Famiglia

99% di fondi dai privati. Così si sostengono i diritti dei più piccoli

Il Comitato italiano per l'Unicef

di Redazione

È già partita la campagna di reclutamento dei volontari per l’edizione 2009 dell’Orchidea Unicef che avrà luogo il 3 e 4 ottobre. Indubbiamente sembra molto in anticipo ma non per Unicef che di queste iniziative e delle donazioni private vive. L’Orchidea è un appuntamento importante tra i tanti in agenda nell’arco dell’anno, in quanto tramite la vendita dei fiori Unicef raccoglie fondi da destinare a progetti per la sopravvivenza della prima infanzia nei Paesi del Sud del mondo. L’anno scorso è stato un successo che ha coinvolto 8mila volontari e visto la raccolta di un milione 320mila euro. Del resto i fondi del Comitato italiano provengono al 99% da privati, aziende e associazioni, in quanto non riceve finanziamenti sistematici dal governo italiano né dall’Onu. Ecco quindi spiegata l’attenzione di Unicef alle raccolte fondi e al rapporto diretto con il cittadino e il donatore.
Per realizzare la sua missione, il Comitato è impegnato in attività che si sviluppano principalmente in due aree: la raccolta fondi presso singoli donatori e aziende per il finanziamento dei progetti dell’Unicef e le attività di sensibilizzazione e promozione dei diritti dei bambini e degli adolescenti su tutto il territorio nazionale. I principali progetti sono ad Haiti, nel Territorio Palestinese Occupato e in Sudan (Darfur e Sud Sudan) mentre in altri 14 Paesi (Angola, Bangladesh, Benin, Ciad, Congo RD, Eritrea, Guinea Bissau, India, Malawi, Mozambico, Sierra Leone) sono attivi programmi specifici. Un’altra iniziativa famosa, che testimonia ancora una volta la propensione della onlus alle raccolte fondi, è la Pigotta, termine lombardo che identifica la tradizionale bambola di pezza fatta a mano. Pigotta Unicef è un’altra raccolta fondi che nasce nel 1988 e che negli ultimi 9 anni ha raccolto oltre 15 milioni di euro aiutando 770mila bambini. Con un’offerta minima di 20 euro, infatti, si può adottare-comprare una bambola consentendo così a Unicef di fornire a un bambino africano interventi mirati che riducono il pericolo di mortalità nei suoi primi cinque anni di vita.
La missione del Comitato italiano, infatti, può essere sintetizzata in tre punti, tutti incentrati sui bambini: promuovere il benessere dell’infanzia e dell’adolescenza, seguendo i principi della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza; realizzare campagne a attività di informazione per sensibilizzare e mobilitare la società civile, l’opinione pubblica, le istituzioni e il governo sulle tematiche dell’infanzia e dell’adolescenza; infine sollecitare offerte, donazioni e lasciti da destinare ai programmi sul campo dell’Unicef internazionale.
Un altro grande tema che vede Unicef Italia in prima linea è la battaglia ad Hiv e Aids. Questo perché, con l’abbassamento dell’età del contagio, questa malattia colpisce sempre più bambini. L’Unicef realizza programmi dedicati in 155 Paesi in via di sviluppo, mobilitando risorse umane ed economiche, e cooperando strettamente con i governi, le associazioni e le comunità locali.


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