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Febbre suina, tremano gli Usa

Cresce l'allarme globale per l'epidemia in Messico e negli Stati uniti

di Franco Bomprezzi

Una nuova paura si aggira nel mondo, ha il nome inquietante di febbre suina, e dopo alcuni giorni di incubazione mediatica, ecco che anche i giornali italiani dedicano apertura e pagine alla notizia, cercando di evitare gli allarmismi dell’aviaria, ma la situazione è effettivamente seria, specie in Messico e negli Stati Uniti.

La rassegna stampa si occupa anche di:

 

 

“Febbre suina, emergenza Usa”. Apre così il CORRIERE DELLA SERA di oggi, mentre da tutto il mondo si accavallano notizia di contagi. Obama si dice «preoccupato». In Messico 81 morti. Negli Stati uniti i casi accertati in cinque stati salgono a 20. Washington dichiara l’emergenza sanitaria nazionale per combattere meglio il virus. In Messico, epicentro del contagio, chiusi gli zoo e sospese le messe domenicali. Secondo il sottosegretario alla Sanità Fazio in Italia la situazione è sotto controllo. I servizi a pag 2 e 3. Ancora Fazio: «Il ministero svolge un’azione di monitoraggio in collegamento con le autorità mondiali, per ora non servono controlli straordinari alle frontiere». Conviene tener presente, spiega il CORRIERE, che «l’influenza viene trasmessa da animali vivi e per via respiratoria. Non attraverso il consumo di carni, non per via alimentare». Paolo Valentino firma la corrispondenza da Washington. Dice Janet Napolitano, ministro degli Interni, dopo l’annuncio dello stato di crisi: «Ciò che stiamo veramente facendo in questo momento è di attrezzarci, in uno scenario nel quale non sappiamo veramente quale sarà la dimensione della gravità del problema». Il quotidiano pubblica anche una interessante guida alla prevenzione e alla malattia.

“Febbre suina, emergenza in Usa”. Apre così LA REPUBBLICA che a pagina 2 prosegue con il resoconto di Alberto Flores D’Arcais, inviato a Mexico City: “Nella città assediata dalle mascherine azzurre”. 86 morti ufficiali, 1400 contagiati. La febbre ha svuotato la capitale: «il formicaio umano più grande del mondo è semideserto, le scuole resteranno chiuse fino al 6 maggio… circolano solo poche auto. .. è il week end più surreale della storia di una metropoli abituata a ogni emergenza, una città che nel suo filosofico convivere con la violenza, la polluzione e i terremotati, è sempre rimasta viva, chiassosa, allegra». Insomma milioni di persone scomparse: si sono chiuse in casa e aspettano notizie. Da New York riferisce Arturo Zampaglione: “Negli Usa emergenza nazionale «temiamo vittime anche da noi». La decisione dello stato d’emergenza è precauzionale, dice Janet Napolitano ministro della salute Usa: «vogliamo essere pronti ad affrontare al meglio una crisi di cui non possiamo ancora prevedere la gravità». Per il momento non ci sono restrizioni ai viaggi né controlli speciali alle frontiere. L’Oms è in allarme. Quanto al commento, è affidato a Umberto Veronesi (dalla prima a pagina 20): i rischi per la salute in un mondo consumista e globalizzato aumentano, come pure gli strumenti per capirli e farvi fronte. Niente panico dunque ma cogliamo l’occasione per comprendere l’importanza della salute.

La notizia è in prima pagina anche de IL GIORNALE, un pezzo di cronaca che continua alle pagine 8 e 9 con l’intervista a Ferruccio Fazio, sottosegretario alla Salute che rassicura: «pronte 40milioni di dosi di vaccino» e consiglia «di non andare in Messico e  negli States».  IL GIORNALE  sul caso pubblica un editoriale  di Paolo Granzotto  dal titolo “Ricordiamoci del bluff aviaria”. Granzotto critica alla luce delle esperienze precedenti l’atteggiamento dell’Oms che «invece di lanciare allarmi dovrebbe  mettere in guardia». «L’Oms, che  rappresenta una sorta di unità di crisi  dell’andamento sanitario globale,  dovrebbe avere gli strumenti per  valutare la velocità di trasmissione e le sue conseguenze. E invece pare disponga di due soli parametri: la pandemia da un lato e dall’altro il numero probabile delle vittime immancabilmente calcolate in milioni di individui. Sembra che l’Oms  non abbia altro scopo di diffondere il panico e motivare misure di prevenzione che  si risolvono in pesanti  danni all’economia in generale e per il cittadino in particolare. Non dimentichiamo la mattana di bovini e i divieti alimentari  al tempo della mucca pazza. La soppressione  di una quantità inverosimile di polli  oltre all’acquisto  di 38milioni di dosi di vaccino». Granzotto continua: «L’industria farmaceutica, che  ovviamente non ha nessuna colpa, nelle “emergenze pandemia”  è l’unica a guadagnarci. Cosa muova l’Oms a  dichiararle con tanta sospetta  frequenza non è dato sapere e  non saremo noi ad avanzare ipotesi che altri hanno avanzato».  E infine Granzotto conclude «Con questo gridare “Al lupo, al lupo”,  essa sta riducendo la sua credibilità, cosa davvero imbarazzante per un organismo dell’Onu».  

LA STAMPA apre su “Febbre suina, paura in Europa”. Al tema dedica il primo piano di pagina 2 (“Messico in quarantena. Negli Usa è emergenza”) e 3 (“La Farnesina «Evitate i viaggi in quelle zone»”). E c’è un reportage di Manzo su “L’ansia dei reclusi in casa: «Ci stanno dicendo tutto?”: «la paura più profonda», dice il dottor Roberto Ortiz, dal Pronto soccorso dell’Ospedale Obregon di Città del Messico, «è quella di un black out di informazioni». E una collega: «Ma le autorità ci stanno dicendo tutta la verità? Abbiamo paura di essere abbandonati a noi stessi». Un timore che trova nella rete il terreno giusto per diffondersi: nel forum del quotidiano El Mundo, un medico che vuole restare anonimo scrive: «Sono specializzato in malattie respiratorie e in terapia intensiva. I trattamenti antivirali non stanno avendo il successo sperato e la gente continua a morire, anche giovano di 30 o 20 anni. Il personale è molto spaventato. Ci dicono di non parlare con la stampa e che verremo puniti se lo facciamo». Mentre Amelia Batani del quotidiano El Universal denuncia il fatto che i soldati stiano intervenendo nelle strade senza usare i guanti di lattice o altre precauzioni per evitare di diffondere il contagio. Mentre l’Oms rassicura dicendo che sono a disposizione riserve antivirali massicce, che esistono gli strumenti per bloccare un’eventuale pandemia, e che comunque nessun caso fra quelli segnalati in Spagna, Francia e Uk, è stato accertato, l’Europa cerca di scongiurare «l’effetto domino» che al tempo della mucca pazza e del virus dei polli si rovesciò su turismo e allevamento (gli allevatori videro 2 miliardi di euro bruciati nel 1° caso e mezzo miliardo nel 2°). Mettono le mani avanti Coldiretti, Cia, Adoc, e il Consorzio del prosciutto di Parma: gli allevamenti di maiali in Italia «sono sicuri, la rete sanitaria funziona, i controlli sono rigorosi».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

CLANDESTINI

CORRIERE DELLA SERA – La maggioranza è pronta a riproporre la norma sulla permanenza nei Cie già bocciata alla Camera. «Roberto Cota, che guida i deputati leghisti, ha tessuto la tela delle trattative. E ha ottenuto la garanzie che sarà votato un provvedimento affinchè gli stranieri possano stare fino a 6 mesi nei centri». Il ministro La Russa: «faremo la legge in tempo record perché è giusto che ci sia tutto il tempo per identificare i clandestini da mandare a casa loro. C’è stato un incidente di cui siamo, Pdl e Lega, tutti colpevoli di leggerezza». Contrario il pd che si appella al presidente della Camera Fini.

IL GIORNALE – A  Pagina 13  titola “I clandestini liberati sono già scomparsi” sotto al pezzo di Andrea Cuomo che ha raccolto la storia di Ayo e Adia appena usciti dal Cie di Roma saliti su di un treno  per una destinazione ignota. Si legge «Come loro  altri mille irregolari  che dovrebbero essere espulsi. i primi trasferimenti con voli speciali costati 350 mila euro». Francesco De Vito, poliziotto e sindacalista dell’Ugl  sostiene: «Occorre introdurre il reato di clandestinità, perchè i clandestini sono braccianti del crimine». Un’infografica ci dice che i Cie, centri di identificazione espulsione, sono 10  e possono ospitare 1160 persone. 

 

PIRATI

LA STAMPA – “«Stavamo ballando, poi le raffiche»”. Il racconto dei 991 crocieristi italiani a bordo della Melody, abbordata dai bucanieri al largo delle Seychelles. Pierfrancesco Vago, ad di Msc Crociere, la compagnia della nave attaccata dice: «È un campanello d’allarme per tutti. I pirati hanno attaccato lungo una rotta che sino a ieri era considerata sicura». Ed emergono i timori che i corsari siano al soldo dei signori della guerra e ci siano connivenze con le autorità locali. A rendere preoccupante la situazione è la distanza dalla costa da cui è stato mosso l’assalto, tra le 600 e le 700 miglia. È la conferma «che gli scenari della nuova pirateria si sono dilatati: sempre più al largo, sempre più a sud, per sfuggire alle unità militari delle forze internazionali che pattugliano il golfo di Aden. Ma si consolida anche la certezza sull’alzata di tiro dei bucanieri: sequestrare una nave con 1.500 persone a bordo non è certo facile. Potevano fare tutto questo da soli, quei sei banditi armati di kalashnikov?», si domanda Nicolò Carnimeo, docente di diritto della navigazione Bari e uno dei massimi esperti italiani di pirateria moderna.

RAZZISMO

LA STAMPA – “«Bruciamo la casa allo straniero»”. Nella notte fra sabato e domenica c’era stata ad Albenga una rissa tra italiani e marocchini. I primi, usciti da un pub ubriachi avevano orinato in un vaso di fiori sotto la casa degli immigrati. Il bilancio: quattro arresti (due italiani e due marocchini) e quattro feriti leggeri. Poi è scattata la vendetta: un gruppo di amici degli italiani hanno dato fuoco con una tanica di benzina al portone del palazzo dei nordafricani. Un uomo di 31 anni, estraneo alla lite, è ora in fin di vita. Arrestati i quattro “vendicatori” per tentato omicidio e incendio doloso: il 18enne Simon Gheno e tre minorenni di 15 e 17 anni.Il procuratore capo della Repubblica Francantonio Granero e il sostituto Giovanni Battista Ferro stanno valutando se chiedere l’aggravante dell’odio razziale.

CRISI

CORRIERE DELLA SERA – «Ora la crisi morderà i paesi poveri». L’allarme lo lancia la Banca Mondiale. Nel 2009 fino a 90 milioni di indigenti per la bufera finanziaria. Mario Draghi: «la crisi ha preso una nuova direzione. Quella che era una crisi delle economie avanzate sta ora avendo un grave impatto su quelle in via di sviluppo»…La paura dei rischi «ha massicciamente ridotto i flussi di capitale verso le economie emergenti».

LA REPUBBLICA – “Emergenza per il Terzo mondo «Novanta milioni di nuovi poveri»”. Lo dice la Banca mondiale: il numero degli affamati cronici potrebbe salire a oltre 1 miliardo entro fine 2009. Conferma Mario Draghi: la recessione sta dilagando «nelle economie in via di sviluppo e in transizione», sulle quali non spira la ventata di ottimismo che invece circola nelle economie occidentali. Il Fmi potrebbe emettere dei bond per ricevere finanziamenti dai paesi ricchi con i quali aiutare i più poveri. Il focus di R2 è dedicato alle “Vacanze al risparmio”. Prenotazioni all’ultimo, agriturismi e case al posto di alberghi. Il 2009 si annuncia come non benissimo: le presenze negli hotel sono calate del 14% a marzo. Giù stranieri e città d’arte mentre il Belpaese continua ad essere al 28° posto nella classifica della qualità (mentre i fondi per l’Enit sono stati tagliati ulteriormente).

 

5 PER MILLE

CORRIERECONOMIA – Entra nel vivo la corsa al 5 per mille e il CORRIERECONOMIA  gli dedica un servizio di due pagine, facendo il punto sugli enti più scelti dagli italiani. All’interno parlano i presidenti delle organizzazioni top degli anni scorsi, Mangano (Auser), Spadafora (Unicef), Olivero (Acli) e Strada (Emergency); di spalla ecco un’intervista a Zamagni che reitera le proprie richieste: più tutele per i piccoli enti e meccanismi per distribuire le risorse residue in base a quanto raccolto; la conclusione è un invito ai contribuenti a privilegiare le realtà che pubblicano i bilanci. Infine, interessante focus sulla “galassia Veronesi”, ovvero gli enti che fanno capo al noto oncologo: tra IEO, fondazione Veronesi, Cardiologico Monzino, Airc e Fprc le organizzazioni che in qualche modo fanno capo a lui hanno portato a casa oltre 47 milioni nel 2006.

NON PROFIT

SOLE24ORE – “Il bilancio sociale ha fatto centro” è il titolo di apertura della pagina volontariato. Anche detto bilancio di missione, prende sempre più piede tra le organizzazioni di volontariato e serve ad attestare il buon uso dei fondi raccolti, trasformandosi quindi anche in uno strumento di fundraising. Tra i Csv lo presenta ormai il 63% delle realtà, mentre nel settore dell’associazionismo siamo più indietro, circa al 18%, secondo una ricerca Feo-Fivol.

 

VOLONTARIATO AZIENDALE

ITALIA OGGI – Si racconta dell’esperienza di Saet Group (azienda torinese di impianti per il trattamento termico a induzione, con 250 dipendenti e un fatturato di 40 milioni) che ha deciso di dare la possibilità ai suoi dipendenti di occupare cinque ore lavorative al mese a favore di Fondazione Paideia e Cepim. L’idea è dell’Ad Davide Canavesio. I dipendenti interessati possono fare richiesta. E le due Onlus si occupano della formazione.

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