Famiglia

Malati psichiatrici e operatori sul tetto d’Africa

Trekking terapeutico organizzato dalla Fondazione Emilia Bolis di Bergamo. È un progetto che propone nuove metodologie di intervento in psichiatria.

di Daniela Romanello

Trekking terapeutico sul Kilimangiaro. A scalare i 5.895 metri di Uhuru Peak, la vetta del Kilimangiaro, questa volta sarà una spedizione formata da 6 pazienti psichiatrici (od ospiti, come preferiscono chiamarli) e operatori della Fondazione Emilia Bosis, di Bergamo. Il progetto intende sensibilizzare la collettività sul problema della malattia mentale e proporre nuove metodologie di intervento: la montagna come terapia, luogo privilegiato dove dare significato all?esperienza e valorizzare le differenze. ?Lo scopo è quello di fornire una immagine positiva del malato di mente, non più carica di pregiudizi?, spiega Carlo Caffioti, il medico psichiatra che parteciperà alla spedizione. ?Il malato mentale è capace di compiere grandi imprese, difficili anche per persone normali. Bisogna, quindi, avere la determinazione di investire nella riabilitazione e ri-socializzazione del malato di mente il quale, pur avendo una modalità di essere nel mondo diversa dalla nostra, può comunque raggiungere una qualità della vita buona e dignitosa”. La spedizione, che vanta l?alto patronato della Presidenza della Repubblica e della Santa Sede, e che porterà anche medicine e materiale didattico ai bambini della Tanzania, si svolgerà tra il 26 gennaio e il 13 febbraio e potrà essere seguita con resoconti e videoclip giornalieri sul sito www.montagna.org


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