Mondo

«Così ho salvato Eleonora»

L'incredibile racconto del medico delle Misericordie, Valentina Carnielli che ha tratto in salvo la studentessa riminese Eleonora Calesini

di Lorenzo Alvaro

La cronaca ha dell’incredibile: Eleonora Calesini, riminese di Mondaino, è salva per miracolo. Il 7 aprile verso le 21 i volontari e i vigili del fuoco avevano perso le speranze di poter recuperare ancora qualcuno sotto le macerie di Villa Gioia in quel che resta di via Poggio nel centro storico dell’Aquila. Sono passate 42 ore dal crollo. Anche il padre, accorso sul posto a scavare tra una preghiera e l’altra ha ormai perso ogni speranza di rivedere sua figlia. I cani delle unità cinofile vagavano sulle macerie ma senza risultati apprezzabili. Ci si decide e le ruspe partono per sgomberare le macerie. Solo un vigile del fuoco è un po’ titubante: qualche segnale in un punto i cani, se pur debole, l’hanno dato. Le ruspe cominciano ad affondare le braccia meccaniche nei calcinacci. Proprio a quel punto il vigile impazzito ferma tutto: ha sentito una voce. Da sotto le macerie con le ultime forze Eleonora chiede aiuto.

E qui entrano in azione i volontari delle Misericordie. Valentina Carnielli, medico volontario delle Misericordie, racconta come ha salvato la ragazza: «era incastrata un po’ a testa in giù con i piedi verso di noi e una mano schiacciata. Volevamo stabilizzarla ma non è stato possibile. Allora abbiamo dato il via libera per l’estrazione ai vigili. A quel punto siamo intervenuti con collare, ragno e l’accesso venoso, l’abbiamo caricata in ambulanza  e, con una scorta della polizia locale, trasportata al punto medico avanzato dell’ospedale dell’Aquila. Lì valutati i danni, veramente minimi, è stata trasferita a Teramo. L’unica preoccupazione adesso sono i sintomi dovuti alla riperfusione. Bisogna cioè stare attenti a quelle tossine che entrano in circolo quando, tolto il peso che ferma la circolazione, il sangue riprende ad irrorare gli arti». Eleonora con un filo di voce, quel poco di fiato che le è rimasto, riesce anche a scherzare con i volontari che le hanno salvato la vita.

Continua Carnielli: «in questi casi le priorità sono il neurologico lo spinale e solo alla fine gli arti. Sia dal punto di vista neurologico che spinale era sana, tanto che ha anche riconosciuto e scambiato qualche battuta col padre». In conclusione la volontaria si lascia andare e con un sorriso chiude «in ogni caso è un miracolo. Si è salvata prima dal terremoto, poi dalle ruspe e, posto che i cani non erano riusciti ad individuarla, il vigile, nonostante le urla, i rumori, le ruspe, è riuscito a sentirla».

Valentina fa parte raggruppamento provinciale di Siena. Il suo capo squadra  Giacomo Bartalesi spiega «siamo in 29 da Siena» e racconta «abbiamo predisposto un Pma (Postazione Medica Avanzata) costituito da tre tende pneumatiche e siamo dotati di un’infermeria mobile. Siamo tutti personale medico e infermieristico e possiamo assistere fino a 25 pazienti sul posto».

Per quanto riguarda la situazione al terzo giorno dalla terribile scossa precisa «stiamo garantendo l’assistenza sanitaria nel Campo di San Pio delle Camere, frazione a 20 km dall’Aquila e in più forniamo al 118 assistenza per i campi limitrofi decentrate dal Pma dell’Aquila che è congestionato. A breve costituiremo una struttura d’appoggio anche nel campo di Poggio Picense, a 5 km dal nostro. In questo momento abbiamo una macchina  in appoggio al 118 nel centro storico dell’Aquila e due ambulanze che operano trasferimenti dal Pma a strutture più adeguate». Aggiungendo alla fine con una punta d’orgoglio «La stessa che con Valentina era sul posto del salvataggio ieri sera».


   



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