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FECONDAZIONE ASSISTITA. 10mila i transfughi ogni anno

StuStudio di Ehsre e Sismer condotto in 20 centri europei, con 1.157 interviste. L'identikit dei pazienti: sposati (80%), tra i 30 e i 40 anni. Le richieste sono trattamenti illegali in Italia: donazioni e diagnosi

di Redazione

Sono 10mila le coppie italiane che, ogni anno, si rivolgono nei centri esteri specializzati nella procreazione assistita. A svelarlo è Sismer, società italiana di studi di medicina della riproduzione, che in collaborazione con Eshre, società europea di riproduzione umana, ha condotto uno studio metodologico in 20 centri FIVET dei sei paesi europei dove maggiormente emigrano le coppie. Spagna, Svizzera, Belgio, Slovenia, Repubblica Ceca e Danimarca: questi i Paesi in cui ha operato l’equipe dei medici di Eshre, di cui ha fatto parte Anna Pia Ferraretti, direttore scientifico di Sismer.
In questi 20 centri, tra novembre 2008 e gennaio 2009, sono state trattate 1.157 coppie, che arrivavano da vari Paesi, non solo europei. Nel dettaglio: 392 coppie (36%) erano italiane. Nella classifica, segue la Germania, con 176 coppie (16%), poi altri Paesi, con una percentuale inferiore al 10%. «La migrazione per trattamenti riproduttivi non è solo un fenomeno Italiano -commenta Anna Pia Ferraretti-, ma l’Italia si pone largamente al primo posto». I dati, raccolti in questionari anonimi, svelano poi che le coppie italiane che si recano all’estero sono tutte coppie eterosessuali, sposate (80%) o conviventi (20%). L’età media delle donne è di 38 anni (minimo 21- massimo 51) e la maggior parte (232, cioè il 59,2%) ha comunque tra i 30 e 40 anni.
«Le coppie italiane non vanno quindi all’estero per cercare trattamenti “strani”, ma solo per cercare di avere un figlio all’interno di una coppia “normale” ed in età riproduttiva “normale”», è ancora il commento di Anna Pia Ferraretti, direttore scientifico di Sismer
Proseguendo con i dati, tra i Paesi che hanno partecipato allo studio, le coppie italiane si recano soprattutto in Svizzera ( 50%), in Spagna ( 30%) e in Belgio (12%).
La maggior parte, circa il 60%, si reca all’estero per ottenere trattamenti che sono illegali in Italia: donazione di seme, donazione di ovociti e, in minore misura, diagnosi genetica pre-impianto (PGD). Per la donazione di seme si recano soprattutto in Svizzera, per la donazione di ovociti in Spagna, per la PGD in Belgio o Spagna. «Il 40% delle coppie si reca quindi all’estero per eseguire trattamenti che sono leciti in Italia, ma che credono essere più efficaci in Paesi dove esiste una legge liberale -chiosa Anna Pia Ferraretti-. 389 coppie italiane migrate all’estero in un solo mese e in soli 20 centri, significa un esodo di almeno 10mila l’anno. Cercare il massimo della qualità per i trattamenti sanitari, ovunque essi vengano offerti, è un diritto di tutti i cittadini, ma le motivazioni che spingono le coppie infertili a recarsi all’estero sono quasi esclusivamente legate ai limiti imposti dalla Legge 40; non è quindi una libera scelta. La recente consulta che ha dichiarato incostituzionali alcuni punti della legge non sarà in grado di evitare completamente la migrazione delle coppie Italiane, in quanto alcuni divieti rimarranno inalterati (donazione di seme e di ovociti), ma apre grandi speranze».


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