Non profit

5 per mille: destinazione e differenze

Non è l'8 per mille, e vi spieghiamo perché

di Carlo Mazzini

Come si fa a destinare il 5 per mille?
Due modi: il primo è scegliere solo un settore. Quello del volontariato, piuttosto che quello della ricerca scientifica. Si appone una firma (solo in un settore) e si consegna il modulo al proprio datore di lavoro o all’intermediario per la trasmissione telematica. L’altro modo è, oltre alla firma, riportare anche il codice fiscale dell’ente nel settore di elezione, tranne il caso di scelta delle attività sociali dei Comuni.
Nel primo caso, l’importo del vostro 5 per mille va ripartito fra tutte le organizzazioni del settore; nel secondo caso viene destinato proprio all’ente prescelto.

Quali sono le differenze con l’8 per mille?
Due differenze fondamentali: la prima è la tipologia e la numerosità degli enti. Del 5 per mille beneficiano come abbiamo visto enti di natura privata e pubblica (quest’ultimi in minoranza) che promuovono attività solidaristiche. L’ultimo anno (2008) si sono iscritti più di 70.000 enti. L’8 per mille è invece destinato a sei confessioni religiose e allo stato. Le prime destinano parte delle somme al sostentamento del clero, e parte alle attività sociali da queste promosse. Lo Stato destina l’8 per mille al finanziamento di attività particolari, quali la lotta alla fame nel mondo, interventi in occasione di calamità naturali, l’assistenza ai rifugiati e la conservazione di beni culturali.
La seconda differenza, rispetto al 5 per mille, risiede nella destinazione di quella parte di fondi che non sono stati assegnati ad alcun soggetto. Se il contribuente non firma alcun riquadro, la parte non optata del 5 per mille viene trattenuta dallo Stato per la spesa corrente. Nel caso dell’8 per mille, invece, la parte inoptata viene distribuita tra i partecipanti proporzionatamente alle scelte ricevute.

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