007 ma tenuto a battesimo solo oggi nel corso di un incontro a piazza Affari.

In pratica, la fase due di Patti chiari prevede 30 nuovi “impegni per la qualità” per ridare fiducia ai consumatori. La differenza con la “fase uno” consiste nell’obbligatorietà di tutti e 30 gli impegni per le banche che aderiscono a Patti chiari (oggi 104, contro le 145 del passato, pari al 74% degli sportelli presenti in Italia), mentre prima ciascun istituto di credito poteva scegliere a propria discrezione quali servizi fornire: «Si passa da una gestione à la carte al menu fisso», ha sintetizzato il presidente di Patti Chiari Filippo Cavazzuti. Nel concreto, si parte dalla trasferibilità dei servizi bancari, per rendere più semplice e veloce il passaggio di servizi come il dossier titoli, gli addebiti rate mutui e prestiti e gli estratti conto delle carte di credito da un conto corrente all’altro, e si arriva all’aiuto alla comprensione e scelta del conto corrente tramite confronti omogenei attraverso il motore di ricerca che entro luglio sarà accessibile sul sito www.pattichiari.it. Saranno infine approfondite l’assistenza alla clientela e i servizi di sicurezza delle transazioni elettroniche e dell’internet banking.

Tra le novità più rilevanti presentate da Cavazzuti c’è la nuova governance del consorzio, che si dota di un Comitato di Consultazione di cui fanno parte tre esponenti delle associazioni dei Consumatori (Codacons, Adoc e Cittadinanzattiva) e sei membri indipendenti di estrazione accademica, tra cui il professor Valerio Onida. Il Comitato, presieduto dal professor Pippo Ranci, docente di Etica dell’economia e della finanza alla Cattolica di Milano, ha il compito di vigilare sul rispetto degli impegni attraverso indagini di mercato presso la clientela, audit interni e analisi dei reclami, per misurare i risultati prodotti sul mercato. Inoltre, accanto al Comitato di Consultazione, viene istituito il Comitato Tecnico per i motori di informazione e confronto di Patti Chiari, un organismo che dovrà semplificare il linguaggio e facilitare la comprensione dei concetti finanziari all’interno dei motori di informazione e confronto sul web. Non solo: il nuovo statuto e gli impegni sono stati sottoposti a un processo di consultazione con 13 associazioni dei consumatori, con cui il consorzio intende lanciare una nuova collaborazione. Le 13 realtà sono:  Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, La Casa del Consumatore, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino e  Unione Nazionale Consumatori. Non aderiscono, tra le sigle più note, Federconsumatori e Adusbef, anche se Donata Monti, responsabile dell’Ufficio rapporti con le Organizzazioni dei Consumatori dell’Abi, dice a vita.it di «nutrire fiducia in un prossimo ingresso di Federconsumatori» tra le sigle che lavorano con Patti Chiari.

L’operazione varata oggi andrà a regime in autunno, e prevede sanzioni per le banche che non rispetteranno gli impegni: «Daremo massima pubblicità agli eventuali inadempimenti», ha promesso Pippo Ranci, «e contiamo che il conseguente danno di immagine per la banca che si sarà sottratta agli impegni sarà un buon deterrente. In casi gravi, arriveremo all’espulsione dal consorzio». In merito all’«incidente Lehman», Filippo Cavazzuti ha spiegato che in futuro non si ripeterà perché non saranno più segnalati sul sito di Patti Chiari i titoli obbligazionari seguiti dalla definizione «ad alto, medio o basso rischio»; tuttavia lo stesso presidente ha ammesso che è ancora in discussione la modalità pratica con cui inserire sul sito una valutazione dei titoli che, ha ricordato sempre Cavazzuti, è oggi affidata a sole tre società di rating al mondo, le stesse che pochi giorni prima del crac Lehman classificavano i titoli della banca americana come a basso rischio. L’ultima questione riguarda i costi: quanto spenderanno le banche per onorare i 30 impegni di Patti Chiari? E soprattutto: questi costi, alla fine, saranno pagati dai clienti? «Alle banche costa meno aderire a Patti Chiari che non impegnarsi per la trasparenza», ha detto Pippo Ranci. «Perché una banca poco trasparente alla fine perde clienti, quindi subisce danni ben più gravi». Alla seconda domanda, però, nessuno ha voluto rispondere.  

www.pattichiari.it


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