Non profit

Disabilità, il sacrificio di Goito

di Redazione

Una notizia di cronaca. Ancora una volta. Una tragedia legata alla disabilità. Alle dinamiche difficili da decifrare e da intuire quando, negli anni, si stratificano i sentimenti, il dolore, il disagio. Sono rimasto particolarmente colpito da quanto è accaduto a Goito, provincia di Mantova. Poche righe di agenzia di stampa. Due genitori di una donna con disabilità grave sono stati uccisi a coltellate nel sonno dall’altra figlia, sicuramente con problemi mentali seri, che viveva con loro, e, a quanto pare, era fortemente legata alla sorella. Non ho alcun elemento in più per capire come sia stato possibile. Ma in questo caso le vittime non erano persone isolate dal contesto sociale, prive di strumenti per affrontare e gestire, anche psicologicamente, una situazione di grande difficoltà come quella di una persona con disabilità plurima. In questo caso infatti il papà era impegnato con Anffas, una delle migliori e più organizzate associazioni delle persone con disabilità. Era il presidente della sezione di Mantova, una persona – mi dicono – assolutamente stimata, forte, generosamente impegnata per gli altri. È dunque impressionante accorgersi come a volte tutti gli sforzi che vengono quotidianamente riposti nel diffondere una cultura positiva della disabilità, della serenità anche di fronte alle situazioni più difficili, da vivere con dignità, solidarietà e consapevolezza dei diritti, improvvisamente si infrangano di fronte alle emozioni, ai vissuti personali, alle fragilità esistenziali, alle dinamiche oscure della mente.
Credo che si debba rendere omaggio a queste persone con grande rispetto, perché il dramma di questa famiglia conferma come l’impegno del volontariato sia una scelta coraggiosa, un sacrificio che va anche al di là del dovuto. Sembra a volte tutto semplice, scontato, quando si parla di associazionismo, di impegno, di testimonianza. Dietro ogni persona c’è una storia, c’è una famiglia, c’è una speranza, e a volte c’è un grande dolore.

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