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TERREMOTO. A tu per tu con gli piscologi della Protezione Civile

Ecco come lavorano i due professionisti volontari dell'associazione psicologi per i popoli

di Carmen Morrone

AQUILA. «I bambini devono continuare a fare i bambini»,questo affermano Matteo Mingarelli e Flavio Fabbri, psicologi in forza alla Protezione civile che da lunedì stanno lavorando all’Aquila. Si stanno occupando delle persone che non avendo più una casa sono state portate nelle tendopoli. Matteo e Flavio fanno parte dell’associazione Psicologi per i popoli, sezione dell’Emilia Romagna.

«La nostra federazione nazionale fa parte della protezione civile poichè dal 2006 nei casi di emergenza all’assistenza medica si aggiunge quella psicologica. Così veniamo chiamati quando serve l’operato di uno psicologo», afferma Matteo.

Matteo Mingarelli ha 30 anni, è Vigile del Fuoco, Flavio Fabbri, 36 anni è autista di ambulanze della Croce Azzurra di Reggio Emilia. «Ci stiamo occupando soprattutto dei bambini che hanno l’esigenza di avere dei punti di referimento, di avere tappe scandite durante la giornata e di avere delle persone di riferimento», dice Matteo. «In questi giorni gli adulti si devono occupare di risolvere molti problemi: cercare una sistemazione per la notte, cercare di recuperare qualche abito. Gli adulti sono molto  stressati, ma i bambini non devono vivere queste tensioni, devono continuare a giocare. Devo riappropiarsi del lor essere bambini».

Gli psicologi insieme agli animatori dei campi dove sono allestite le tende cercano di assicurare durante la giornata delle tappe prefissate. «In una giornata il bambino deve sapere quando si mangia, quando si gioca  quando si fa attività fisica, per quelli in età scolare, quando si studia». Matteo e Flavio sono laureati in psicologia, ma come soci dell’associazione Psicologi per i popoli partecipano a incontri periodici durante l’anno.  «Per poter affrontare le emergenze ci sono modalità di approccio determinate. Inoltre dobbiamo essere preparati a entrare nella macchina organizzativa. In questo caso  il primo compito che ci viene richiesto dalla protezione civile è quello di valutare le necessità e le esigenze della popolazione in termini psicologici. Poi ci viene richiesto di creare  percorsi ludico-creativi e scolastici. Durante i giorni dell’emergenza dobbiamo monitorare l’andamento della situazione».

La preparazione che hanno fatto sino ad ora li ha aiutati in questi giorni. «Fondamentale, anche se devi essere dotato di grande equilibrio e di buonde capacità di problem solving perchè le emergenze reali a volte superano gli scenari delle esercitazioni».


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