Non profit
APPELLO. “No alla produzione di 131 aerei da guerra”
"Chiediamo al Parlamento di dare parere negativo allo stanziamento di 14 miliardi di Euro per la costruzione di 131 cacciabombardieri", annuncia la rete Sbilanciamoci!
di Redazione
Un appello contro la costruzione di nuove macchine da guerra: 131 aerei pronti a entrare in azione in zone di guerra. E’ quello lanciato da Sbilanciamoci! e sostenuto da molti altri enti della società civile.
“In questi giorni il governo italiano sta chiedendo al parlamento il parere positivo alla continuazione della produzione di 131 caccia bombardieri Jsf (Joint strike fighter), che impegneranno l’Italia fino al 2026 con una spesa di quasi 14 miliardi di euro”, recita il testo dell’appello, “si tratta di una decisione irresponsabile sia per la politica di riarmo che tale scelta rappresenta, sia per le risorse che vengono destinante ad un programma sovradimensionato nei costi sia per la sua incoerenza (si tratta di un aereo di attacco che può trasportare anche ordigni nucleari) con le autentiche missioni di pace del nostro paese”.
“In un momento di grave crisi economica in cui non si riescono a trovare risorse per gli ammortizzatori sociali per i disoccupati e vengono tagliati i finanziamenti pubblici alla scuola, all’università e alle politiche sociali, destinare 14 miliardi di euro alla costruzione di 131 cacciabombardieri è una scelta sbagliata e incompatibile con la situazione sociale del paese”, continua Sbilanciamoci” che poi “chiede al parlamento di dare parere negativo alla prosecuzione del programma, destinando in alternativa una parte delle risorse già accantonate a programmi di riconversione civile dell’industria bellica e agli interventi delle politiche pubbliche di cooperazione internazionale, che la scorsa manovra finanziaria ha tagliato di ben il 56%”.
“Con 14 miliardi di euro si possono inoltre fare molte altre cose in alternativa:ad esempio si possono contemporaneamente costruire 5000 nuovi asili nido, costruire un milione di pannelli solari, dare a tutti i collaboratori a progetto la stessa indennità di disoccupazione dei lavoratori dipendenti, allargare la cassa integrazione a tutte le piccole imprese”, si conclude l’appello, a cui chiunque può aderire. “Il parlamento faccia una scelta di pace e di solidarietà; blocchi la prosecuzione del programma. Destini le risorse alla società, all’ambiente, al lavoro, alla solidarietà internazionale”.
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