Non profit

Con la deliberante, legge in poche settimane

Parla Baldassarri, presidente della commissione Finanze

di Maurizio Regosa

C’è un accordo forte e bipartisan per rendere permanente il 5 per mille. Ma qualche problema resta sul tappeto. «Vogliamo
che sia solido e finanziariamente coperto. E si deve chiarire al questione delle associazioni sportive» «Non faccio mai previsioni sui tempi dei disegni di legge. Ma se dipendesse solo da me, io direi domani», risponde così Mario Baldassarri, presidente della commissione Finanze e Tesoro, a chi gli chiede quanto tempo servirà perché sia approvato il ddl sulla stabilizzazione del 5 per mille.
Vita: Avanti tutta, quindi.
Mario Baldassarri: Sì. Io ne sono straconvinto. Tant’è che abbiamo chiesto la deliberante in modo che la stessa commissione possa trasformarlo in legge. Speriamo ci diano questa possibilità. Nel frattempo la commissione ha individuato il relatore, Giuliano Barbolini, capogruppo dell’opposizione: un segnale forte per un disegno di legge condiviso da tutti.
Vita: Non sarà necessario il voto in aula?
Baldassarri: Speriamo. Questo ddl è impostato bene perché c’è veramente l’unanimità in commissione e in aula: tutti i capigruppo sono d’accordo. In commissione poi si è lavorato assieme. Devo dire che il clima della mia commissione è molto buono, nonostante ci siano legittimamente posizioni diverse.
Vita: Quindi entro l’anno?
Baldassarri: Se ci danno la deliberante, spero entro poche settimane. Il concetto di fondo è che vogliamo che il 5 per mille diventi permanente. Il cittadino di destra e di sinistra ha piacere di dire allo Stato: «Un pezzetto piccolo delle mie tasse lo voglio destinare a una iniziativa di mia scelta». Ed è un principio secondo me fondamentale. Tant’è che questa misura è partita bene fin da subito. L’idea fu tutta del centrodestra e del ministero dell’Economia di cui io ero viceministro.
Vita: Fu un vero successo.
Baldassari: Ovviamente è un piacere e una soddisfazione constatare che una buona idea, realizzata da noi, trovi oggi il consenso di tutti. Questa è la maturità della democrazia. Del resto la gente paga una carrettata di tasse. È giusto che possa decidere come destinare un pezzetto di questa enormità di tasse. Il problema adesso è la copertura finanziaria. Che deve essere solida e definitiva. E poi c’è il nodo delle società sportive dilettantistiche.
Vita: In che senso?
Baldassarri: Il principio è valido, ma ammetterle crea un problema grosso di copertura. Le società sportive dilettantistiche, specie le piccole, fanno un’opera sociale fondamentale. Non vi è dubbio. Tanti giovani fanno dello sport tramite loro e sono largamente tolti da rischi e situazioni pericolose. Tant’è che le sportive sono associazioni molto diffuse: in ogni paese ce ne sono almeno tre. Forse varrebbe la pena di fare un provvedimento ad hoc.
Vita: Separare le società sportive dalle altre beneficiarie del 5 per mille?
Baldassarri: Dipende dal dibattito, dalla discussione. Del resto il loro successo testimonia la loro importanza sociale. Noi vogliamo fare un provvedimento serio permanente e finanziariamente coperto. Di cambiali “a babbo morto” (e cioè esigibili dopo un bel po’, ndr) l’Italia ne ha firmate troppe in passato. E questa non può essere una cambiale a babbo morto.


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