Mondo

Zamagni: il non profit e la crisi

Incontro in redazione con il presidente dell'Agenzia per le onlus. Un bilancio di due anni di attività, ma non solo

di Gabriella Meroni

Il professor Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia per le onlus, ha incontrato le organizzazioni del Comitato editoriale di Vita. A tema un bilancio di due anni di attività dell’Agenzia, ma come sempre accade l’incontro è stato anche molto di più, ovvero un’occasione per fare il punto della situazione del terzo settore in Italia, specialmente in riferimento a questi tempi di crisi.

Zamagni è partito dal bilancio, tracciando le quattro direttrici su cui si è snodato il lavoro dell’Agenzia in questi due anni (il professore bolognese ne ha assunto la presidenza nel febbraio del 2007). La prima direttrice è quella della vicinanza dell’Agenzia al mondo del non profit, realizzatasi attraverso una serie di audizioni con vari responsabili di organizzazioni e anche con la partecipazione dei membri dell’Agenzia a convegni e dibattiti in tutta Italia. La seconda direttrice è costituita dal rapporto con le istituzioni, che ha fatto «passi importanti» grazie alla stipula di protocolli di intesa con vari soggetti pubblici e privati (tra cui Istat, Agenzia delle entrate, ordine dei commercialisti, Guardia di finanza); in terzo luogo l’Agenzia ha svolto «una intensa attività di comunicazione e ricerca», che si è concretizzata per esempio con l’istituzione di tre borse di studio per altrettanti dottorati nelle discipline del terzo settore negli ambiti economico, giuridico e sociologico, che si attiveranno nelle università di Milano, Bologna e Roma Due; è stata poi lanciata la rivista dell’Agenzia, Areté, è in preparazione il secondo libro bianco (il primo uscì nel 2006), ed entro l’anno sono previste le linee guida sulla raccolta fondi. Infine, la quarta direttrice riguarda la «manutenzione legislativa», ovvero gli interventi che dovrebbero modificare e razionalizzare l’assetto legislativo. Zamagni ha citato le proposte dell’Agenzia per una legge quadro del terzo settore, «necessaria per dare coesione al non profit»; entro l’anno, ha annunciato Zamagni, terminerà il lavoro di 30 docenti costituzionalisti che stanno mettendo a punto («gratuitamente») una bozza di legge che recuperi, tra l’altro, la proposta di riforma Pinza del libro primo titolo secondo del codice civile.

Stefano Zamagni ha anche parlato dei prossimi appuntamenti dell’Agenzia: è in vista per esempio un protocollo di intesa con il Forum del terzo settore, cui l’Agenzia ha lavorato per due anni, e inoltre si sono conclusi positivamente alcuni contatti con il ministero del Lavoro per l’implementazione della social card: il ministro Sacconi, ha detto Zamagni, ha inteso avvalersi della collaborazione dell’Agenzia per arrivare, tramite questa, a un’alleanza con le organizzazioni non profit. «Finora la social card è arrivata nelle mani di una certa percentuale degli aventi diritto, non certo di tutti», ha spiegato Zamagni, «a causa di asimmetrie informative e anche della ritrosia di molti, che si sono vergognati di richiederla. Il ministero del Lavoro ha quindi posto le basi per la stipula di convenzione con le organizzazioni non profit che possano aiutare a individuare gli aventi diritto, a informarli e a consegnare loro le tessere. Si tratta di una decisione importante», ha concluso il professore, «perché sancisce l’inizio di una proficua collaborazione tra terzo settore e istituzioni nel campo delle politiche contro la povertà».

Nel corso dell’incontro si è parlato anche del 5 per mille e dei ritardi accumulati da questa misura (nessuna novità, purtroppo), oltre che della proposta dell’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà per renderlo stabile. «Il testo dell’Intergruppo semplifica molto la materia», ha detto Zamagni, «però è meglio di niente, e quindi noi lo appoggiamo. Il problema del 5 per mille è un altro: le perplessità a livello di apparati statali non è sulla liceità di questo provvedimento, ma sulla sua efficacia. Per questo come Agenzia abbiamo insediato un tavolo di lavoro, con le principali organizzazioni non profit italiane, per mettere a punto degli indicatori di efficacia validi a seconda del settore di attività di ciascun ente non profit. Tali criteri dovranno dimostrare che i fondi del 5 per mille vengono utilizzati con efficacia, quindi che vengono “sottratti” in un certo senso allo Stato ma poi vanno a favore della collettività».

Infine, il presidente dell’Agenzia per le onlus ha analizzato il ruolo del non profit nell’attuale periodo di crisi economica, chiedendosi quale sarà l’impatto di quest’ultima sul terzo settore. Cruciale sarà la partita dei crediti che il non profit vanta nei confronti della Pubblica Amministrazione, circa 25 miliardi di euro che dovrebbero, secondo Zamagni, essere richiesti con forza, magari dal Forum del terzo settore, «perché è in gioco la sopravvivenza di migliaia di imprese sociali».

 

in foto: Riccardo Bonacina e, a destra, Stefano zamagni in  un momento dell’incontro


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