Caro Balotelli, ti scrivo di nuovo e ti chiedo scusa. Rileggendo le mie note di poche settimane fa, anche io ti facevo il predicozzo, ti invitavo a essere più attento al tuo comportamento, per non provocare il peggio che alberga in certa tifoseria, ovunque in Italia. È vero, anche tu hai confermato di essere un po’ “stupido” e di dover migliorare, per non cadere nelle provocazioni. Ma quello che è accaduto a Torino sabato 18 è davvero grave e sorprendente. Non una minoranza in curva, ma decine di migliaia di tifosi bianconeri saltavano contenti cantando lo slogan: «Se saltelli, muore Balotelli». «Negro di merda» era l’altro hit della serata. Il tutto è stato minimizzato, sgonfiato, ignorato, dai giornalisti e dai giocatori, anzi, qualcuno ha aggiunto del suo, perfino il mistico Legrottaglie.
Al di là delle dichiarazioni di Moratti, a tempo scaduto, sulla opportunità di ritirare la squadra dalla gara, idea geniale per provocare davvero il peggio, resta la vergogna di uno spettacolo indecente, tollerato, quasi avallato, perché sei tu quello che sbaglia, quello che provoca, con i tuoi strafottenti diciotto anni, pieni di gesti, di sberleffi, di parole in libertà.
Comincio invece a pensare che tu stia diventando l’obiettivo sensibile di un nuovo razzismo di casa nostra, quello contro i neri d’Italia, quelli che ancora i trogloditi considerano stranieri, immigrati da rimandare a casa, comunque mai e poi mai nostri connazionali. Cosa saranno i tuoi figli, caro Balotelli? Saranno bambini italiani, saranno come tanti, la seconda generazione di nuovi cittadini di un Paese multietnico.
O fermiamo seriamente questa deriva, senza se e senza ma, oppure dobbiamo prepararci alla reazione, alla ribellione, alla chiusura sociale di migliaia di giovani come te, ma meno famosi e meno esposti. Intanto gioca come sai fare, e dai un calcio all’ignoranza. Non sei solo, nonostante tutto.
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