Welfare

Il carcere a palazzo di giustizia

Per la prima volta in un tribunale apre i battenti una mostra curata da carcerati. Per vederla, gratuitamente, c'è tempo fino al 28 marzo

di Lorenzo Alvaro

«Liberta’ va cercando ch’è sì cara. Vigilando redimere» è il titolo della mostra sulle carceri presentata al Palazzo di Giustizia di Milano. Proprio la location rende l’evento eccezionale essendo un caso più unico che raro.
La mostra, che consiste in un percorso a pannelli e in un filamato, è stata realizzata per la XXIX edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli di Rimini, è incentrata appunto sull’esperienze e le storie di detenuti in alcuni carceri d’Italia, come quelli di Padova e Como, e all’estero come in Cile, in Paraguay, negli Usa. Il punto di partenza da cui è nato il progetto della mostra è stato lo stupore di fronte alle storie di detenuti che attraverso il lavoro hanno rinnovato la loro esperienza umana.
L’evento è stato voluto dalla Libera Associazione Forense (Laf) di Milano e con il patrocinio della Regione Lombardia e dall’Ordine degli Avvocati di Milano. Il presidente della Regione Lombardia Formigoni, intervenendo alla presentazione, ha riassunto l’importanza della mostra e dell’occasione di vederla in una così insolita cornice «in Italia c’è la possibilità, dentro l’errore, di un cambiamento di sè attraverso l’incontro con persone che concretamente indicano una bellezza nuova, un orizzonte di vita nuovo. In un luogo dove tutto sembra finalizzato alla privazione della libertà, può nascere una domanda di verità di sè, inizio di un percorso di riconquista dell’umano. La libertà non dipende dalle circostanze ma da come uno vive nella circostanza in cui si trova».


Tante le personalità che hanno partecipato da Pasquale Nobile de Santis, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano a Sebastiano Ardita, direttore generale del Dipartimento dell’ Amministrazione Penitenziaria ma anche Luigi Pagano, provveditore alle carceri della Regione Lombardia, Guido Brambilla, magistrato di sorveglianza presso il Tribunale di Milano e l’ avvocato Paolo Tosoni, Presidente Libera Associazione Forense infine Giuseppe Genchi Presidente della Corte d’Appello che ha sottolineato come «il problema delle carceri sia una questione mai risolta che si ripresenta ciclicamente. Questa mostra è un’occasione per tornare a parlare di carcere con ben in mente che il traguardo deve essere la pena certa in luoghi che consentano il recupero del condannato. Entrambe le prerogative ad oggi troppo spesso sono disattese». Indubbiamente il primo risultato che la mostra ha ottenuto è stato proprio un confronto sul ruolo della detenzione nel nostro Paese su cui si sono espressi e hanno ragionato tutti gli ospiti.


Tante le tappe che hanno portato la mostra in giro per l’Italia. La mostra fino ad oggi è stata ospitata alla Fondazione Meeting di Rimini, all’Università degli Studi di Firenze, alla Coop. Sociale Imiberg di Bergamo, all’Associazione Costruiamo il Futuro di Monza, da Libera Associazione Forense Siracusa e Milano, dalle Coop. Giotto di Padova e La Terra Promessa di Novara ed infine dal Centro Culturale Romano Guardini di Bolzano. In programma ci sono ancora la Commissione di sorveglianza Carcere di Lugano, Libera Associazione Forense di Macerata e la Compagnia delle Opere di Foggia.


A Milano sarà possibile visitare la mostra, gratuitamente, tutti i giorni dal 17 al 28 marzo presso il Palazzo di Giustizia dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 14.00 e il sabato dalle 9.00 alle 12.30.


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