Sostenibilità

Chi vuole la caccia selvaggia?

In Parlamento un disegno di legge che punta alla deregulation

di Redazione

Aumento delle specie cacciabili, anche protette, spari lungo le rotte migratorie, allentamento della vigilanza e delle sanzioni, licenza a 16 anni. Un colpo di mano di minoranze estremiste La storia si ripete. Quasi ciclicamente, in Parlamento, vengono depositate molte proposte di legge per aprire le maglie dell’attuale legge nazionale n. 157 del 1992 che, unica legge di protezione della fauna selvatica, disciplina anche l’attività venatoria. Ed infatti da ottobre 2008 ad oggi sono più di dieci i disegni di legge presentati tra Camera e Senato e, proprio al Senato, in commissione Ambiente, è già partita la discussione di un testo unificato che ha il nome di ddl Orsi, dal relatore senatore Franco Orsi. Intanto ci si chiede se in un periodo così gravemente segnato da una crisi finanziaria ed economica di proporzioni incalcolabili, da devastazioni ambientali e serie conseguenze per i cambiamenti climatici, sia il momento per occuparsi di una questione marginale per il nostro Paese come è la caccia. Invece a ben vedere è un refrain che torna periodicamente in periodi preelettorali quando i cacciatori sono un pubblico appetibile da catturare con ogni mezzo e promesse spesso irrealizzabili e comunque mai mantenute.
Così nel ddl Orsi, e negli altri disegni di legge in discussione, ci sono misure che permettono di aumentare le specie cacciabili, con l’inserimento di specie protette dall’Unione europea, c’è la possibilità di cacciare sulla neve, c’è la possibilità di cacciare nelle rotte migratorie, c’è la possibilità di farsi trofei senza autorizzazioni né controlli, c’è un allentamento sulle sanzioni penali, c’è una limitazione per la vigilanza e non ci sono limiti di spostamento dei cacciatori sul territorio, ma soprattutto c’è la licenza di caccia a 16 anni e l’uso, terribile, di civette e altri animali come zimbelli o esche vive. Sono queste chiaramente misure per una caccia selvaggia, liberalizzata al massimo e senza regole, che mettono anche in crisi il rapporto tra cacciatori e comuni cittadini consentendo ai primi di limitare la libertà dei secondi. Se tutto questo ancora non bastasse, ricordiamo che sempre al Senato, in occasione dell’approvazione della legge comunitaria poche settimane fa, con un vero blitz sono stati approvati degli emendamenti che di fatto cancellano i termini per la durata della stagione venatoria (oggi per legge dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio) e dunque se alla Camera non si dovesse porre rimedio, avremmo la durata della stagione venatoria, e dunque la caccia, aperta tutto l’anno.
La richiesta di tale deregulation venatoria viene da una esigua parte dei cacciatori più estremisti, perché anche Arcicaccia e Federcaccia, così come le maggiori organizzazioni agricole e le più grandi associazioni ambientaliste, tra cui il WWF, la Lipu e Legambiente, partecipano al Tavolo degli Stakeholders nato proprio dalla necessità di opporsi ai disegni di legge in discussione. Il Tavolo ha lo scopo di proporre nuove regole per la protezione della fauna e la disciplina di una caccia sostenibile basate sul rispetto dei principi scientifici, delle normative comunitarie, nel rispetto del territorio agricolo e per una governance della materia più efficace e razionale. Il suo lavoro è della massima importanza racchiudendo la maggioranza degli “interessati” alla materia appartenenti alla società civile e, infatti, chiede alla politica di ripartire dal basso, per affrontare il tema caccia sotto un’ottica di dialogo e confronto per raggiungere gli obiettivi di modernità che oggi deve avere la questione del rapporto tra protezione della biodiversità e l’attività venatoria. 

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