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SALUTE. Maggio mese della prevenzione all’ictus cerebrale

Previste su tutto il territorio nazionale attività di sensibilizzazione e informazione sull’ictus cerebrale con Alice Italia onlus

di Redazione

Per l’intero mese di maggio, ALICe Italia Onlus (Associazione per la lotta all’ictus cerebrale) ha previsto una serie di iniziative di informazione, sensibilizzazione e screening sul territorio nazionale. Le iniziative, realizzate con il supporto delle associazioni locali aderenti all’associazione, hanno lo scopo di diffondere una maggiore consapevolezza su questa grave patologia e di favorire, quindi, una migliore prevenzione. L’elenco dettagliato degli appuntamenti è sul sito: www.aliceitalia.org.
 
In Italia sono 200mila le persone colpite da ictus ogni anno: di queste, 40mila muoiono entro breve termine e altre 40mila perdono completamente l’autosufficienza, cambiando radicalmente la loro vita e quella delle loro famiglie.
 
Dati allarmanti emergono dal recente convegno dal titolo “Ictus: conoscerlo per combatterlo” tenutosi all’Università La Sapienza di Roma, Policlinico Umberto I e promosso da Alice Giovani – sezione under 35 di Alice Italia. «L’ictus, è erroneamente considerata una patologia tipica dell’età avanzata – ha dichiarato la professoressa Marisa Sacchetti neurologa vascolare presso l’ Az. Policlinico Umberto I di Roma e Presidente della Federazione Alice Italia Onlus – invece ogni anno in Italia colpisce 4.200 persone sotto i 45 anni, cioè il 5.5% dell’incidenza totale dei casi nel nostro Paese. La prevenzione di questa grave patologia e la diffusione della conoscenza dei fattori di rischio in questa fascia d’età assumono una valenza di vitale importanza».
«L’ictus– ha aggiunto il professor Danilo Toni- Responsabile Stroke Unit Sapienza Università di Roma e presidente dell’Associazione Italiana Ictus – in occasione dell’incontro – è al secondo posto tra le cause di invalidità giovanile dopo la sclerosi multipla: il 16% dei giovani pazienti colpiti non è in grado di recuperare le proprie capacità neurologiche e  resta pertanto invalido».

Circostanze e cifre ancor più preoccupanti sono rappresentate invece dalla scarsa consapevolezza e conoscenza da parte dei giovani dei fattori di rischio e dei tipici sintomi dell’ictus. Sesso, età ed ereditarietà sono fattori di rischio non modificabili, ma altri fattori, come un’errata alimentazione, con l’alterazione dei grassi nel sangue, il fumo, l’abuso di alcool e droga dipendono dal comportamento dell’individuo e possono danneggiare le arterie già in età giovanile, predisponendo l’individuo a possibili attacchi di ictus.
 
Proprio sul versante dei fattori di rischio, da una recente indagine universitaria svolta presso la Sapienza di Roma sempre da Alice Giovani – è emerso che più di un quarto (il 28%) dei ragazzi coinvolti dall’indagine di screening ha riferito di consumare alcolici in maniera eccessiva, mentre più del 50% di fumare quasi metà pacchetto di sigarette al giorno. Dalla medesima indagine è emerso inoltre che solo 4 giovani su 10 sarebbero in grado di riconoscere i sintomi di un ictus cerebrale o saprebbero come comportarsi in una situazione di emergenza.
I sintomi dell’ictus sono paralisi, debolezza o formicolio del viso, improvvisa perdita di forza del braccio o della gamba. Campanelli d’allarme, e quindi episodi da non sottovalutare, sono anche la perdita della vista o un semplice annebbiamento. A questi sintomi si aggiunge la perdita dell’equilibrio, vertigini, mancanza di coordinazione motoria e difficoltà di linguaggio.
Letteralmente Ictus vuol dire “colpo”; si usa questo termine perché i sintomi compaiono all’improvviso, come conseguenza del danno ad una parte del cervello provocato dal mancato apporto di sangue; si tratta di una condizione grave e molto frequente che, nel mondo occidentale, rappresenta la seconda causa di morte e la prima causa di invalidità permanente.

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