Non profit

DISABILI. Anmic: servono nuove strategie di inclusione sociale

Per il presidente Giovanni Pagano «la crisi economica non può essere scusante, serve anzi accelerare processo di integrazione delle persone disabili»

di Maurizio Regosa

Occorre fare presto. La crisi economica rischia di allargare la forbice fra i cittadini e penalizzare ulteriormente i disabili. L’allarme è stato lanciato dall’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili in occasione del proprio convegno di formazione – Il quadro sociopolitico e il ruolo istituzionale dell’ANMIC, prospettive e strategie future che si chiude oggi  – che è  dedicato  agli strumenti più avanzati di tutela delle persone con disabilità.  Due le indicazioni principali emerse: «Occorre anzitutto» – afferma il presidente Giovanni Pagano – «rilanciare le politiche per la disabilità intese come politiche per la persona che si traducano in diritti di cittadinanza per tutti, coerentemente con l’ottica universale indicata dal sistema di classificazione ICF dell’Oms, che va quindi utilizzato subito dalle nostre istituzioni come strumento chiave per la definizione  di tutti i progetti: nella scuola come nel lavoro, nella ricerca come nella riqualificazione dell’assistenza». «Solo così» – prosegue Pagano – «adottando cioè criteri che focalizzano le capacità della persona disabile nel suo contesto di vita, coerentemente con la classificazione delle disabilità Omse i nuovi principi della Convenzione Onu ratificata dall’Italia, potremo programmare efficaci strategie di integrazione. Solo costruendo una società davvero inclusiva, metteremo in grado migliaia di cittadini disabili – oggi costretti solo ad essere aiutati come “soggetti svantaggiati” – dare il proprio contributo economico e sociale  alla ripresa del Paese».

 


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