Welfare

Cari pretendenti leader, ripassatevi questo abc

di Redazione

di Ouejdane Mejri
A come Abdallah Kabakebji. Italo-siriano, nuovo direttore (30 anni) della Casa della cultura islamica di Milano. Finalmente spazio ai giovani.
B come brain development. In Europa mancano istituzioni organizzate e centri studi gestiti da studiosi ed intellettuali musulmani.
C come correnti. I futuri leader musulmani dovranno tenere conto della pluralità delle correnti all’interno della galassia dell’islam.
D come dialogo con l’Occidente. Come dice il pastore teologo francese Jean-Claude Basset, «non c’è e non c’è mai stato un dialogo con l’islam, come istituzione religiosa, come sistema di credenze o come entità socio-culturale». In altre parole: l’unico dialogo che è stato possibile fino ad oggi è stato quello tra individui o tra gruppi di persone.
F come frammentazione. La realtà della comunità musulmana in Italia è frammentata e più rivolta alle problematiche dell’immigrazione piuttosto che alle questioni spirituali. Per esempio, le principali preoccupazioni dell’imam Abdullah della Moschea di via Padova a Milano riguardano l’alloggio, la disoccupazione e la piccola delinquenza.
G come Google. Se si inseriscono le parole “leader” e “musulmano”, escono i seguenti titoli: «Un leader musulmano desidera parcheggiare gli omosessuali su un’isola deserta», «Leader musulmano richiede delle flagellazioni in piazza pubblica». Ma chi sono questi personaggi con idee dubbiose che fomentano con la loro ignoranza la fame dei media di storie dell’islam “selvaggio”?
L come leader. I nostri leader non devono essere solo teologi ma anche intellettuali, pensatori e responsabili attivi nella società civile in grado di fare da ponte tra l’identità musulmana e quella occidentale.
N come novità. Uno dei principali obiettivi di Abdallah Kabakebji sarà quello di «far cambiare strategia alla comunità islamica cittadina, spingendola ad aprirsi di più, rivolgendosi anche a chi, come ad esempio la Lega, si è sempre dimostrata ostile nei nostri confronti».
R come rappresentanza. La questione della rappresentatività all’interno delle nostre comunità non è mai stata una questione contemplata in un pensiero istituzionale della religione. Tale pensiero è assente come è assente ogni tipologia di gerarchia di tipo ecclesiastico.
T come Tarik Ramadan. Dal suo libro Islam e Libertà: «La necessità intrinseca nella comunità musulmana in Occidente è quella di approfondire tanto la conoscenza dell’islam quanto quella delle società occidentali».
U come unica uscita. Più spazio ai giovani intellettuali musulmani, a uomini e donne brillanti alla guida della comunità musulmana o delle organizzazioni che ci girano attorno è l’unica via per acquisire ed accettare la nuova identità “europea”, per affrontare l’emergenza di un islam radicale e soprattutto per entrare a testa alta nelle società occidentali che oggi fanno fatica a capirci, a parlarci e soprattutto ad accettarci.

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it