Non profit

Come si paga la ricostruzione

Fra le ipotesi più accreditate una destinazione ad hoc del 5 per mille. Un'ipotesi indigesta a tutto il terzo settore

di Franco Bomprezzi

La ricognizione della Protezione civile sugli edifici rimasti in piedi e il riperimento delle risorse per la ricostruzione son o i due temi che tengono banco sui quotidiani di oggi.


“Una casa su due è inagibile” è il titolo del CORRIERE DELLA SERA di oggi. Il dato è riferito all’Aquila. In provincia gli edifici a rischio invece sono il 30%. Sono i risultati delle prime mille verifiche avviate dalla Protezione civile sugli edifici rimasti in piedi. I servizi vanno da pag 5 a pag 9. Oggi infatti il quotidiano milanese per la prima volta dal terremoto sceglie di appaltare le pag 2 e 3 ad un altro argomento (la rivolta di Bangkok). Il primo servizio è sulla vita nelle tendopoli: «Al campo le giornate non passano mai. C’è gente che gira in tondo, sembra che vada da qualche parte e invece non ha nulla da fare». Nella stessa pagina anche la foto nell’unica casa rimasta intatta a Onna: una ex fornace trasformata in abitazione con norme antisismiche. Ha resistito nonostante l’apertura di una faglia sotto di essa.
Capitolo finanziamenti. Il CORRIERE gli dedica due articoli di appoggio nella a pag 6. Nel primo “«Il 5 per mille deve restare al non profit»” si dà conto delle proteste delle associazioni contro la proposta di Tremonti di devolvere il 5 per mille alle zone terremotate. Granelli (Csvnet): «Così si fa una guerra fra poveri, ricordo che sul 5 per mille lo stato ha fissato un tetto, 380 milioni di euro. Se questo tetto si conferma vuol dire che Tremonti non allarga gli interventi , ma toglie i soldi ad attività di assistenza svolte dal non profit». Olivero (Forum del terzo settore) aggiunge: «È il cittadino che sceglie a quale organizzazione dare i propri soldi per specifici interventi. E fra queste non può esserci lo Stato». Mario Sensini nel suo pezzo spiega poi che c’è il  «5 per mille, poi l’idea dell’addizionale irpef e sui giochi, i fondi europei e l’una tantum. Ma per far fronte all’emergenza terremoto in Abruzzo ci sarebbe anche un altro tesoretto già pronto da cui recuperare almeno 200 milioni di euro. Anche se probabilmente sarebbe un intervento temporaneo, una sorta di «prestito», a meno di non voler sconfessare una lunga serie di scelte già compiute per legge. Nel fondo del ministero dell’economia che raccoglie i denari dimenticati in banca dagli italiani, i cosiddetti conti dormienti, creato per finanziare le vittime dei crack finanziari…i soldi comunque ci sono, e sarebbero anche immediatamente spendibili».  

“L’Aquila, inagibile una casa su tre”: è il titolo in prima di LA REPUBBLICA che nell’occhiello richiama l’affaire Santoro e la contrarietà delle onlus a devolvere all’Abruzzo il 5 per mille. Sempre in prima parte un reportage di Roberto Saviano: “La ricostruzione a rischio clan ecco il «partito del terremoto»”, nel quale lo scrittore – che è cittadino onorario de L’Aquila – paventa il rischio molto concreto che l’affare ricostruzione attiri gli interessi delle cosche. «Ciò che è tragedia per questa popolazione per qualcuno invece diviene occasione, miniera senza fondo, paradiso del progetto». Aumenta la perizia del danno, aumenta la percentuale per i tecnici, gli appalti generano subappalti e i clan sono l’avanguardia del subappalto italiano. Tra le altre notizie, accanto al disagio dovuto al tempo e alle temperature, un pezzo su l’ospedale, sconosciuto al catasto: San Salvatore, inaugurato nel 2000, non ha mai avuto l’agibilità. Il progetto risale al 1967; il costo previsto di poco superiore agli 11 milioni di lire è lievitato con gli anni a 200 miliardi di lire… Luca Iezzi si dedica al “Volontariato in trincea sul 5 per mille”. Il mondo del volontariato boccia la decisione del governo di usare il 5 per mille per la ricostruzione del terremoto in Abruzzo (per la quale servono circa 900 milioni): «una guerra tra poveri». La polemica è decisa. Intervengono Andrea Olivero, portavoce del Forum del terzo settore (non può essere lo Stato a decidere al posto del cittadino), Marco Granelli presidente del Csv.net (Tremonti toglie i soldi ad altre attività di assistenza). Di spalla intervistina a Sergio Marelli: “Il rilancio delle ong: per trovare i soldi comprare meno armi” è il titolo. E dice tutto («ogni anno nel mondo sono spesi 1200 miliardi di dollari per gli armamenti. Basterebbe destinare solo il 10% per aiutare i paesi poveri e le aree colpite da calamità»).

“Sotto zero” è il titolo di apertura scelto da IL MANIFESTO sulla foto delle troupe televisive a Onna. Sei le pagine all’interno riassunte in prima dal richiamo “La Pasqua non ha dato tregua all’Abruzzo, freddo e neve aumentano l’emergenza nelle tendopoli, servono coperte e stufe. Ma il governo preferisce edulcorare, Berlusconi dispensa buon umore: «presto fuori dalle tende» e insieme a Fini si scaglia contro la puntata di «Annozero» dedicata ai ritardi della protezione civile. A L’Aquila le prime verifiche sui danni: il 30% degli edifici è praticabile”.
Sulle case IL MANIFESTO Intervista l’ingegner Salvatore Petrilli, un costruttore memoria storica dell’Aquila. «Su una faglia che è già stata attiva, si può costruire, ma bisogna seguire più attentamente le regole» commenta Petrilli ricordando che anche Los Angeles è costruita su una faglia. La sua casa Petrilli l’ha costruita nel 1977 con travi di ferro e mattoni. «Niente cemento armato: “Avevo letto che in America nelle zone sismiche costruivano così, in questo modo le case sopportano meglio le onde sismiche”». Petrilli che ha 81 anni è la memoria storica delle costruzioni dell’Aquila e osserva che la qualità è peggiorata col boom edilizio degli anni 70.
Alla questione del 5 per mille IL MANIFESTO dedica l’articolo a pagina 5 “Il governo toglie ai poveri per dare ai poveri”. «… Ma intanto Tremonti, per cominciare l’opera, pensa di togliere ai “poveri” di sempre per darei ai “poveri terremotati” d’Abruzzo. Decidendo di inserire la ricostruzione del terremoto nell’elenco delle liste dei destinatari del 5 per mille. Associazioni di volontari, mondo del non profit. Che infatti ieri ha protestato contro un’odiosa competizione fra emergenze di sempre ed emergenze di oggi». Anche IL MANIFESTO riporta le voce di Andrea Olivero: «Il cittadino sceglie a quale organizzazione dare i propri soldi per specifici interventi e fra questi non può esserci lo stato, altrimenti si torna agli aiuti dal pubblico». Marco Granelli, invece, fa notare che rimanendo invariato il tetto dei 380 milioni «Tremonti non allarga gli interventi, ma toglie i soldi ad attività di assistenza svolte dal non profit (…)».
Alla querelle “Anno Zero”  viene dedicato il commento di Norma Rangeri in prima pagina “Le verità alla sbarra” E l’intera pagina 6 con tre ampi articoli, tra cui un’intervista a Riccardo Iacona che dice «La tv tocca i nervi scoperti del melodramma nazionale».

Terremoto o no, il SOLE24ORE del dopo feste è sempre freddo. Ma sul 5 per mille al terremoto qualcosa c’è: è in arrivo infatti l’apposito codice per destinare la quota ai terremotati. Non sembrano esserci quindi spazi per la mediazione, almeno secondo il SOLE. Tutto è deciso, Tremonti ordina e le Entrate obbediscono (fosse così anche per il 5 per mille “normale”…). Oltretutto è “concorrenza sleale”: infatti i codici degli altri enti non profit non sono ancora attivi, mentre quello “terremotato” sì. Ma a chi saranno destinati i fondi? Due le ipotesi: regione Abruzzo o Protezione civile.

“Da rifare una casa su tre” titola in prima LA STAMPA, e nel sommario richiama anche il problema della disoccupazione (“trentamila persone senza lavoro”), nell’occhiello “Santoro nel mirino” per la trasmissione di Annozzero in cui ha raccontato il terremoto. Oltre alla cronaca sui rilevamenti (il 30 per cento della case è inagibile e il 20 recuperabile) LA STAMPA racconta l’avvio dell’inchiesta giudiziaria coordinata dal procuratore capo Alfredo Rossini, che si avvarrà di una squadra di dodici consulenti (ingegneri, geologi, esperti in materiali chimici) e diciotto poliziotti. Campioni delle case crollate sono stati raccolti e andranno analizzati, innanzitutto quelli della Casa dello studente, e di quelle strutture che a una prima analisi superficiale presentano «anomalie gravi». Una pagina dedicata alle critiche contro la trasmissione di Santoro, che riporta le diverse posizioni di politici, da Fini «trasmissione indecente» a Emma Bonino «Se sono state dette falsità c’è la magistratura, se si parla di sciacallaggio di emozioni è un po’ vago». In un riquadro l’intervista a Sandro Ruotolo, tra i giornalisti che hanno realizzato i servizi in Abruzzo, che dice: «Non capisco le critiche: non mi si contesta nulla. Voglio solo sapere dove ho sbagliato e se ho dato notizie false».

Sul GIORNALE di 5 per mille non si tratta. Si parla però della destinazione del superenalotto. L’idea è stata lanciata dal ministro della difesa Ignazio La Russa che è intervistato da Diego Pistacchi. «Il montepremi è arrivato a 44milioni: azzeriamolo e diamolo ai senza tetto. Sarebbe il modo per trovare immediatamente le risorse per ricostruire, i giocatori saranno d’accordo. Anzi potremo invitare gli italiani a aumentare le giocate».

“L’Aquila reagisce: ora la «fase due»” è l’apertura di AVVENIRE. Il taglio principale è sempre sulla chiesa nel prestare aiuto e sulle modalità di sostegno ai terremotati. Due pagine su otto, fra quelle dedicate all’Abruzzo, riguardano il tema palazzi recuperabili/case inagibili. Le ipotesi di reato di disastro colposo e omicidio colposo plurimo fanno tremare progettisti e imprenditori. Il procuratore antimafia Grasso lancia l’allarme sui rischio di infiltrazioni mafiose negli appalti. In attesa di accertare le responsabilità, occorre però tamponare le urgenze: freddo in primis, secondo un’eventuale emergenza sanitaria. Perchè da ieri il tempo è bruscamente cambiato: pioggia e vento sono i principali problemi. Dai primi 1.100 rilievi  emerge che il 30% delle case sono inagibili, il 20% ha bisogno di lavori non importanti e il 50% è teoricamente agibile da subito. Meglio non farsi illusioni, pero: secondo la geologa Titti Postiglione, responsabile della sala operativa del Dipartimento della protezione civile nazionale a Roma, l’alta percentuale di agibilità dipende dal fatto che i rilievi sono stati fatti al di fuori della zona rossa, il centro storico dell’Aquila o i paesi più colpiti. Gli edifici da totali ispezionare sono almeno 50mila e non si prevedono tempi rapidi. Una pagina è dedicata ai clown dell’Associazione aquilana Brucaliffo, nata con l’idea di fare teatro nel sociale, ora sfollati (della loro sede non è rimasto nulla), cercando di portare un sorriso nelle tendopoli curando l’animazione per ragazzi e bambini. A pag. 16, nella pagina Giovani GMG, l’impegno dei giovani cattolici per l’Abruzzo (“All’Aquila la speranza è giovane”, “Scout in prima linea con la mano tesa”).

ITALIA OGGI tratta l’argomento a pagina 3 e 4. Per quanto riguarda pagina 3 il quotidiano economico si concentra sulla raccolta di fondi promosso dallo stesso giornale assieme al Cup e al decreto Abruzzo. «Un tetto per l’Abruzzo» è il nome della racconta fondi di Italia Oggi che, informa l’articolo, continua a ricevere donazioni. Per quanto riguarda la situazione abruzzese, Eni e Enel hanno sospeso i pagamenti, la Cassa di Risparmio de L’Aquila e Banca Intesa  hanno sospeso i pagamento dei mutui.  Per quanto riguarda il decreto ad hoc le idee principali sono di dare un’indennità di 800 euro mensili ha chi aveva un’attività commerciale e l’inasprimento delle pene per le azioni di sciacallaggio.
A pagina 4 invece ITALIA OGGI da spazio alla proposta di Brunetta sull’assicurazione degli immobili contro le calamità. Ad oggi non è possibile assicurare edifici contro le calamità naturali, Renato Brunetta, ministro della pubblica amministrazione, ha deciso di mettere sul piatto una proposta secondo cui sarà obbligatoria questo tipo di assicurazione. Secondo il ministro infatti questo spingerebbe i comuni a vigilare maggiormente sulla costruzione, scongiurando costruzioni non regolari o costruite senza seguire i dettami della sicurezza, come è avvenuto in più di un caso all’Aquila. Nella seconda metà della pagina spazio anche allo stucchevole affaire Santoro, che pare essere stato abbandonato anche dall’opposizione. Riportate anche le dichiarazioni di Zavoli, presidente vigilanza Rai, che però commenta i fatti sottolineando di non aver visto le immagini.

 

E inoltre sui quotidiani di oggi:

MATRIMONI
CORRIERE DELLA SERA – I dati del comune di Milano sulle cerimonie nuziali: “I matrimoni fra anziani e badanti hanno raggiunto quelli dei giovani”. Nel 2008 sono state 1.645 le nozze tra uno straniero e un italiano di almeno dieci anni più maturo, mentre sono state 1.727 quelle fra coniugi d’età compresa fra i venti e i 30 anni.  

MIGRANTI
LA REPUBBLICA – Bel focus di R2. “Viaggio nelle nuove catacombe”. Ovvero i cunicoli metropolitani dove i migranti clandestini vanno a dormire. A Roma, da gennaio, ne hanno trovati 109, ma ogni sera arrivano altri disperati. Molti gli afgani, richiedenti asilo politico. Interessante il commento di Chiara Saraceno: “Discariche di una società indifferente”.


AUTO IN CRISI
LA STAMPA – “Obama chiama Marchionne” secondo indiscrezioni l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne potrebbe guidare Chrysler e da lì guidare il rilancio della casa automobilistica che sta presentando un piano in partnership con Fiat. Intanto la General Motors ha creato una “bad company” con 70 miliardi di rosso per evitare la bancarotta e provare a rilanciare la parte sana dell’azienda.

DIRITTI UMANI
AVVENIRE – È stata uccisa Sitara Achikzai, impegnata nella difesa dei diritti umani ed eletta nel Consiglio provinciale di Kandahar, Afghanistan. I taleban hanno subito rivendicato l’assassinio. Sitara si era dichiarata contraria e stava combattendo la legge sugli stupri recentemente approvata. O stesso presidente Karzai, travolto dalle pressioni internazionali aveva promesso di intervenire per rivederne il testo. Ma solo sabato, il più alto espnente della gerarchia religiosa sciita, l’ayatollah Mohammed Asef Mohsene, aveva organizzato una conferenza stampa per dire che la legge non si sarebbe toccata. Domenica, l’uccisione dell’attivista che combatteva la norma

PIRATI
LA STAMPA – “Persi i contatti con gli italiani prigionieri”. Un servizio di due pagine sulle ultime azioni della pirateria in Somalia. I satelliti hanno individuato il Buccaner, al largo della regione autonoma del Puntland, ma dell’equipaggio, dieci marinai italiani e sei stranieri, non si sa nulla. In un’intervista, l’esperto di pirateria moderna Nicolò Carnimeo, dell’Università di Bari, dice che gli ostaggi italiani potrebbero essere trasportati sulle montagne e che d’ora in poi è probabile che i pirati puntino di più sui sequestri degli equipaggi che delle navi perché nelle acque territoriali secondo le utlme regole di ingaggio le navi delle flotte Nato e Ue possono intervenire, è quindi più prudente per i pirati allontanarsi dalle coste, e portare con sé i sequestrati.

AMBIENTE E RISPARMIO
AVVENIRE – “Addio bolletta, nasce il primo polo tecnologico”. In provincia di Brescia sta nascendo il Ceerl, Centro di eccellenza per le energie rinnovabili, per lo sviluppo della casa sostenibile. L’obiettivo: ottenere una “casa senza bolletta”.

ARMI
LA STAMPA – “Armi contro la crisi: l’Italia segna +220%”. Un primo piano di due pagine analizza il rapporto del governo sulla vendita di armi nel mondo. Nel 2008 il volume d’affari è cresciuto, esattamente, del 222% rispetto all’anno precedente, con le transazioni bancarie schizzate da 1.329.810.000 a 4.285.010.000. Il maggior acquirente di armi italiane è la Turchia, il 35,86% del totale, per un valore di 1092 miliardi di euro (quattro volte le armi che vende il Regno Unito ad Ankara). La Turchia non rientra nell’elenco Onu dei Pasi in conflitto o dove si verificano gravi violazioni dei diritti umani, eppure secondo Amnesty International non è così: gli attacchi nell’Iraq settentrionali alla ricerca delle basi del Pkk hanno provocato numerosi morti. Altri acquirenti “caldi” dell’Italia sono India e Pakistan in conflitto più o meno latente per il controllo del Kashmir (173 milioni di euro di armi vendute all’India e 30 milioni al Pakistan) ma anche due stati africani: la Nigeria (quasi 60 milioni di euro di armi vendute) e il Kenya delle violenze elettorali (navi da guerra e apparecchiature elettroniche per 21 milioni di euro). Una novità nel rapporto del governo italiano: quest’anno è sparito l’elenco delle banche attraverso cui passano le transizioni finanziarie per la vendita di armamenti.


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