Mondo
Un nuovo volontariato
L'Abruzzo insegna che la generosità ha saputo strutturarsi in competenza. L'editoriale del numero Vita magazine in edicola
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Non c’è dubbio che il terremoto in Abruzzo abbia levato il velo su un’Italia diversa da quella che ci si aspettava. Poche polemiche e molta solidarietà. Poche recriminazioni e tanta prontezza organizzativa. E poi quell’amalgama sorprendente di Italia antica, con quegli anziani dalle radici affondate in quella terra, e di Italia nuova, con quei giovani – magari con orecchino o capelli rasta – figli di una nuova civiltà. Un melting pot generazionale, unito nella tragedia e nel dolore, ma pronto a ricominciare (l’emblema è il volto orgoglioso che campeggia sulla nostra copertina). Un’Italia antica e moderna insieme, che ha visto crollarle addosso le malefatte di uno sviluppo pasticciato e gestito negli anni passati con irresponsabile leggerezza. Ma che guarda alla tragedia non tanto con il desiderio legittimo di fare i conti con chi ha gestito il passato più o meno recente, ma con una grande voglia di voltar pagina.
E in questo mix di nuovo e di antico, di dolore e di speranza, l’Italia si è sorpresa ancora una volta davanti allo spettacolo dei suoi volontari. Li abbiamo visti al lavoro, in migliaia, con le loro tute di ordinanza e i loghi delle associazioni o organizzazioni di appartenenza che campeggiavano sulla schiena. Generosi come sempre, ma capaci di trasmettere calma e fiducia grazie alla sicurezza dei loro gesti. Non sono certo una scoperta, ma questa volta portano un messaggio diverso dal solito. È il messaggio di un’Italia profonda, che tiene nonostante l’assedio di una modernità scriteriata e della crisi, a tratti feroce, che quel modello ha scatenato. Ma non si tratta solo di una tenuta sentimentale o valoriale. È anche una tenuta concreta e organizzativa: questo è l’aspetto che in particolare è importante sottolineare. In tutti questi anni abbiamo immaginato un volontariato messo sotto assedio da stili di vita aggressivi ed edonistici. Lo sapevamo abbandonato da una politica che tanto lo lodava a parole e altrettanto lo tradiva nei fatti e nelle scelte concrete. Ma evidentemente (e per fortuna) il volontariato non è figlio di un’ingegneria sociale, quanto di una natura buona degli esseri umani che li porta a costruire legami solidali anche se si è in territori e stagioni culturalmente ostili.
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