Famiglia

La via dell’istituto è sempre la più facile

Tribunali,servizi sociali, ma anche le famiglie hanno le loro colpe. Così chi si occupa di accoglienza dei minori giudica il fallimento. Da don Oreste Benzi all’Anfaa

di Redazione

Mancanza di volontà da parte delle istituzioni? Mancanza di denaro? Di sensibilità? Secondo gli operatori delle associazioni che si occupano di affidi familiari, ognuna di queste variabili contribuisce al fallimento della politica nazionale degli affidi. Secondo don Oreste Benzi, fondatore dell?Associazione Papa Giovanni XXIII: «L?affido sta morendo anche perché troppi operatori pubblici preferiscono mettere i bambini negli istituti. Per i servizi sociali l?affido diventa un lavoro troppo grande, dunque continuano a scegliere le soluzioni più facili: una specie di riduzione del danno per l?infanzia». Frida Tonizzo, segretario dell?Anfaa, parte da più lontano per spiegare l?inflessione degli affidi: «Manca una riforma dell?assistenza che decida chi deve gestire i servizi e quali siano quelli da fornire obbligatoriamente. Se non si risolve la questione, non avremo assistenti sociali, non si apriranno comunità di pronto intervento, né si potranno impostare campagne serie per reperire le famiglie». Secondo la Tonizzo, dunque, il problema è politico, non economico: «Bisogna che ci dicano realmente se si vuole investire o meno sull?affidamento. Confrontando gli stanziamenti nel settore con l?ammontare delle rette per i ricoveri in istituti, si direbbe proprio di no». Il primo problema, però, secondo Alda Vanoni, responsabile di Famiglie per l?Accoglienza «è che le famiglie ci stiano, che siano cioè disposte a farsi carico di un problema che non nasce direttamente dal loro interno», sostiene. «Non c?è comune che possa far sorgere questa sensibilità se questa non è presente. E non si tratta solo di sensibilità, ma anche di concreta disponibilità di tempo». Ma l?istituto giuridico dell?affido familiare, comunque, ha il suo valore e va salvato, ricorda Giovanna Burkhardt, segretario generale del Cam (Centro ausiliario per i problemi minorili): «Bisogna fare leva sulla generosità e sull?apertura dei cittadini di oggi, perché solo in questo modo si potranno evitare profondi guasti fra quelli che saranno i cittadini di domani». Informazioni presso: Anfaa, tel. 011 8122327; Cam, tel. 024815737; Famiglie per l?accoglienza, tel. 0258310441.


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