Volontariato

Rimaniamo qui perché nessuno se ne vada

L'impegno del Csv dell'Aquila nel racconto del suo direttore

di Carmen Morrone

«La forza del Friuli è stata l’attivismo della popolazione». È questo l’esempio. «Se no c’è l’abbandono di interi paesi. Come in Irpinia» Quest’anno compie dieci anni il Centro servizi per il volontariato dell’Aquila. Erano in programma eventi e un convegno per fare un bilancio sul radicamento del volontariato nella provincia e dell’intera regione coinvolgendo anche i Csv di Pescara, Chieti e Teramo. «Dopo un test così, sai che dibattito», riesce a scherzare il presidente Gianni Pappalepore. Lo incontriamo mentre lavora nel nuovo ufficio, che poi è un camper nella tendopoli di Acquasanta. «Rimaniamo una struttura di secondo livello», esordisce, «vogliamo mettere in condizione il volontariato di fare meglio il suo lavoro. Per questo rimanere all’Aquila è importante per una serie di ragioni politiche, tecniche, perché la città è in ginocchio dal punto di vista economico, sociale, politico».
Vita: Quanto tempo resterete nel camper?
Gianni Pappalepore: La sede dell’Aquila è gravemente lesionata, al camper si aggiungerà la tecnostruttura che servirà da ufficio, da luogo per riunioni, e come punto per attività di socializzazione per i ragazzi.
Vita: Quali sono le priorità?
Pappalepore: I servizi che servono di più adesso sono quelli di orientamento, perché la gente non sa neanche a chi rivolgersi per tutte le prime informazioni, per l’assistenza medica e per i doveri burocratici. Il Comune ha attivato un censimento delle popolazioni, noi collaboriamo a creare un database degli sfollati nel campo.
Vita: Per il futuro invece cosa avete in mente?
Pappalepore: Il nostro timore è quello di rimanere soli, dopo questi primi giorni in cui tutti sono qui. L’obiettivo è di dare continuità delle attività di volontariato. Dal Csv dell’Aquila dipendono anche tre sportelli – Avezzano, Castel di Sangro, Sulmona – che non hanno subito danni e quindi devono riprendere a funzionare a pieno regime al più presto.
Vita: Avete aperto una raccolta fondi?
Pappalepore: Abbiamo aperto una sottoscrizione con Banca etica. I fondi arriveranno a noi e saranno utilizzati per i progetti delle associazioni del territorio. La ricchezza del Csv dell’Aquila è che è gestito dal volontariato, sono 40 associazioni che ne determinano le politiche e le strategie.
Vita: Nelle tendopoli ci sono diversi giovani. Pensa che tra qualche giorno, superato lo shock, possano diventare volontari?
Pappalepore: Le scosse continuano. Molti giovani non se la sentono di allontanarsi dalla famiglia. Perfino i miei figli, tutte le volte che devo uscire, cercano di trattenermi con mille scuse. Proporre a loro di essere i protagonisti della loro rinascita però è importante. Come volontario ho seguito il terremoto in Friuli e in Irpinia. La forza del Friuli è stata l’attivismo della popolazione. Noi dobbiamo concentrarci su questo. In Irpinia il danno più grosso non è stato il terremoto ma l’abbandono dei paesi. All’Aquila si sta correndo questo pericolo: sono sempre più le persone che stanno cercando di iscrivere i figli alle scuole di altre città.


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